di Andrea Beato
«La nostra è una tipica Pmi italiana che ha fatto della professionalità la propria bandiera e che, da tempo, si confronta con player locali e mondiali. Alla base utilità e innovazione nella gestione dei processi biologici legati alle produzioni alimentari». Con queste parole Claudio Mazzoni presenta Dalton Biotecnologie, da lui stesso fondata nel 1974 e che oggi lo vede amministratore unico. Un vero e proprio campione nascosto, di quelli che ci piace raccontare e portare all’attenzione dei lettori di Abruzzo Magazine. Il settore di riferimento è dunque quello della microbiologia applicata al food e al probiotico. Niente paura, nulla di così fantascientifico visto che da sempre i microrganismi sono impiegati, con grande successo, nell’industria casearia, panificatrice e fermentiera. Nel caso in questione il plus è però costituito dall’approccio: cogliere l’essenza dei fenomeni biologici, trasferendo con semplicità e naturalezza i principi fondamentali ai metodi delle trasformazioni alimentari.
«La filosofia – interviene Carlo Perla, responsabile Ricerca&Sviluppo – è orientata a offrire la possibilità di scegliere e gestire, con la massima precisione, i processi utili, andando a evitare quelli dannosi, ottimizzando il grado di coerenza dei processi stessi, della qualità dei prodotti e del marketing, a livelli che spesso sono ritenuti irraggiungibili o instabili. L’ampia e specifica conoscenza dell’iter operativo è già di per sé un elemento d’innovazione, capace di liberare risorse di valore economico e non solo, magari inesplorate e trascurate». Così, dietro le colture casearie, nutrizionali e i coadiuvanti tecnologici di Dalton c’è molto di più. C’è la sicurezza di ciò che mangiamo; le sfumature di gusto e olfattive che solo certi cibi sanno esprimere; il forte legame con il territorio d’origine, che può tradursi in valore aggiunto anche dal punto di vista commerciale…
«La nostra intera proposta – prosegue Paolo Marfisi, responsabile Qualità – tiene in forte considerazione la soluzione su misura, studiata sulla specifica e soggettiva realtà applicativa, mediante un servizio di assistenza bio-tecnologica di elevato standard professionale. Siamo un po’ dei consulenti che si pongono a metà strada tra i produttori nostri clienti e i consumatori finali, con l’intento e il risultato di preservare le proprietà e le unicità degli alimenti minacciati dalla massificazione. Come ulteriore attestato di garanzia, ci avvaliamo della certificazione di produzione Biologica, della Iso9001, Brc Food Safety Standard Issue 7, Ifs Food, Halal e Kosher».
«Da qualche anno – prende la parola Giuseppe Sebastio – abbiamo attivato (collaborando assieme a Geo Foodtech, con cui Dalton è partner della rete d’impresa Bioartis, ndr) una divisione che si rivolge esclusivamente all’ambito enologico e che coordino personalmente. Una delle attività più coinvolgenti che proponiamo alle realtà del comparto è la “selezione in vigna” di lieviti indigeni, Saccharomyces e non, attraverso l’attuazione di programmi personalizzati di isolamento e sviluppo di specie e ceppi che fanno parte della microflora spontanea dei vigneti aziendali. Prelevati dalla vigna, i migliori ceppi vinari vengono forniti alla cantina sotto forma di lieviti freschi, anche con certificazione bio, che garantiscono correttezza e ripetibilità del processo, tipicità e distinguibilità nel risultato finale. Questa via rappresenta un valido strumento per tipizzare i vini, per legarli all’area di provenienza e valorizzare la biodiversità nell’espressione del terroir. Vogliamo promuovere, in questo modo, il mantenimento di specifiche identità tecnologiche territoriali, che possano contrastare il rischio di omologazione dei vini».