di Andrea Beato
Più che una start up, Know How è una vera e propria impresa digitale che, partendo dall’Abruzzo, mette in contatto utenti e professionisti attraverso una piattaforma interdisciplinare e senza confini.
I MIGLIORI PROFESSIONISTI CON KNOW HOW
Qui non è Cupertino, non siamo nella Silicon Valley. Eppure anche Pescara e l’Abruzzo possono rappresentare il trampolino di lancio per un’azienda innovativa, che vuole rompere i classici schemi puntando su un approccio differente. Stiamo parlando di Know How, app per dispositivi iOS e Android che favorisce l’incontro tra professionisti, imprenditori e privati cittadini. Ceo è Vincenzo Ciulla: 46 anni, origini siciliane con un trascorso formativo e lavorativo a Milano: laurea in Economia e commercio alla Cattolica, poi la crescita professionale in PricewaterhouseCoopers (PwC) e in World Investment Partners (Wip) nel dipartimento“mergers & acquisitions”. «Nel capoluogo lombardo – ricorda Ciulla in apertura di questa intervista – ho trascorso 20 anni. Una lunga parentesi, che mi ha permesso di unire la creatività tipica di un uomo del sud con la volontà del fare, che per antonomasia caratterizza il nord e la sua gente». Nel 2009 inizia un percorso indipendente fondando Korion, società di consulenza che assiste player in crisi e interviene nelle fasi di ristrutturazione e risanamento. «Dal costante confronto con i miei clienti è scaturito un ragionamento fondamentale: oggi qualsiasi tipo di organizzazione ha bisogno di risposte qualificate e rapide per stare al passo coi tempi, per continuare a competere in un mondo interconnesso. Il consulente deve essere sempre più un risolutore di problemi piuttosto che un mero esecutore». L’intuizione viene condivisa con Alex Di Nunzio, co-founder e Chief operating officer: «Siamo partiti da un’accurata analisi per capire se ci fosse qualcosa di analogo sul web: molte applicazioni, alcune generaliste altre specifiche, ma nessuna con il funzionamento che avevamo in mente». Per dare concretezza all’idea entra in gioco la software house marchigiana Evin di Massimo Di Eugenio.
IL TEAM DI FUDDRIA PER LO SVILUPPO DI KNOW HOW
«Nel luglio 2016 abbiamo costituito una nuova società, Fuddria, che in dialetto siculo significa follia, quella creativa. Un po’ di sana pazzia alla Steve Jobs, in questo caso in salsa tutta italiana». Il nome scelto per la piattaforma è invece Know How (www.knowhow.it), espressione che sottolinea il focus sull’esperienza e sulla storia del singolo professionista, irripetibile e unica. «Anche nella scelta del logo abbiamo cercato di trasmettere i nostri valori: il pavone, realizzato dal graphic designer Fabio Di Donato, è contemporaneamente simbolo di sapienza e saggezza, ma anche espressione del fare mostra di sé, della propria competenza». Nel tempo è cresciuto anche il team: «Oggi contiamo dieci dipendenti assunti a tempo indeterminato. La nostra è un’iniziativa autofinanziata. Avere figure dinamiche con competenze trasversali è importante perché il successo dipende solo da noi». A marzo 2018 la presentazione ufficiale sul mercato, con la pubblicazione dell’app sugli store. In meno di un anno la community registra oltre 2mila user e più di 200 Knower (i professionisti) abbonati da ogni parte di Italia. «I protagonisti della nostra piattaforma sono professionisti di area legale, economica e tecnico-scientifica. Ci sono commercialisti e avvocati, ma anche consulenti aziendali, architetti, ingegneri e molti altri. Know How non è un nuovo social network dove passare del tempo, bensì uno strumento di business che favorisce il matching tra domanda e offerta, un acceleratore di opportunità tra chi cerca soluzioni e chi può offrirne, indicando modalità operative. Obiettivo è rimettere al centro le persone attraverso strumenti digitali che facilitano lo scambio di informazioni autorevoli e personalizzate. In questo modo si evita il rischio di notizie, se non proprio fake, quanto meno confuse, come accade a ciascuno di noi quando si affida ai motori di ricerca». Ora l’impegno è crescere ancora. «La start up è superata. Crediamo tanto nel territorio che ci ospita, anche se la nostra natura ci porta, per forza di cose, a travalicare in termini operativi i confini regionali e nazionali. Per questo motivo stiamo avviando il piano di espansione europeo, per creare un network professionale da sviluppare in ogni Paese per collegarsi e collegare i migliori professionisti con un semplice smartphone. All’orizzonte, inoltre, un aumento di capitale, che si rifletterà pure in un incremento dell’organico. Potendo contare su ulteriori risorse interne, Know How vuole diventare una library di consulenza dal valore assoluto».
COME FUNZIONA KNOW HOW E TUTTI I PLUS
C’è l’imprenditore che necessita di supporto specifico su temi finanziari, fiscali o legali. Il professionista in cerca di altri professionisti, chi vuole fare una nuova assunzione, ma anche la madre di famiglia che vuole chiarezza sulle agevolazioni fiscali. Sono alcuni esempi di situazioni in cui Know How diventa lo strumento giusto per affrontare l’ostacolo. «Non siamo l’ennesima app per comparare preventivi o parcelle – affermano le figure chiave della società -. Know How mette al centro il valore intellettuale del professionista. Abbiamo invertito la dinamica di ricerca delle informazioni: non è l’utente finale a doversi orientare nella giungla di notizie reperibili in Rete: sono i Knower a veicolarle, evidenziando le proprie skill e come avvalersene per un vantaggio reciproco». Agli utenti finali (gli User) basta il semplice click su un bottone per essere in contatto diretto con il giusto professionista. Grazie alle funzioni dell’app i Knower ottengono visibilità per le proprie competenze e si genera un circolo virtuoso potenzialmente senza fine. Know How non è una targa sul portone, ma un network che richiede professionisti attivi e dinamici. Le interazioni avvengono all’interno dell’applicazione, grazie a una chat diretta e privata, ma questo è solo l’ultimo tassello di un modello molto più articolato. I professionisti sottoscrivono un abbonamento annuale che comprende, tra gli altri servizi, pillole informative da recapitare direttamente in app e articoli a propria firma per il blog (www.blog.knowhow.it). Per gli User la registrazione e l’uso sono gratuiti. Le domande possono essere inviate in due modalità: tramite contatto diretto oppure selezionando gruppi di 10 professionisti, dove il più veloce può agganciare e avviare la conversazione. Un sistema di feedback e segnalazione delle domande, inoltre, consente alla community di autoregolamentarsi, mantenendola sana e qualificata. La prossima novità, dopo alcuni mesi di test, sarà la sezione Know How Project, il programma di business assistance dove futuri imprenditori possono incontrare esperti in grado di supportare nuove idee imprenditoriali da trasformare in realtà di successo.