di Luciana Mastrolonardo
Fabrizio Chella è architetto, classe 75, nato a Torre dei Passeri (Pescara). Lavora con la luce e l’energia. Nelle sue architetture la luminosità gioca con i pieni e i vuoti, definisce gli spazi e diventa protagonista degli ambienti. Così ha deciso di trasferire anche al design l’idea di trasportare la luce all’interno del quotidiano con dei condotti. «Il ruolo della luce naturale è fondamentale non solo per il benessere e la qualità della vita, ma anche per il risparmio energetico che offre – dice Chella, mostrandoci un prototipo -. “Light of eden” è una lampada solare alimentata da luce naturale, che catalizza l’esterno facendolo penetrare all’interno degli spazi, in modo indiretto e regolando la vita dell’uomo in armonia con i fattori naturali che ci circondano. Più che illuminare lo spazio, si genera un paesaggio termico naturale confinato, una sorta di eden interno in cui l’uomo può denudarsi fisicamente e fisiologicamente». L’idea di Chella è unire luce e design per migliorare il comfort degli ambienti, e il suo primo brevetto, la lampada Light of Eden, è stato pensato e poi sperimentato grazie alla collaborazione con il Laboratorio di Fisica tecnica di Pescara, per poi suscitare l’interesse di importanti aziende del mondo dell’illuminazione, fino a quando Baggi-lux di Cervasca (Cuneo) ha deciso, nel 2013, di metterlo in produzione. La lampada capta la luce naturale all’esterno e la distribuisce negli spazi attraverso la colonna centrale. La struttura della colonna garantisce l’illuminazione non solo l’habitat, dove la lampada è installata, ma anche degli ambienti sottostanti, generando anche un’efficace ventilazione naturale. L’illuminazione notturna è garantita da un sistema di lampade led, alimentato con pannelli fotovoltaici. A questo brevetto ne sono seguiti altri, come il “Muro Illuminante verticale”, con in comune l’idea di migliorare la vivibilità interna: «La luce e la ventilazione naturale generano all’interno le condizioni ideali per la crescita di piante, che possono migliorare anche l’ossigenazione degli spazi e la qualità ambientale».