di Federico Niasi
La fusione della BCC di Castigione e Pianella con Teramo: parla il Presidente Alfredo Savini
Abbracci e grandi sorrisi al termine dell’assemblea che ha approvato la fusione con Teramo. «Sono molto soddisfatto della risposta da parte dei soci – le prime parole del presidente Alfredo Savini (alla guida anche di Fedam, la Federazione di Abruzzo e Molise e membro del consiglio nazionale di Federcasse) -. Resteremo una banca virtuosa, requisito necessario per mantenere maggiori spazi di autonomia come chiede la riforma del governo, che porterà il credito cooperativo ad avere un capogruppo e a essere il terzo gruppo bancario italiano. La nostra crescita è data dalla lungimiranza degli amministratori e dalle competenze dei dipendenti. Con le professionalità acquisite costituiremo una grande squadra, così come sarà per il tessuto societario».
Un’acquisizione che trasforma l’istituto di credito presieduto da Savini nella prima banca di credito cooperativo d’Abruzzo, in termini sia di raccolta diretta (superiore a 640 milioni di euro), che per impieghi (che arrivano a toccare quota 520 milioni). Una realtà che ora può contare su una rete di 22 sportelli, in un’area che si estende in due regioni e abbraccia 62 comuni: 37 in provincia di Teramo, 21 in provincia di Pescara, 1 in provincia di Chieti e 3 in provincia di Ascoli Piceno. Nella nuova macro zona di competenza risiedono 692mila abitanti, pari al più del 50% della popolazione dell’intero Abruzzo.
Alfredo Savini a capo della prima BCC d’Abruzzo
Il player generato si appresta a gestire masse amministrate pari a quasi 2 miliardi di euro, con un patrimonio di 65 milioni, dei quali ben 30 di “patrimonio libero” e un indice di solidità patrimoniale (Total capital ratio) di circa il 18%, ampliamente al di sopra dei requisiti minimi regolamentari e della media del sistema bancario, che di quello del credito cooperativo. Il processo di fusione, gli effetti sono iniziati dal primo luglio 2016, rappresenta una notevole opportunità di sviluppo della Bcc di Castiglione nel territorio teramano, nel rispetto dei principi cooperativi e della mutualità a favore dei soci e degli appartenenti alle comunità locali.
Con l’operazione, l’istituto, con i suoi 60 anni di storia, rimane una banca solida che si rafforza nel posizionamento competitivo e nella capacità di conseguire performance economiche attraverso la maggiore diversificazione dei rischi e la realizzazione di economie di scala. L’aggregazione è anche la risposta all’evoluzione dei mercati e del sistema bancario. Così si consegue una migliore efficienza operativa, aumentando la dimensione minima necessaria per fare banca oggi e si utilizza, pienamente, il radicamento sul territorio, senza dispersione di risorse in attività non a servizio diretto della clientela. Il confronto con la concorrenza sarà più efficace e più elevata la capacità di rispondere, con nuovi prodotti e servizi adeguati, alle aspettative dei soci e dei risparmiatori. Tra gli interventi da sottolineare durante l’assemblea castiglionese, quello dell’economista Giuseppe Mauro che ha parlato di «un’aggregazione mirata e oculata di una banca sana ed efficiente, come da parere della Banca d’Italia».