PASTA DE CECCO, 130 ANNI MADE IN ABRUZZO

di Andrea Beato

Il pastificio De Cecco, partito da Fara San Martino (Chieti), taglia l’importante traguardo. Evento esclusivo all’Aurum di Pescara con tanti ospiti, tra cui Il Volo e lo chef Heinz Beck.

DE CECCO, LA PASTA COMPIE 130 ANNI

La grandezza di alcune imprese sta nel raggiungere l’obiettivo prefissato, senza mai guardarsi indietro e compiacersi di quanto fatto, ma decidendo di spostare ulteriormente di qualche metro la linea del traguardo, per dedicarsi a nuovo sfide. È il segreto anche di De Cecco e della sua storia che, dal 1886, continua con successo fino ai giorni nostri. Nell’evento per i 130 anni di attività, svolto a novembre all’Aurum di Pescara, lo spazio per i ricordi viene sovrastato dalla voglia di proiettarsi ancora verso il futuro. Di esplorare territori attrattivi, portando con sé il bagaglio di competenze acquisite sul campo. Il protagonista indiscusso della giornata è il presidente, Filippo Antonio De Cecco, che mette subito in chiaro una cosa: «Il legame con la regione è fortissimo e non scindibile. Siamo qui e siamo nel mondo. Abbiamo scelto di essere globali, senza però tagliare le nostre radici. C’è gente tosta, leale e lavoratrice. E poi ci sono località incredibilmente belle da tutelare». Protagonisti sono, inoltre, gli altri membri della famiglia presenti, a cominciare dagli amministratori delegati Saturnino e Aristide De Cecco, e una larghissima rappresentanza di dipendenti, giunti in organico a toccare quota 1.200, di cui 800 in Italia. E, per il pastificio, Italia fa rima con Abruzzo e con gli stabilimenti di Fara San Martino (Chieti), lo storico, e il più recente di Caldari di Ortona (Chieti). Prima dell’attesissima performance canora del trio Il Volo e dell’assaggio dello strepitoso menu preparato dallo chef stellato Heinz Beck, si alternano sul palco personaggi del mondo politico, economico e accademico, invitati a portare saluti e testimonianze.

IN 130 ANNI DALL’ABRUZZO AL MONDO CON DE CECCO

Analitico il discorso del professor Giuseppe Paolone, rettore vicario dell’Università telematica Pegaso. «La mia storia come consulente dell’azienda – afferma – ha inizio circa 40 anni fa. Nel tempo, De Cecco ha saputo innovarsi sotto ogni punto di vista, passando da una veste giuridica personalistica, poi capitalistica per finire all’attuale assetto di holding finanziaria operativa». Trasformazioni in linea con i mutamenti dello scenario generale e alla base della crescita vertiginosa avvenuta. I principali indici ne fanno capire l’entità, basta citare il valore della produzione arrivato a 416,4 milioni di euro (+3,0% rispetto al 2014, con 282,4 milioni di quota nel nostro Paese e 134,8 all’estero), Ebitda di 45 milioni di euro, Ebit 21 e utile netto di 2,2 milioni. In più una posizione finanziaria netta che si attesta sui 204 milioni di euro, di cui il 60% a breve termine. Spaghetti, maccheroni e penne piacciono molto fuori confine, soprattutto negli Usa. Secondo i dati Nielsen, infatti, negli Stati Uniti si registra un incremento annuale a volume del 21,4%, del 14.3% in Francia, del 6.1% in Germania, del 17,2 in Olanda, del 12,4% in Messico e del 9,5% in Svizzera. Menzione speciale merita la Russia, dove il Gruppo ha acquisito, nel 2011, tre realtà locali, impegnate nel settore pasta con i marchi Extra M, Znatnie e Saomi, linee destinate principalmente al mercato interno e all’esportazione in Bielorussia, Uzbekistan e Azerbajan.

130 ANNI DI DE CECCO: PASSIONE E INNOVAZIONE

Nella passerella organizzata, un emozionato Luciano D’Amico, rettore dell’Università degli Studi di Teramo, che ha conferito, qualche anno fa, la laurea ad honorem in Scienze e tecnologie alimentari proprio a Filippo Antonio De Cecco, parla di alto valore culturale e sociale. Gli fa eco il presidente della Regione, Luciano D’Alfonso, nel sottolineare il merito pedagogico svolto dall’industria cento per cento “made” in Abruzzo e lancia una proposta: «Perché non apporre su ogni confezione che esce dalle linee un qr code che rimandi a un video del territorio? Non ci sarebbe miglior ambasciatore, per far conoscere, ovunque, le bellezze delle nostre zone». «Al centro – chiosa il presidente De Cecco – rimane però sempre la ricerca costante, pignola, quasi ossessiva, il metodo, mix di tradizione e modernità, per offrire su così tante e diverse tavole sempre l’eccellenza assoluta. Chi fa la De Cecco crede in ciò che fa e, da sempre, ne è il primo e miglior testimonial. Cambiare per migliorare, è questo il nostro imperativo. La tecnologia si evolve e dobbiamo stare al passo, anzi il nostro passo deve essere il più veloce!».