LO SVILUPPO DI ELCO NEL SEGNO DI GUIDETTI

di Andrea Beato

Il quartier generale di Elco a Carsoli (L’Aquila) è il plant fondamentale per la costruzione di circuiti stampati. Un approccio “glocale” per essere, sempre più, leader di mercato.

PER ELCO UN TEAM DIREZIONALE DI ECCELLENZA DOPO LA PREMATURA SCOMPARSA DI CARLO GUIDETTI

Lo scorso aprile, un malore improvviso ha portato via Carlo Guidetti, amministratore delegato e azionista di maggioranza di Elco Spa. Un accadimento sconvolgente. Il Gruppo, incredulo, ha dovuto, per ragioni legate all’inaspettabilità dell’evento, affrontare una serie di problematiche lontane dallo svolgimento naturale delle attività “core”. Guidetti era una fucina di idee e soluzioni imprenditoriali, difficile da comprendere al primo impatto, ma con il quale era comunque facile confrontarsi in ogni momento. Fortunatamente, i diretti collaboratori (soprattutto amici) erano in stretto contatto con Guidetti e, per questo, in tempi rapidi, è stato possibile ricostruire la “fotografia” delle sue direttive e delle direzioni “macro-strategiche”, rispetto alla strada futura che aveva in mente. In modo responsabile e con umiltà, si è pertanto proceduto a ripristinare un team direzionale di persone fidate, per guidare al compimento i progetti e le strategie indicate. Elco, fondata nel 1970, è specializzata nella produzione di circuiti stampati a elevato contenuto tecnologico per sistemi elettronici, con sede a Carsoli (L’Aquila) e stabilimenti in Olanda, Belgio e Cina. Clienti top, con relazioni ormai consolidate, che aiutano a incrementare il grado di difficoltà tecnologica rispetto alle stringenti richieste di mercato. Per questo motivo, la ferma volontà strategica di “servire” il comparto aerospaziale e della difesa, potendo mettere comunque sul piatto certificati e qualificati, dell’automotive e dell’elettronica industriale. Sfide impegnative per un perfezionamento costante, frutto di investimenti in automazione e formazione, con il fine di accrescere la maturità digitale e generare una forte resilienza, in un contesto estremamente difficile a livello commerciale e di business.

ELCO NELLA MARSICA: 70 DIPENDENTI E UN FATTURATO PARI AL 40% DEL GRUPPO

Un’impresa che, dalla dimensione familiare, ha quindi saputo trasformarsi in player mondiale. Processo, sicuramente, graduale e impegnativo. L’aver creato un team di figure specializzate, ognuna in una determinata area di competenza, e, allo stesso modo, capaci di lavorare su una visione d’insieme comune e coordinata è stata una delle principali leve per progredire e assumere una posizione di leader di settore. I fattori di internazionalizzazione e il miglioramento continuo nella gestione produttiva hanno stabilizzato e concretizzato l’azienda nel tempo. Il quartier generale che sorge nella Marsica e che conta 70 risorse impiegate, registrando un fatturato pari al 40% del totale del Gruppo, è stato e continuerà a essere un punto di riferimento. Il “modello” messo in piedi a Carsoli ha rappresentato una fonte di ispirazione anche per la gestione dei vari “plant” nel Vecchio continente e i prossimi step di sviluppo sono pronti a passare da qui. La regione Abruzzo con le sue istituzioni, è sempre stata vicina a Elco con disponibilità e professionalità, dimostrandosi un giusto partner con cui costruire un rapporto fondato su fiducia e innovazione. Fondamentali pure le relazioni con altri “stakeholder” e “shareholder” presenti sul territorio: la divisione “Risorse umane” dell’azienda attinge, ad esempio, costantemente al bacino di ragazzi dell’Università degli studi dell’Aquila, per figure di alto profilo da inserire all’interno dell’organizzazione.

IL FUTURO DI ELCO REALIZZANDO PRODOTTI TECNOLOGICAMENTE “AL LIMITE DEL RIPRODUCIBILE”

In più, nei piani di crescita, approvati dal Miur (Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca), si sono già convogliate ulteriori energie per la produzione di circuiti stampati attraverso stampanti 3d che, sfruttando materiali di ultima generazione, consentono di realizzare soluzioni con piste impossibili da ottenere con i processi convenzionali. A ciò va inoltre ad aggiungersi un progetto relativo alla possibilità di creare componenti passivi elettronici direttamente sul circuito stampato. I componenti passivi integrati, questa la dicitura corretta, consentiranno altri ridimensionamenti degli articoli finiti, un miglioramento dell’efficienza, oltre a maggiori funzionalità intrinseche. Un approccio “glocalized”, che parte dall’Abruzzo, sembra la direzione giusta da continuare a seguire per la gestione e l’organizzazione di prodotti tecnologicamente “al limite del riproducibile”. Obbiettivo che ha richiesto uno sforzo nell’addestramento degli operatori, della parte manageriale e, in ugual misura, l’impiego di importanti risorse per l’acquisto di macchine ad alto valore aggiunto. Ad attendere Elco, un futuro fatto di scenari stimolanti e complessi all’interno del tessuto industriale italiano ed europeo. Intanto, l’evento pandemico che ha colpito duramente il nostro Paese, potrà essere interpretato come un’opportunità che obbligherà tutti a una revisione totale dell’assetto sociale, politico e industriale. La cosiddetta “italianità”, unione di creatività e flessibilità, potrà essere, ancora una volta, la bandiera di una pionieristica e rivoluzionaria prospettiva economica e produttiva.

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