PROTEZIONE DEL PATRIMONIO CON ANTONIO SCIPIONE

di Andrea Beato

Mettere le nostre proprietà in sicurezza è possibile? Lo chiediamo all’avvocato abruzzese Antonio Scipione, con 25 anni di esperienza nel settore.

L’AVVOCATO ANTONIO SCIPIONE: COME PROTEGGERE IL PROPRIO CAPITALE

Come ci difendiamo da ladri e rapinatori? Alziamo muri, installiamo portoni blindati e sistemi d’allarme, chiudiamo i preziosi in cassaforte. Se abbiamo così a cuore i nostri beni, perché non proteggere anche il resto del patrimonio personale o aziendale che in casa o in cassaforte non entra? Che prezzo ha la tranquillità? Quanto vale la serenità? Quanto peso ha nei nostri pensieri e azioni l’insicurezza di non avere il frutto del nostro lavoro tutelato e al riparo da attacchi di terzi? Per rispondere a queste e altre domande ci siamo rivolti ad Antonio Scipione, avvocato abruzzese del Foro di Chieti che con il suo studio si occupa, nello specifico, di protezione patrimoniale da ben 25 anni. «Sono stato in molti Paesi nel mondo per studio e lavoro – esordisce Scipione – per applicare e vedere applicati gli strumenti di tutela che propongo ai miei clienti. Oggi in Italia si sta sempre più diffondendo la consapevolezza da parte di imprenditori, professionisti e privati di poter perdere o vedere intaccato il capitale costruito nel corso della vita, magari investito per sviluppare l’azienda o semplicemente per garantire un presente e un futuro sereno alla propria famiglia. Un capitale che può essere bersaglio di creditori privati o pubblici. Da qui la conseguente ricerca della migliore soluzione per preservare gli averi personali». Il nostro ordinamento prevede diverse strade di salvaguardia, ma è necessario operare tempestivamente.

TRUST E ALTRI STRUMENTI PER UNA CORRETTA TUTELA PATRIMONIALE CON L’AVVOCATO ANTONIO SCIPIONE

«Bisogna prevenire, non curare. Attraverso un lavoro anticipatorio e sapiente sui mezzi a disposizione – aggiunge Scipione -, è possibile procedere a una proficua tutela e pianificazione patrimoniale. I valori sono l’interesse prioritario da custodire (gestione del patrimonio familiare, tutela delle persone prive di autonomia, svolgimento dell’attività imprenditoriale…) e lo scopo da perseguire, soprattutto in particolari situazioni come il passaggio generazionale, la liquidazione di una società, le procedure concorsuali». Quindi la“sfida”è ottenere legalmente la segregazione assoluta e l’intoccabilità delle proprietà, pur continuando a permettere a queste di “lavorare”: «Le soluzioni per raggiungere lo scopo sono varie. Quella che preferisco, la migliore in assoluto, è il trust. Proviene da un istituto giuridico di origine anglosassone, riconosciuto in Italia ma non regolamentato dalla nostra legge, e consente di separare i beni in esso inseriti dal patrimonio di un soggetto per il perseguimento di precisi interessi a favore di determinati beneficiari o per il raggiungimento di uno scopo determinato, affidando la gestione a una persona, il cosiddettotrustee”, che può essere chiunque goda della sua fiducia. Tutto ciò che è inserito all’interno di un trust è impignorabile dai creditori del disponente, del “trustee” e dei beneficiari, se sono previsti e a certe condizioni. Le possibilità di sfruttamento sono innumerevoli». I costi? «Non bassissimi ma abbordabili, di sicuro estremamente convenienti se messi a confronto con le perdite che si potrebbero verificare. Purtroppo gli incidenti di percorso possono capitare a tutti, se guidiamo un’auto è meglio essere protetti da dieci airbag piuttosto che da uno solo. La bravura – conclude l’avvocato – sta proprio nel creare una realtà in evoluzione, sicura, inattaccabile nelle sedi giudiziarie e non ingessata. Dev’essere duratura nel tempo e sfruttabile sia nel presente che nel futuro. Dunque dinamicità, adattabilità e sicurezza. Possiamo dire che un bravo capitano ti porta fuori dalla tempesta, ma un grande capitano te la fa evitare!».