di Andrea Beato
Tiberina, partita dalla provincia umbra, vanta oggi 2.500 dipendenti e 18 sedi in tutto il mondo: Italia, Germania, Repubblica Ceca, fino a Brasile e Argentina. Il plant localizzato nella zona industriale di Atessa (Chieti) è il fiore all’occhiello del Gruppo. Un’eccellenza per quanto riguarda l’applicazione del World class manufacturing (Wcm).
A conferma di ciò, l’azienda ha recentemente ottenuto la certificazione Bronze. Riconoscimento che ha trovato la sua ufficialità a dicembre, direttamente a Detroit, nel corso dei Wcm Awards 2015. Presenti all’evento anche Sergio Marchionne e Stefan Ketter, rispettivamente amministratore delegato e chief operating officer Latam (Sud America e America centrale, Messico escluso), chief manufacturing officer di Fiat Chrysler Automobiles.
La realtà abruzzese è infatti fornitore Sevel, joint venture tra Fiat e Psa Peugeot Citroën. «Per la prima volta – afferma Giuseppe Piraino, direttore dello stabilimento in Val di Sangro – il premio è stato aperto ugualmente alla categoria “supplier” e abbiamo vinto insieme ad altre due società Made in Italy, su oltre 500 potenziali concorrenti. Per noi il Wcm rappresenta il riferimento e il punto d’arrivo del percorso di crescita della competitività, definendo gli standard di qualità con cui confrontarsi nella definizione degli obiettivi e nel conseguente studio. Un’esperienza unica e avvincente, visto che siamo stati tra i primi della categoria ad adottare tale metodologia. Qui il core business è incentrato sulla componentistica per il settore automotive. Per il Ducato produciamo pezzi del telaio (il puntone laterale di attacco motore, l’attacco ammortizzatore), delle traverse di collegamento sottosedile, parti della pannelleria (fiancate e padiglione superiore). Altri progetti di vettura che ci vedono impegnati riguardano l’Alfa Romeo Giuletta e la Giulia, la Punto, la Panda, la Maserati Ghibli e la Quattroporte, la 500x, la Jeep Renegade».
Visitare l’impianto significa rendersi conto, in prima persona, della complessità che ruota attorno all’attività: 40mila metri quadrati di superficie, 120 robot in azione, 22 imponenti presse con una capacità che va dalle 800 alle 2.500 tonnellate, 3.914 codici gestiti, più di 48mila controlli automatici in 365 giorni, per tendere sempre alla perfezione. Il fatturato supera i 130milioni di euro e le risorse umane occupate sono circa 330, con un’età media di 37 anni.
Tra queste c’è Luigi Vizzarri, giovanissimo ingegnere gestionale che è responsabile dello sviluppo dei nuovi prodotti e delle tecnologie impiegate, nonché leader del pilastro relativo al miglioramento focalizzato.
«Alla base del Wcm – sottolinea – ci sono proprio dieci pilastri tecnici che riguardano la sicurezza, l’analisi dei costi, appunto il miglioramento focalizzato, le attività autonome, la manutenzione professionale, la qualità, la logistica e il servizio al cliente, la gestione degli impianti moderni, il potenziamento delle competenze e l’ambiente. Esistono poi ulteriori dieci pillar manageriali, come l’impegno della direzione, l’attribuzione di personale qualificato, la competenza dell’organizzazione, il livello di dettaglio e di espansione… A ognuno degli aspetti viene attribuito un punteggio da zero a cinque. Pertanto si definiscono dei range precisi: da 50 a 59 punti si traduce in bronzo, da 60 a 69 è argento, oro da 70 a 84 e World class per valori compresi da 85 a 100. Tiberina Sangro ha ricevuto una valutazione pari a 50. Risultato che è il frutto di un iter articolato, con sette audit sostenuti in sei anni. Il Wcm non accetta perdite di alcun tipo. Il fine è sempre zero. Zero incidenti, difetti, scorte e guasti nulli. La volontà è certamente quella di avanzare sul solco ormai tracciato, continuando a rendere semplici le cose difficili e non il contrario», così come recita la scritta a caratteri cubitali riportata all’interno del plant.