di Federico Niasi
Nel marzo 2015, il governatore Luciano D’Alfonso l’aveva proposta pubblicamente come nome di garanzia per la società unica di trasporto Tua. Era arrivato un gentile “no, grazie” e ora, a distanza di qualche mese, la ritroviamo amministratore delegato di Trenitalia.
È la prima donna a ricoprire un ruolo così importante nella storia dell’azienda che gestisce il trasporto di passeggeri e merci. Barbara Morgante, 52 anni, nata a Livorno, può considerarsi a tutti gli effetti abruzzese. L’infanzia e l’adolescenza le ha infatti trascorse nella provincia teatina.
La intercettiamo all’Aquila a fine gennaio, in una delle primissime uscite pubbliche nella nuova veste. L’occasione è data dalla presentazione di Swing, l’innovativo treno diesel per i pendolari, il primo di quattro presto attivi sul percorso che collega il capoluogo di regione a Sulmona.
Dopo la parte istituzionale, viene incalzata dalle domande, in primis le problematiche sulle due tratte Pescara-L’Aquila e L’Aquila-Roma. «C’è un bypass già progettato a Sulmona – dice la Morgante – che avrebbe molta funzionalità per i collegamenti Pescara-L’Aquila. Per quanto riguarda Roma, si stanno facendo degli studi di tracciatura, degli “slot” di disponibilità per accorciare i tempi di percorrenza che, evidentemente, prevedono la soppressione di alcune fermate con basso afflusso. L’analisi prevede anche che ci sia capacità di accoglienza alla stazione Roma Termini».
Sul progetto proposto dalla Regione per l’autostazione-snodo a Lunghezza, per poi predisporre delle navette verso la capitale, afferma: «Tutto è possibile, siamo a favore dell’integrazione ferro-gomma, siamo anche disponibili a vagliare soluzioni che ci vedono in partnership con altri operatori. Per Trenitalia il focus è servire il cliente finale e fare in modo che il servizio sia apprezzato».
Infine sul rapporto tra pubblico e privato, «per quanto riguarda i tratti di lunga percorrenza, c’è una liberalizzazione piena. Lo dimostra l’alta velocità, il servizio più ricco dove si è collocato un competitor. L’Italia ha deciso, sul settore ferroviario, di aprire più di quanto è stato fatto in Europa. Una scelta che abbiamo dovuto accettare, ma di fronte alla quale abbiamo risposto con ottimi risultati, perché oggi copriamo una quota di mercato assolutamente importante».