di Federico Niasi
Con il dottor Donato Zizi e la dottoressa Marianna Tornese di Biorigeneral Clinic parliamo delle tecniche Fue (Follicolar unit extraction) e Fut (Follicular unit transplantation), che richiedono una semplice anestesia locale e offrono risultati certi.
DONATO ZIZI, DIRETTORE SANITARIO DI BIORIGENERAL CLINIC, OPERA NELLA CHIRURGIA DELLE CALVIZIE DAL 1999
Entrare in Biorigeneral Clinic significa affidarsi a un poliambulatorio di specialistica medica e chirurgica, che eroga tutte le prestazioni eseguibili in regime ambulatoriale. Il core business è incentrato sulla cute e sulle patologie a essa collegate. I professionisti del centro, con sede a Roseto degli Abruzzi (Teramo), hanno sviluppato, in modo particolare, un’esperienza ventennale nella tecnica dell’autotrapianto dei capelli, condividendo le loro conoscenze con altri colleghi in Inghilterra e in Italia, come a Perugia, Firenze, Lecce e Roma, presso la clinica del noto professor Marco Gasparotti. Il dottor Donato Zizi (direttore sanitario di Biorigeneral Clinic) è impegnato nella chirurgia delle calvizie fin dal 1999, tra i primi a praticare il metodo Fue (Follicolar unit extraction), sia manuale che motorizzato. La dottoressa Marianna Tornese esercita invece nel settore dal 2009, anche lei altamente qualificata nella suddetta tecnica. «Da sempre – dicono Zizi e Tornese – poniamo attenzione verso le evoluzioni e gli aggiornamenti legati a questa delicata problematica, per avere una preparazione e una strumentazione sempre all’avanguardia. L’obiettivo è venire incontro alle esigenze dei nostri clienti.
DONATO ZIZI: «LA TECNICA FUT APPLICATA DA BIORIGENERAL CLINIC»
Alla terapia medica, per intenderci quella attraverso Minoxidil e Finasteride (gli unici due medicinali in grado di rallentare la progressione della calvizie androgenetica e, in qualche caso, rinforzare i capelli ancora esistenti), si affianca la Fut (Follicular unit transplantation), attraverso la quale viene prelevato un sottile lembo di cute dalla zona occipitale. Da qui si passa a isolare le unità follicolari, in grande quantità e qualità. Rimane, però, un sottile esito cicatriziale, anche se, con le più innovative tecniche di incisione e sutura, la cicatrice è quasi indistinguibile. Oggi il procedimento si usa molto meno rispetto al passato, grazie ai miglioramenti ottenuti con la Fue. Con la Fue, infatti, le unità follicolari (almeno 1.500 in una sola seduta) vengono prelevate con un apposito strumento chiamato “punch hair matic”, che consente di estrarle senza effettuare incisioni. Per facilitare il compito è opportuno prima tagliare la chioma molto corta. Il recupero è rapido, in quanto non si applicano punti di sutura, la zona donatrice recupera velocemente e si ottengono buoni effetti anche in pazienti con capelli mossi o addirittura ricci». Qual è il decorso post trapianto? «Dopo i primi giorni e le prime settimane con leggeri gonfiori e piccole crosticine puntiformi, a circa tre mesi dall’intervento si assiste all’inizio della ricrescita. A sei si ha un primo risultato, in genere definito soddisfacente, e a dieci, dodici mesi gli esisti definitivi. I costi variano dai 1.500 ai 3.900 euro (sopra i 3mila bulbi impiantati)».