di Luciana Mastrolonardo
BaseLegno, e i prodotti hanno nuova vita grazie a Fabio Barile
BaseLegno è un laboratorio, alle porte di Caprara (Pescara), in cui Fabio Barile, 34 anni, immagina e realizza oggetti di design, che nascono dal recupero di prodotti che hanno già finito la loro vita utile e rivivono in nuovi manufatti. «I mobili e gli oggetti che produco – ci dice mostrandoci una collezione di contenitori fatta per un privato – sono pezzi unici pensati e ideati completamente da me, che li progetto, li disegno e poi ne realizzo un modello tridimensionale, per far visualizzare sia a me, sia ai miei clienti, la forma che avrà la nuova vita degli oggetti recuperati». Barile è laureato in architettura e ha scoperto da poco che la sua passione è la concretezza del fare. Non gli basta disegnare mobili che qualcun altro realizzerà, ma vuole essere lui a plasmare i suoi progetti, consapevole al 100% di ogni singola fase realizzativa.
Fabio Barile ed il suo savoir faire: come nasce e lavora BaseLegno
Il suo è un percorso di recupero di “saper fare” artigianale, al tempo dell’intelligenza collettiva, di internet, dell’open source, in un percorso che va dallo studio progettuale in richiesta alle esigenze di un committente, fino alle restituzione tridimensionale e alla sua realizzazione. «Ogni oggetto è unico, studiato in modo approfondito per rispondere a una esigenza specifica. Alla base di tutto c’è il passaparola: chi vede in una casa o in un ristorante uno degli oggetti che realizzo, finisce per farmi lavorare su qualcosa di completamente diverso». Barile ci pone davanti agli occhi il set realizzato per un ristorante, che ha arredato integralmente, dai sottobicchieri, ai contenitori per olio e spezie, dai tavoli su pallet riutilizzati, a sedie su bobine.
L’approccio lavorativo di Fabio Barile, titolare di BaseLegno
L’approccio è quello dell’ascolto del materiale, in modo attento ed ecologico, utilizzando solo vernici all’acqua e trattamenti senza smalti. «Non sono un falegname, non ho la sapienza di chi conosce il mestiere. Il mio è un approccio da designer e da artigiano, che nasce dall’applicazione dei miei studi da architetto alla ricerca sulle potenzialità dell’oggetto. Il lato estetico è importante tanto quanto il rispetto del materiale e mi piace innovare e proporre qualcosa di nuovo, evolvere il mio design, insieme con la consapevolezza e la conoscenza delle materie prime con cui lavoro». Dal suo deposito “degli oggetti ritrovati” troviamo diversi oggetti che avranno una nuova vita in altre forme: dai materiali da imballaggio, presi dai cantieri a fine giornata, ai tronchi di legno, delle potature stagionali, fino a oggetti curiosi che Barile raccoglie dalle loro vecchie vite, per ispirare la sua ricerca di innovative funzionalità.