Alessandro Pavone, amministratore di Si&T

ALESSANDRO PAVONE. LA VITTORIA 3.0 DI Si&T

di Andrea Beato

La resilienza (dal verbo latino resilire, ovvero rimbalzare) è un termine oggi molto conosciuto, che trova un suo primo utilizzo nel vocabolario italiano in  discipline quali la fisica e l’ingegneria, poiché indica la capacità di un materiale di resistere a un urto. Nell’attuale accezione siamo pervasi dal suo forte valore simbolico: «Lo spirito di resilienza rappresenta la capacità di sopravvivere al trauma senza soccombervi e anzi di reagire a esso con spirito di adattamento, ironia ed elasticità mentale (Simona Cresti, Accademia della Crusca)». Lo sa bene Alessandro Pavone che con Si&T, di cui è amministratore, propone soluzioni per le aziende e il territorio. «Per affrontare i pericoli legati alla consueta gestione – sottolinea in apertura della nostra intervista – bisogna prima conoscerli, al fine di tramutarli in opportunità. In una parola, occorre essere resilienti, continuare a crescere, evolversi con lo scopo di andare incontro alle esigenze e alle aspettative dei portatori d’interesse». La realtà fondata da Pavone nel 2010 conta circa 30 collaboratori, sedi in Abruzzo, a Milano, Modena e Skopje (Macedonia), una rete di partner specialist diffusa un po’ in tutta Italia, un fatturato annuo che tocca quota 1,5 milioni di euro: «I servizi offerti vanno dalla consulenza organizzativa, alla compliance relativa alla correttezza delle procedure e al rispetto delle norme, fino alla formazione. Oggi le società chiedono sempre più di ottenere risultati in breve tempo e a basso costo. Perciò ci presentiamo come il latte dei nostri clienti, la vitamina, il calcio capace di rafforzare le “ossa”. Grazie all’esperienza maturata soprattutto all’interno di grandi multinazionali, abbiamo catturato l’eccellenza nel management dei processi. È proprio dall’eccellenza che parte il cambiamento. Da sola, però, non basta. Come nella metafora proposta dallo psicologo americano Jonathan Haidt, dove l’elefante è la parte forte, ma allo stesso tempo istintiva, e necessita di un fantino razionale per raggiungere uno scopo prefissato, così, negli scenari lavorativi, le logiche di comportamento più valide devono essere valorizzate e guidate. Abbiamo studiato le migliori “practice”, tradotte in linguaggio informatico e reso fruibile il tutto su una piattaforma multilingue». Vittoria Rms (Risk management system), questo il nome del programma sviluppato internamente, è pronto per la versione 3.0. «Nato per favorire l’archiviazione documentale elettronica, contribuire quindi a ridurre l’impiego della carta, ora è molto di più. È un impianto completo, un modus operandi collaudato per indirizzare al meglio i piani, gli adempimenti normativi, le risorse umane, le attrezzature, i fornitori… Un prodotto modulare costruito su cinque pilastri: qualità, ambiente, sicurezza, etica e responsabilità amministrativa. E una serie di strumenti aggiuntivi, come il portale per catalogare gli avvenimenti e comunicare con le persone, ottenendo il loro coinvolgimento, oltre alla diffusione delle informazioni, o la funzione per creare mappe mentali, con nodi decisionali determinati in base ai bisogni e metodi di verifica e valutazione facili da usare per l’utente finale. «Il punto di partenza – precisa Pavone – è sempre la definizione del contesto. Facciamo riferimento al Business Model Canvas, schema visuale esplicativo e fondato su 9 pattern, che permette di descrivere la logica in relazione alla quale un “player” crea e distribuisce valore. Ed è proprio tale capacità che determina il successo o l’insuccesso di una qualsiasi attività. Chiarire il perimetro operativo è funzionale a mappare i fattori negativi e definire le strategie di difesa. Il risk management protegge e dà validità all’organizzazione e ai suoi stakeholder, sostenendo i diversi obiettivi. Parlare di analisi del rischio è, per noi di Si&T, qualcosa di normale, la componente fondamentale del nostro tipo di approccio, la variabile da cui muoversi per misurare il grado di resilienza. D’altronde anche la nuova Iso 9001:2015 rende più espliciti, rispetto al passato, i concetti dell’effetto dell’incertezza e quello di risk-based thinking e li incorpora nei requisiti per stabilire, mantenere e implementare continuamente il sistema». Già più di 220 imprese, sia italiane che straniere, hanno deciso di adottare Vittoria e passare alla sua “release” più recente. I risultati di un’indagine condotta tra queste dimostrano già un alto livello di soddisfazione raggiunto. «Oltre il 90% dei nostri interlocutori – conclude l’amministratore – considera il software utile al proprio lavoro. Nel 60% dei casi lo ritiene capace di facilitare la presentazione di risultati alla direzione, agli enti certificatori e agli organi ctr. Il 92% dichiara di aver ottenuto un notevole risparmio in termini economici e temporali nel controllo di gestione». In definitiva, una vittoria collettiva, per continuare a innovare e competere!