LA FONDAZIONE PAOLO VI TRA LE ECCELLENZE NAZIONALI

di Elena Gramenzi

La Fondazione Paolo VI, presieduta da monsignor Valentinetti, protagonista al tavolo di coordinamento della Cei accanto ad altri centri di eccellenza nazionale nel campo della riabilitazione

NEL TAVOLO DI COORDINAMENTO DELLA CEI LA FONDAZIONE PAOLO VI

La Cei (Conferenza Episcopale Italiana) è l’assemblea permanente dei vescovi italiani che assume particolare rilievo nei rapporti tra lo Stato italiano e la Chiesa Cattolica. Quest’anno tra i protagonisti del tavolo di coordinamento sull’autismo promosso dall’Ufficio Nazionale di pastorale della salute, riunitosi a Roma, figura la Fondazione Paolo VI, realtà presieduta da monsignor Tommaso Valentinetti. L’obiettivo dell’iniziativa è quello di mettere insieme le esperienze di diversi centri che si occupano ad alto livello di trattamento dei disturbi dello spettro autistico per condividere insieme il patrimonio che esprimono, sia in termini di bambini e persone che trattano, sia in termini di esperienza clinica e scientifica. Così, la Fondazione Paolo VI si colloca accanto ad altri centri di eccellenza nazionale nel campo della riabilitazione e della cura di questo disturbo, tra cui il Bambin Gesù di Roma, il Cottolengo di Torino, la Fondazione Don Gnocchi di Milano e l’Opera Don Guanella di Roma. Con questa scelta, ancora una volta viene riconosciuto il grande lavoro svolto in questi anni dalla realtà abruzzese, che a partire dall’applicazione del metodo Denver è in grado di fornire diagnosi precoce e intervento plurimo e globale a tutte le fasce di età. Attualmente, i servizi erogati in regime di convenzione con le asl della Regione Abruzzo riguardano ben 360 persone autistiche.

STEFANO VICARI IN VISITA AL CENTRO DELLA FONDAZIONE PAOLO VI

La Fondazione Papa Paolo VI è un ente morale nato nel 1977 che oggi rappresenta una realtà importante nell’ambito delle strutture socio-sanitarie per la Regione Abruzzo e per le Regioni limitrofe. Le attività riabilitative e assistenziali sono attuate con metodologie all’avanguardia nel settore e continuamente aggiornate ed affiancate da iniziative di ricerca scientifica. Don Massimo Angelelli, direttore dell’Ufficio della Cei, ha presieduto il tavolo di coordinamento che, per la prima volta, si è riunito lunedì scorso a Roma, avvalendosi della prestigiosa consulenza del professor Stefano Vicari (ordinario di Neuropsichiatria infantile all’Università Cattolica e primario di Neuropsichiatria infantile del Bambin Gesù, ma soprattutto tra i più autorevoli conoscitori di questo disturbo del neurosviluppo). Quest’ultimo ha dunque fatto visita al Centro Adriatico della Fondazione Paolo VI, per incontrare gli operatori e per effettuare una serie di visite di persone autistiche provenienti dalle sette strutture del gruppo.

LA FONDAZIONE PAOLO VI TRA I CENTRI D’ECCELLENZA NAZIONALE

La Fondazione Papa Paolo VI è un ente no-profit che ha come obiettivo il recupero funzionale e sociale dei soggetti affetti da minorazioni fisiche, psichiche e sensoriali, dipendenti da qualsiasi causa. Caratteristica peculiare dell’attività della Fondazione è la vocazione al servizio, all’attenzione per i bisogni delle persone più deboli e bisognose e al soddisfacimento delle loro esigenze. «Il tavolo di coordinamento – ha commentato il professor Vicari – ha lo scopo di condividere tra operatori di matrice religiosa buone pratiche sul tema dell’autismo e individuare un comune approccio basato su evidenze scientifiche. Conosco da anni la Fondazione Paolo VI, realtà che sul tema dell’autismo può vantare un ruolo di primo piano a livello regionale e nazionale, grazie al valore clinico e all’apporto scientifico delle sue attività. Per questo, il gruppo abruzzese sarà un interlocutore privilegiato nel tavolo appena istituito in un ambito come quello dell’autismo dove molto è stato fatto ma molto resta da fare. Ad oggi, infatti, si iniziano a conoscere i fattori di rischio, come la presenza di inquinanti in gravidanza, l’età paterna, la nascita prematura, la familiarità e il diabete in gravidanza. La ricerca e la condivisione di conoscenze sicuramente saranno indispensabili per ulteriori passi in avanti».