L’ABRUZZESE GALANTE DI FCA

di Andrea Beato

Intervista all’ingegnere Luigi Galante. In Fiat Chrysler Automobiles è responsabile del Manufacturing Emea (area Europa, Medio Oriente e Africa). Gestisce più di 20 stabilimenti, con poco meno di 50.000 dipendenti e investimenti per circa 1 miliardo di euro ogni anno

Ingegner Galante, ci racconta le tappe fondamentali della sua carriera in Fiat? L’essere abruzzese, con i valori che porta con sé, pensa abbia contribuito, in qualche modo, al personale percorso professionale?

«La mia bella esperienza in Fiat è cominciata nel lontano 1980, a Mirafiori Carrozzeria, poi ho avuto la grande opportunità di partecipare, da giovane ingegnere, alla nascita della Sevel in Val di Sangro. Tre anni splendidi, in cui ho avuto modo di arricchire il mio bagaglio umano e professionale. Tre anni per passare da un prato verde a una splendida realtà produttiva. È stata un’esperienza unica e singolare: partecipare a costruire un gioiello tecnologico che offre lavoro a tante persone, a pochi passi  da dove sono nato e insieme alla nostra gente d’Abruzzo, con cui condivido origini, valori, idee. Ho poi, in pratica, lavorato in tutti gli stabilimenti Fiat in Italia, cambiando tante volte lavoro e accumulando preziose esperienze e conoscenze. Nel 1993 sono tornato in Sevel come direttore, in un momento difficile dello stabilimento. Insieme, facendo veramente “gruppo” e anche parlando lo stesso dialetto, ne siamo usciti alla grande. Dopo Sevel, direttore di Mirafiori Carrozzeria, mio sogno da bambino, poi capo delle Tecnologie Centrali, dove seguivo l’industrializzazione di tanti nuovi modelli in Italia e nel mondo, di nuovo Sevel, come amministratore delegato: cinque anni di duro lavoro, ma con tantissime soddisfazioni umane e professionali. Successivamente sono tornato a Torino, prima come coordinatore degli stabilimenti e poi come responsabile di tutto il Manufacturing in Europa. Ho avuto il privilegio di avere ottimi mentori e di vivere insieme all’azienda un percorso di cambiamento unico, che ha portato la nostra realtà ad affrontare sfide enormi poste dal settore e a superare momenti difficili. Oggi Fca è un Gruppo che si può dire, sotto tutti gli aspetti, un’azienda globale, che integra e rispetta culture diverse ed è capace di affrontare con successo le sfide che gli si pongono davanti, giorno dopo giorno, dai diversi mercati e dalle diverse realtà produttive. I valori che vengono dalla nostra terra mi hanno sicuramente aiutato a crescere e a saper gestire situazioni complicate e difficili: tenacia e senso pratico, capacità di ottenere risultati concreti tipici della gente della nostra regione, mi hanno aiutato a dare il mio contributo in un contesto che è diventato sempre più complesso, ma al tempo stesso sempre più interessante, sfidante e stimolante».

Che legame mantiene con la sua terra d’origine? Torna spesso nella nostra regione? Come vede, dal suo osservatorio, l’Abruzzo, soprattutto dal punto di vista economico e imprenditoriale?

«Il legame con la mia terra è stato e resta fortissimo. Per più periodi della mia vita di lavoro ho avuto l’onore e il privilegio di lavorare in Sevel. Da tanti anni sono amministratore delegato della società ed è un incarico che amo particolarmente. Sevel è una fabbrica di enorme importanza per il nostro Gruppo e credo anche per il territorio. Ho la fortuna di continuare a seguirla e vederla sempre più grande e sempre più “forte”. In Abruzzo vive mia madre, nella casa dove anche io sono nato, e tutte le volte che posso vengo a passarci il fine settimana. L’Abruzzo per me è un terreno fertile per lo sviluppo di iniziative imprenditoriali, a condizione che gli stake holder continuino a integrare la propria azione per fornire tutte le condizioni necessarie per interessare le aziende manifatturiere. Ad esempio attraverso la formazione e l’addestramento di figure professionali in grado di operare nell’ambito delle fabbriche di questi anni, che necessitano di skill sempre più sofisticate. Il sistema di infrastrutture e quello di relazioni industriali costituiscono ulteriori tasselli in grado di rendere fertile e attrattivo il nostro territorio. Le basi ci sono ma c’è ancora tanto da lavorare e da fare per creare le condizioni di un successo duraturo. In Val di Sangro c’è tanta brava gente che merita tutto il bene possibile e che è la fortuna della nostra realtà industriale. Ma devo dire che, da buon abruzzese, non mi va proprio giù che in questa terra il livello di assenteismo sia il più alto di tutti i nostri stabilimenti in Italia. Questo è un punto di attenzione che, se non affrontato e riportato alla normalità, può pregiudicare i futuri sviluppi nella zona».

Nel 2013, in occasione del rilancio dell’impianto di Grugliasco (Torino), dedicato all’avvocato Agnelli, Sergio Marchionne ha sottolineato nel suo intervento: «Vorrei ringraziare, in particolare, l’ingegner Galante per il lavoro straordinario che ha fatto in questo stabilimento, insieme alla sua squadra». Ci spiega che lavoro è stato compiuto per portare il plant a essere un centro di produzione modello e all’avanguardia a livello mondiale?

«Lo stabilimento di Grugliasco oggi ospita la produzione delle Maserati Ghibli e Quattroporte ed è stato un grande esempio di successo. Produrre bene e con qualità elevata vetture di alta gamma, in uno stabilimento che Fiat ha acquistato nel 2009 dalla Bertone e che per anni era stato chiuso, è stata una sfida vinta e una grande soddisfazione. Una delle leve fondamentali che ha consentito tale rilancio è stato il nostro sistema di produzione, il World Class Manufacturing (Wcm), che costituisce un’eccezionale piattaforma per la competitività del nostro Manufacturing. Attraverso il Wcm abbiamo da una parte costruito un linguaggio comune di sviluppo delle nostre fabbriche, dall’altra avuto modo di applicare, sin dall’inizio, le migliori soluzioni già sperimentate nel nostro Manufacturing. Questo stabilimento è quindi risorto, implementando soluzioni di organizzazione del lavoro avanzate e con un training specifico basato sui migliori modelli gestionali internazionali, che siamo andati a studiare e confrontare con il nostro. Il pieno coinvolgimento di tutte le risorse umane presenti, il loro contributo di idee, proposte di miglioramento , partecipazione attiva è stato il fattore chiave di questo successo».

Com’è il rapporto con l’a.d. Sergio Marchionne. C’è un confronto particolare tra due “abruzzesi”?

«Il nostro amministratore ha un grandissimo livello di affezione per la nostra terra e i caratteri distintivi della nostra gente. Per me il rapporto con lui ha costituito e costituisce un forte stimolo che mi permette, giorno per giorno, di sfidare obiettivi che sino a qualche anno fa mi sembravano impossibili. Posso dire che Marchionne è un uomo eccezionale e unico, che ha guidato la nostra azienda verso obiettivi e risultati eccezionali e impensabili qualche anno fa. Per me, e per tutto il team che ha accettato le sfide che ci pone tutti i giorni, è una forte e decisa guida professionale, un riferimento sicuro e affidabile, uno stimolo continuo e straordinario».

Fiat Chrysler Automobiles è ormai un gruppo internazionale. Qual è, secondo lei, il futuro di Fca? Allo stesso tempo, come vede lo sviluppo dell’industria automobilistica mondiale? 

«Fca ha, in questi anni, perseguito con tenacia i suoi obiettivi e punta ad avere alti livelli di competitività in tutti i mercati di riferimento, con una presenza sempre più forte anche nei segmenti più alti di gamma. Le direttive di questo cambiamento sono state segnate e, oggi, la nostra azienda ha un assetto industriale in grado di competere con i migliori produttori di auto nel mondo. Ciò è testimoniato anche dai numerosi riconoscimenti ottenuti da enti esterni. Tutta l’industria automobilistica mostra una forte dinamicità e tutti i player sono impegnati nel re-engineering dei propri processi e nel ridisegno dei propri assetti industriali in Europa e nel mondo. Noi siamo certi che attraverso la realizzazione del piano industriale presentato dal nostro top management, lo scorso maggio a Detroit, saremo in grado di affrontare e vincere le sfide che il mercato automobilistico ci va ponendo».