di Andrea Beato
Un moderno miracolo tecnologico ha permesso di realizzare una copia identica della statua di San Cesidio a Trasacco (L’Aquila). Ecco come…
LA STATUA DI SAN CESIDIO RIPRODOTTA IN 3D
Giovanni Taricone, ingegnere informatico promotore dell’iniziativa, il comitato delle feste patronali, formato dalla confraternita della Santissima Trinità e finanziatore dell’iniziativa, don Francesco Grassi, Fabula 3D, azienda della provincia di Brescia, e 3D Sapiens, team di professionisti attivi in Abruzzo. Sono loro i protagonisti di questa storia. Storia in cui si intrecciano devozione, sacralità, arte, ricerca e innovazione. Un mix unico, che ha portato a riprodurre la statua di San Cesidio esposta nella Basilica Santi Cesidio e Rufino a Trasacco (L’Aquila). Ma quale il vero bisogno di generare una copia perfetta? L’originale in legno, datata 1425, ha subito l’azione devastante che i tarli riservano a questo materiale. In più, nei secoli, l’accensione di ceri votivi ha prodotto uno strato di fumo che, unitamente alla polvere, ha finito per opacizzare e alterare pesantemente le tonalità autentiche. Con un primo restauro del 2008 sono emersi anche problemi di stabilità, con il serio rischio di danneggiare la scultura in fase di movimentazione. Così la necessità di un clone da essere appositamente trasportato in processione.
FABULA 3D E 3D SAPIENS HANNO RICREATO LA STATUA DI SAN CESIDIO A TRASACCO
In supporto arrivano gli specialisti di Fabula 3D, società che propone un servizio di stampa tridimensionale di grandi dimensioni, e una mini squadra pronta ad agire localmente, formata dal tecnico di rilievo e modellazione Luca Di Berardino, il fotografo Sergio Pasqual e la decoratrice Filomena Tavano. «A Trasacco – raccontano i tre di 3D Sapiens – abbiamo eseguito alcuni scatti “speciali” dell’opera. Dalle immagini digitali si è ricavato il file 3d con la tecnica della fotogrammetria. La formazione delle componenti è avvenuta presso i laboratori bresciani e si è scelto di utilizzare come elemento costitutivo l’acido polilattico, una termoplastica ricavata dall’amido di determinate piante, come canna da zucchero, barbabietola, cereali… Derivando da una fonte biologica, può essere biodegradabile sotto le giuste condizioni, con un impatto ambientale nettamente inferiore rispetto a sostanze simili, che nascono da combustibili fossili. I moduli ottenuti sono stati assemblati tra loro tramite colla apossidica, per una figura intera arrivata a pesare circa 13,5 chilogrammi e 170 centimetri di altezza».
KNOW-HOW E TECNOLOGIA ALLA BASE DI 3D SAPIENS
«Nella fase di ornamento, la preferenza è ricaduta sui colori acrilici. Lavoro davvero minuzioso, in modo particolare per la base, dove si è cercato di riproporre perfino le più piccole imperfezioni, e per le parti dorate, con l’impiego di oro vero in foglia 22 carati. Prima della verniciatura finale, la figura è stata anticata nel suo complesso per donarle un effetto opacizzato e di craquelé, una rete di sottili fratture formate, in maniera naturale, nel tempo». La differenza è impercettibile e adesso i fedeli fanno quasi fatica nel distinguere il “vero” San Cesidio dal “fratello moderno”. L’intervento pionieristico proposto nel comune della nostra regione sta ora diventando un progetto a tutti gli effetti. Un approccio eccezionale fondato su know-how e tecnologia, pronto a essere applicato in analoghi contesti e a salvaguardare buona parte del patrimonio artistico e culturale italiano.