di Andrea Beato
L’AZIENDA PUNTA A UNA PRESENZA INTERNAZIONALE
Storia particolare e, per certi versi, affascinante quella di Carbotech. L’azienda di Martinsicuro (Teramo) sta portando avanti un piano di presenza e sviluppo estero, pur mantenendo mente e cuore saldamente in Abruzzo, nella Val Vibrata. Il protagonista dell’espansione è l’ingegnere meccatronico Lorenzo Dattoli, managing director, che, nel 2009, ha acquisito l’attività attraverso un’operazione di “buy out”. Pescarese, 42 anni, che al mondo scientifico abbina una forte propensione commerciale. «Nasciamo – dice – dalle ceneri di una storica realtà italiana (Elettronica del Basso Nera, Ebn), finita in mani multinazionali, di stampo prima inglese e poi americano. Sono stato assunto qui nel 2004, come responsabile dell’ufficio tecnico, per progressivamente ricoprire il ruolo di responsabile di produzione, di stabilimento, membro del consiglio d’amministrazione e amministratore delegato. Fino a diventarne unico proprietario, dopo la proposta presentata alla vecchia holding. Sette anni fa il fatturato era poco sopra i 5,5 milioni di euro, con 45 risorse umane impiegate. Oggi il giro d’affari si attesta sui 13 milioni e i dipendenti sono ben 83. Una crescita sana e autofinanziata, senza l’intervento di alcun istituto di credito (altra singolarità più unica che rara!)».
LA NICCHIA DELLE SPAZZOLE
Il business ruota attorno alla produzione di spazzole in grafite, metalgrafite ed elettrografite, «un ambito di nicchia, che presenta alte barriere all’ingresso e dove il know-how è fondamentale. In Italia siamo solo tre player, nel mondo meno di dieci. La spazzola è un po’ come un pneumatico, la differenza sta tutta nella mescola. Stiamo parlando della componente più importante in un motore, quella che ha la funzione di trasformare l’energia elettrica in meccanica». Un prodotto, se vogliamo, dalle dimensioni modeste, ma che riguarda molte delle azioni che, con semplicità, svolgiamo tutti i giorni. «Nell’automotive lo troviamo nello starter, nell’alternatore, nell’apertura dei finestrini e del tettuccio, nella movimentazione dei sedili e dei tergicristalli, nell’abs, nel servosterzo, nel bloccaggio elettronico del differenziale… Altre applicazioni sono nel cosiddetto reparto bianco, negli aspirapolvere, nella lavatrici e lavastoviglie, nei “power tools” come trapani professionali o di utilizzo comune, e negli ”home appliances” nel caso di mixer, frullatori e diversi robot da cucina. Dal nostro “headquarter” escono circa 200 milioni di pezzi ogni anno, con un altissimo livello di automazione. Abbiamo un rapporto uomo/macchina di uno a cinque. L’export raggiunge la quota dell’82%, con tanto Sud America, riferimento Usa per le due e quattro ruote».
LO STABILIMENTO IN SERBIA
Lo scorso aprile, Carbotech ha inaugurato un nuovo plant in Serbia, a 50 chilometri a sud di Belgrado. «Un primo progetto di internazionalizzazione. Una decisione – sottolinea Dattoli – connessa a un importante cliente, Johnson Electric, che, già da qualche tempo, ha avviato una sede lì. Non vogliamo essere dipendenti da un unico interlocutore. Per questo abbiamo preso contatti, già trasformati in commesse, con imprese russe. Spostarci fuori significa ottenere tre vantaggi. Il primo relativo alla tassazione più bassa delle merci, che non hanno nemmeno bisogno di essere trasportate; una maggiore vicinanza ai partner, per garantire servizi aggiuntivi; la possibilità di gestire in loco e in tempo reale problematiche sulla qualità, il disegno, il rumore, in generale sulle performance». Nell’impianto in terra balcanica lavorano, attualmente, sette figure, che hanno tutte seguito un periodo di formazione in Abruzzo. «L’obiettivo è duplicare le fasi di pressatura, cottura e finitura, mantenendo, però, a Martinsicuro l’intera parte di ricerca, anzi andandola presto a potenziare. Il tutto per non disperdere il “saper fare” che ci contraddistingue, rischiare in termini economici e scongiurare futuri “spin off”». Le novità non finiscono qui, visto che l’ingegnere ha da annunciare un prossimo step: «Entro la fine dell’anno sbarcheremo anche in India, a Banagalore, con un sito che, a regime, accoglierà 70 persone e, secondo le previsioni per il 2017, genererà ricavi per poco meno di 1,5 milioni di euro». “Rumors” parlano, infine, di un’imminente acquisizione di una società tricolore, per diversificare i settori di specializzazione. Ma sue questo la risposta è, al momento, un gentile “no comment”.