ANCE CHIETI FESTEGGIA I SUOI PRIMI 70 ANNI

di Federico Niasi

I 70 anni di Ance Chieti: l’intervento di Angelo De Cesare al Teatro Marrucino

Teatro Marrucino gremito per festeggiare, in grande stile, i 70 anni dell’Associazione dei costruttori della provincia teatina. Una storia partita nel lontano 1946. Siamo nell’immediato dopoguerra, con un territorio e un Paese che andavano tirati su nuovamente. E poi decenni di boom straordinario, di impegno, ma anche di sacrifici. Per arrivare ai giorni nostri e alla crisi che attanaglia il settore. «Questo momento negativo – dice dal palco Angelo De Cesare, presidente di Ance Chieti – lo dobbiamo superare come fecero i nostri predecessori: tirando simbolicamente il carretto e portando sabbia nei cantieri. Serve essere uniti, andare avanti insieme».

Ance Chieti ed i suoi primi 70 anni: come spingere una nuova politica industriale?

L’anniversario è occasione per toccare e veicolare i punti principali di una nuova politica industriale per il comparto. Perché l’edilizia deve rappresentare il motore dell’economia circolare: uno sviluppo che, da un lato, significa incentivare e favorire il riutilizzo dei materiali, dall’altro promuovere una vasta azione di riqualificazione energetica del patrimonio già esistente. E poi la digitalizzazione delle imprese, magari attraverso il bim (building information modelling/management), in grado di favorire la gestione integrata e informatizzata delle attività. L’attenzione va posta poi sull’eccellenza del prodotto e del processo, elementi sempre più richiesti dal mercato. L’aspetto tecnologico è un must rilevante nelle opere, per questo c’è bisogno di un percorso di qualità che coinvolga, nella fase di promozione e costruzione, i soggetti esecutori e strutture esterne di controllo tecnico, con un ruolo previsto pure per l’utilizzatore finale. Un sistema destinato a superare ed escludere le garanzie degli articoli 1667 e 1669 del codice civile.

Urgenti sono le soluzioni per i problemi di accesso al credito, il nodo più problematico da sciogliere. Nel dettaglio, uno degli scogli è la sotto-patrimonializzazione delle aziende, la marcata differenza tra il capitale sociale e l’indebitamento accumulato che rende molte realtà non finanziabili a causa dei limiti imposti da Basilea 3 e dall’Eba. Sul tavolo ci sono uno strumento innovativo che sta elaborando il Mise e una proposta normativa, che arriva proprio dall’Ance, per un’agevolazione fiscale a favore delle persone fisiche che investono nel capitale di rischio di imprese impegnate in operazioni immobiliari di rigenerazione urbana, housing sociale e crescita immobiliare. Infine occorre introdurre un diverso sistema di rating per l’accesso alla garanzia pubblica per le Pmi e contare maggiormente su forme alternative di finanziamento. Fondi di private debt potrebbero essere la via per favorire una crescita, interna ed esterna, dei diversi player, con un accesso a capitali attraverso il circuito dello shadow banking.