di Elena Delfino
La Guardia di Finanza ha reso omaggio alla figura del finanziere abruzzese superstite di Dachau nel corso di un evento a Milano organizzato dal Premio Parete.
PREMIO PARETE, GUARDIA DI FINANZA, ANED E ICS ALDA MERINI INISEME PER RACCONTARE LA TESTIMONIANZA DI ERMANDO PARETE
Non è semplice catturare e poi tenere alta l’attenzione di una platea di adolescenti. Ci sono riusciti i relatori dell’evento “Uomo Numero 142192” organizzato dal Premio Parete per il Giorno della Memoria 2023 nell’auditorium dell’Istituto comprensivo statale Alda Merini di Milano. Due ore di narrazione, riflessioni, testimonianze che hanno reso onore alla memoria di Ermando Parete, finanziere abruzzese, deportato politico, sopravvissuto al campo di sterminio di Dachau, morto a 94 anni dopo avere dedicato buona parte della sua vita a testimoniare gli orrori del Nazismo. Appuntamento che ha anche rappresentato l’impegno a fare sì che non si verifichi il timore espresso dalle recenti e amare parole della senatrice a vita Liliana Segre, che ha dichiarato: «Penso che tra qualche anno sulla Shoah ci sarà solo una riga sui libri di storia e poi neanche più quella». Ma anche l’occasione per ricordare che le deportazioni interessarono non solo gli ebrei, ma anche omosessuali, sinti, disabili, dissidenti politici come, appunto, Ermando Parete, che si rifiutò di entrare nell’esercito dei Repubblichini dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943 e, per questo, venne rinchiuso nel campo di sterminio tedesco.
I RELATORI PER IL GIORNO DELLA MEMORIA 2023
Davanti ai giovanissimi studenti di terza media a tutto il corpo docente e agli studenti-lavoratori adulti dell’istituto c’erano Angelo Lucio Rossi (professore e dirigente scolastico dell’istituto ospitante), il generale di corpo d’armata Fabrizio Carrarini (comandante Interregionale dell’Italia Nord occidentale della Guardia di Finanza), Cecilia Sala (giornalista, inviata di guerra e scrittrice), Leonardo Visco Gilardi (segretario nazionale dell’Aned – Associazione nazionale ex deportati nei campi nazisti) e Donato Parete (promotore del Premio Parete e figlio di Ermando). Un percorso tra passato e presente, quello disegnato dai diversi interventi, nel segno della Memoria alimentata da chi ha vissuto quella tragedia, dai loro eredi, ma anche da un presente che, ha sottolineato la giornalista Cecilia Sala, ci impedisce di dimenticare quello che è successo neanche ottanta anni fa perché in qualche modo lo sta replicando. «Voi sarete la prima generazione che vede una guerra convenzionale in Europa – ha detto agli studenti -. Pensavamo che non sarebbe stato più possibile dopo la Seconda guerra mondiale. State crescendo con la consapevolezza che, purtroppo, lo è ancora».
“VIVA LA GUARDIA DI FINANZA, VIVA L’ITALIA”: IL GRIDO DI ERMANDO PARETE CHE RISUONA NEL GIORNO DELLA MEMORIA
Se essere testimoni di quello che succede sui fronti di guerra e riportarlo a chi non vi assiste direttamente è il nutrimento della memoria di una giornalista, Aned svolge un lavoro quotidiano sul territorio per ricordare chi furono i deportati italiani. «Non dobbiamo mai dimenticare gli oltre 10mila nostri connazionali uccisi nei lager perché combatterono il nazifascismo. L’origine delle deportazioni e dello sterminio sistematico, che coinvolse gli ebrei ma non solo – ha risposto Leonardo Visco Gilardi, segretario nazionale dell’Aned – è agli inizi della Prima guerra mondiale: nei fascismi che disprezzano vita e libertà. Se siamo qui è grazie al sacrificio di uomini e donne che hanno anche scelto di dire di “no”». Come fece Ermando Parete che, nei giorni di prigionia pensava: «Quando mi fucileranno, griderò: “viva la Guardia di Finanza, viva l’Italia!». Così lo ha ricordato il generale di corpo d’armata Fabrizio Carrarini, che ha aggiunto: «Ermando Parete era un valore per la Guardia di Finanza e a testimonianza di questo proprio a Pescara gli è stata intitolata una nostra caserma, onore che di solito si riserva a chi è morto combattendo».
IL DOVERE DEI PIÙ GIOVANI DI PORTARE AVANTI I VALORI DI ERMANDO PARETE
«Con questo incontro vogliamo scongiurare le paure manifestate in questi giorni dalla senatrice Liliana Segre. Vogliamo dire “No, l’orrore dell’Olocausto non sarà facilmente dimenticato”, perché non lo permetteremo – ha invece affermato Donato Parete -. Ad arginare questi eventi dall’oblio è l’impegno di tante persone che hanno scelto di non lasciare che le testimonianze dei sopravvissuti finiscano in un cassetto. Anche per questo abbiamo scelto, insieme a tutti gli illustri ospiti che hanno voluto prendere parte a quest’evento, di avere con noi Cecilia Sala, reporter e giornalista, che coraggiosamente si impegna a raccontare dal campo di battaglia il volto terribile della guerra». Mentre l’evento volgeva al termine, dominavano ancora il silenzio e l’attenzione dei giovanissimi, pronti a raccogliere il messaggio di chiusura del professore Angelo Lucio Rossi: «Il racconto di oggi ci regala una importante responsabilità: se io sono sopravvissuto a un campo di sterminio, diceva Ermando Parete, voi potete fare tutto. E ora è nostro il compito di costruire una nuova civiltà».