ALLBORA OBIETTIVO DIGITALIZZAZIONE DELLE IMPRESE

di Federico Niasi

Incontriamo Valentino Grossi, ceo e co-founder di Allbora che parte dall’Abruzzo, ha ottenuto riconoscimenti e punta a un rapido sviluppo.

Come nasce Allbora? Chi sono i suoi fondatori e quale la provenienza?

«L’idea di creare una startup che affianchi le aziende manifatturiere nel processo di digitalizzazione nasce qualche anno fa. Ero un neolaureato in Ingegneria industriale ed ero alla mia prima esperienza lavorativa come Junior project manager presso una multinazionale italiana, che produce macchine industriali per il legno. Per un anno, nel 2018, sono stato a stretto contatto con imprenditori abruzzesi, marchigiani ed emiliani e ho potuto vedere da vicino il grande vantaggio competitivo delle micro e Pmi italiane, cioè il know-how tecnico e la capacità di rispondere al mercato in modo flessibile. Purtroppo, però, ho percepito anche un forte problema di digitalizzazione. Come un mantra, ogni volta che parlavo con un imprenditore, gli ponevo sempre la stessa domanda: “Quanti ti hanno trovato solamente grazie al tuo sito internet?”. Troppe volte ho avuto come risposta dei numeri veramente bassi, alcuni addirittura non avevano nemmeno un sito web. Lì mi si è accesa una lampadina ed è nata Allbora: dovevo aiutare le aziende nel processo di digitalizzazione e far conoscere le capacità e il know-how produttivo al di fuori di un raggio distretto territoriale. Ho deciso di dimettermi dal mio primo lavoro, non ci ho dormito per due notti, e tornare in Abruzzo, nel teramano. Qui ho contattato due persone che hanno trasformato Allbora da idea ad azienda. Il primo è Francesco Materassi, amico d’infanzia, innanzitutto, laureato in Economia e management, con esperienza in gestione d’impresa. Rappresenta il lato finanziario e amministrativo di Allbora. Contemporaneamente mi sono rivolto a un mio collega ingegnere, Emanuele Guardiani, anello di collegamento tra sviluppo software ed esigenze produttive manifatturiere (laurea in ingegneria meccanica ma con esperienza in ambito sviluppo software). Il reparto tecnico invece è composto da altri ragazzi che ci hanno aiutato a realizzare la nostra piattaforma. Al mio team sarò sempre grato, perché hanno permesso di trasformare Allbora da idea a azienda che in un anno dalla fondazione ha già avuto riconoscimenti a livello nazionale. Ancora ricordo l’emozione, nel dicembre del 2019, quando Wired, “la bibbia dell’internet”, ci ha citato come valido esempio di imprenditoria giovanile e innovazione. Fino a pochi mesi fa il nostro team era tutto abruzzese (con radici nella Valfino), ma nell’ultimo periodo ci siamo “estesi” a livello nazionale, con membri provenienti da Toscana, Veneto e Campania; questo, ovviamente, grazie allo smartworking».

Qual è l’obiettivo della startup? A chi si rivolge?

«Forse un po’ provocatoriamente, ma lasciateci essere provocatori, vista la nostra età, in occasione della vittoria di Campioni di InnovAzioni 2020 di Confindustria Chieti-Pescara abbiamo lanciato la nostra sfida: rendere l’Abruzzo la regione più digitale d’Europa. Sì, d’Europa: non sono impazzito. Siamo consapevoli che con l’utilizzo di una piattaforma come Allbora che è facile, veloce, scalabile, completamente digitale e soprattutto accessibile a tutti a livello di costi, riusciremo nel nostro intento. Noi ci definiamo partner digitale per micro, piccole e medie imprese, quindi è chiaro a chi ci riferiamo come nostro utente sulla piattaforma. La nostra mission è quella di aiutare le aziende ad approcciarsi in modo facile e rapido ai nuovi strumenti e canali digitali: “aprire il digitale a tutti”».

Che soluzioni tecnologiche sono alla base del funzionamento del “marketplace” e come si accede?

«Avete presente Netflix? In Allbora abbiamo riadattato al mondo manifatturiero logiche e algoritmi di intelligenza artificiale provenienti dal sistema Netflix per rendere facile, veloce e digitale il processo di domanda/offerta di prodotti, servizi, lavorazioni e tecnologie. Andiamo nello specifico. Se un’azienda oggi non ha nessun canale digitale, a noi basta una semplice brochure (un documento che ci descriva le attività che l’azienda compie e offre al mercato) per essere in Rete. Per chi ha un sito, invece, la cosa è ancora più facile: penserà a tutto il nostro sistema che in automatico migliorerà le prestazioni di tutti i canali online. Accedere alla nostra piattaforma è facilissimo, basta andare su www.allbora.com e registrarsi inserendo i dati nel form sotto la voce “registrati”. Una volta terminato il periodo di prova, il costo sarà quello di un caffè al giorno. Per quanto riguarda il buyer, cioè chi cerca le aziende sulla piattaforma, lo aiutiamo e indirizziamo verso la soluzione tecnica più affine, tramite sistemi di raccomandazione. Cosa significa? Che in Allbora non apparirà in prima pagina chi paga di più o ha lavorato meglio con la Seo (Search engine optimization), ma sarà visibile l’azienda che più rispecchia l’intento di ricerca del buyer. Abbiamo depositato un brevetto di processo proprio per proteggere il nostro algoritmo di ricerca e il sistema di visualizzazione basato su affinità tra azienda offerente e utente ricercante».

Quali sono i numeri che attualmente fa registrare Allbora e quali sono i piani di crescita per il prossimo futuro?

«La nostra piattaforma è online da ottobre 2020 e attualmente contiamo circa 40 aziende, quasi tutte provenienti dal teramano. Ovviamente, con la seconda ondata di Covid-19 è stato difficile raggiungere i nostri potenziali clienti, ma anche grazie ad Abruzzo Magazine vogliamo abbracciare l’intera regione nei prossimi sei mesi. Puntiamo a essere la piattaforma di riferimento europea per la ricerca di aziende e, ad oggi, siamo già pronti a ospitare un milione di aziende sulla nostra piattaforma. Siamo consapevoli che il nostro sistema può dare tantissimi vantaggi se molte realtà si iscrivono e accedono ad Allbora. Pensiamo a quello più banale, ma che in molti casi oggi fa la differenza per le nostre aziende: il posizionamento organico sui motori di ricerca come Google. Sono sicuro che le aziende sanno quanta fatica e quante risorse occorrono per apparire tra i primi quattro risultati su Google. Noi lo facciamo al posto loro, ci stiamo posizionando tra le prime posizioni per veicolare il traffico verso le loro imprese. Infatti voglio sottolineare che Allbora è solo un facilitatore digitale, cioè guidiamo verso l’azienda più affine il cliente ricercante».

Essere startupper e fare impresa partendo dalla provincia teramana. Quali sono i lati positivi e negativi di questa scelta?

«Bella domanda. Ormai è circa un anno che abbiamo fondato Allbora e tante persone mi hanno detto “bella tecnologia, bel team e bel modo di rispondere all’esigenza di digitalizzazione”. Ma perché l’Abruzzo? A chi mi pone questa domanda rispondo sempre così: se avessimo fondato Allbora in Lombardia forse avremmo avuto meno notti in bianco, ma che gusto ci sarebbe stato? So benissimo che esistono regioni più pronte per la transizione digitale e che in molti casi l’imprenditore abruzzese può essere più restio al cambiamento, ma nel settore delle Pmi c’è bisogno di confronto, di rapporti personali, di conoscersi e di fiducia. Credo fortemente che dimostrare che una piattaforma così innovativa abbia preso piede in Abruzzo dimostri la validazione della nostra startup».

Che consigli è possibile fornire ad altri giovani che intendono mettersi in gioco e sviluppare un percorso imprenditoriale innovativo?

«Il consiglio che mi sento di dare è di studiare e leggere qualche libro interessante sul tema, ma soprattutto approfondire cosa significa creare una startup. A tal proposito stiamo lanciando un nuovo format su TikTok proprio per fare cultura imprenditoriale digitale tra i più giovani. Ma, tornando al territorio, l’importante è fare rete! Purtroppo vedo poche startup nella nostra regione, e la maggior parte di queste sono spin off di università o grandi società già affermate. Soprattutto nelle prime fasi (pre-seed, in gergo) è importante confrontarsi con chi ha avuto anche una minima esperienza nel settore, per evitare di commettere gli stessi errori».

Per leggere la versione integrale dell’articolo, passa in edicola e acquista Abruzzo Magazine.