di Federico Niasi
Torna il Corfinio, liquore dolce dal classico colore aureo, che affonda le sue radici nel 1858. Oggi è Fausto Napoli Barattucci a proseguire la produzione.
FAUSTO NAPOLI BARATTUCCI RILANCIA IL LIQUORE CORFINIO
Ha contribuito a far conoscere la nostra regione, legandosi alla storia del territorio, alle tradizioni, ai personaggi del Cenacolo dannunziano… È il Corfinio, liquore pronto a compiere i suoi primi 160 anni nel 2018. Alle origini l’intuizione di un giovane alchimista, Giulio Barattucci, che a metà Ottocento si dedica allo studio delle piante officinali raccolte tra i sentieri della Majella. Tra diverse prove e affascinanti alambicchi arriva la ricetta definitiva. Ricetta che conta 42 varietà tra erbe, fiori, semi e radici per un ventaglio generoso e intenso di odori e una vivacità di sapori su una struttura dolce; una elegante e brillante veste aurea dovuta allo zafferano autoctono e una gradazione alcolica di 39º. Il nome deriva dal piccolo borgo della Valle Peligna, prima capitale d’Italia durante la guerra sociale contro Roma (91-88 a.C). Fatto il prodotto, occorre farlo conoscere! Il suo creatore è un precursore anche nel campo della pubblicità e di quello che nel linguaggio moderno si definisce “packaging”, facendo stampare manifesti affissi nelle principali città nazionali (tre pezzi sottosopra e uno nel senso giusto per destare curiosità tra i passanti), ingaggiando uomini sandwich con due cartelloni, uno appeso sul petto e l’altro sulla schiena, e lanciando confezioni particolari, come l’anfora di ispirazione ellenico-etrusca dipinta da Francesco Paolo Michetti.
IL CORFINIO E LA NUOVA PRODUZIONE RIPRESA DA FAUSTO NAPOLI BARATTUCCI
Nel 1879 il brevetto numero 165, ottenuto da sua maestà re Umberto I, lo inserisce tra i fornitori della Real casa. E a sigillo del percorso, la prima licenza in Abruzzo come distillatore con trasformazione a caldo. La generazione successiva si allarga con ben tre liquorerie, a Chieti, Pescara e Napoli. Oggi l’unico erede è Fausto Napoli Barattucci che ha ripreso, dal 2016, la produzione della bevanda alcolica. «Al momento ancora di nicchia, con circa 8mila bottiglie l’anno – racconta mentre ci guida nella visita del punto vendita e del piccolo museo che ripercorre l’evoluzione dell’azienda di famiglia e che si trova proprio a Chieti, in via Amendola al civico 66-68 -. Nei ristoranti, nei locali e nei negozi in cui viene venduto e servito (perfino dal rinomato Castroni), riesce sempre a sorprendere: a fine pasto, da gustare ben freddo, come aperitivo, punch o come affogato. La linea è stata ampliata con la crema di cioccolato, la gelatina, il panettone e il pantorrone, tutti al Corfinio. L’amaro Majella l’unica variazione sul tema. L’obiettivo è ora riportare in auge un brand autentico, farlo conoscere nuovamente nel mondo, con la stessa passione e spirito trasmessa dai miei avi».