di Elena Gramenzi
Lo scultore Luigi D’Alimonte porta l’Abruzzo nell’arte italiana, donando innovativa eleganza alla tradizionale pietra della Maiella.
LE SCULTURE IN PIETRA DELLA MAIELLA DI LUIGI D’ALIMONTE
Michelangelo diceva: «Ogni blocco di pietra ha un’immagine dentro di sé ed è compito dello scultore scoprirla». Così dalla pietra grezza, materiale umile e antico, inizia l’epifania del genio creativo, che si realizza attraverso linee sinuose ed eleganti ricolme di significati, idee ed emozioni. Luigi D’Alimonte ha sempre avuto l’arte nell’animo e ha deciso di esprime il suo talento attraverso sculture dotate di armonica plasticità ed eleganza. Nato a Cugnoli (Pescara), nel 1967, D’Alimonte pone l’originalità della sua dote creativa nella realizzazione di morbide forme, tramite un materiale che di per sé non ha plasticità e raffinatezza, ma si presenta come elemento dalle infinite possibilità in grado di far nascere, dal nulla e dall’informe, immagini e cose. Questo materiale grezzo è la pietra della Maiella, elemento naturale estratto dalla catena montuosa appenninica abruzzese e da secoli utilizzato dagli scalpellini per realizzare lavori artigianali. D’Alimonte ha selezionato questo elemento come protagonista del suo innovativo progetto chiamato “Rinascimento della materia”.
LUIGI D’ALIMONTE: LEGGEREZA, PULIZIA, ELEGANZA NELLA SCULTURA CONTEMPORANEA
Lo scopo dello scultore abruzzese è quello di valorizzare un elemento definito “povero”, imprigionato nella gabbia dell’artigianato artistico, liberandolo e proiettandolo nel mondo della scultura contemporanea. La ricerca estetica e lo studio di nuove forme da sprigionare eludono la tradizione antica e classicheggiante, in quanto auspicano a un’evoluzione che mira all’innovazione artistica e creativa. La pietra tenta invano di imprigionare un’energia intima e irrequieta, che lo scultore sprigiona raggiungendo una “bidimensionalità plasmata” carica di nuovi contenuti, governata dalla leggerezza e dalla pulizia della forma. D’Alimonte vuole dissolvere il peso tattile della pietra elevandola verso l’alto, attraverso una leggerezza visiva che conduce questo arcaico materiale verso nuovi orizzonti inesplorati, alla ricerca di pareti verticali dove ancorare il ricordo di un ponderoso carico ormai snellito. Nelle opere dello scultore abruzzese assistiamo alla conversione della tradizionale pietra in nuovo linguaggio contemporaneo, capace di parlare all’animo umano e muovere i sentimenti con la trasformazione di un materiale ancestrale che, grazie all’abilità dell’artista, raggiunge una miracolosa leggerezza ed eleganza.
LA “COUNTRY HOUSE GALLERY” DI LUIGI D’ALIMONTE
Dal 15 al 23 dicembre 2018, le opere di Luigi D’Alimonte sono state protagoniste della mostra “La leggerezza della forma”, a cura di Ivan D’Alberto, tenutasi presso il Museo delle genti d’Abruzzo di Pescara. L’esposizione ha raccontato la più intima e pura essenzialità di un materiale tradizionale che, in seguito a una meticolosa lavorazione manuale, raggiunge un’ideale armonia strutturale e compositiva. Grazie a Luigi D’Alimonte l’Abruzzo viaggia per far conoscere la sua arte e le sue specificità in tutta Italia. Dalla Biennale di Venezia alla galleria Colossi di Brescia, D’Alimonte propone la trasformazione di un elemento naturale del nostro territorio in materia creativa, tramutando l’arcaico in contemporaneo ed esponendo la sofficità della pietra attraverso pieghe e dettagli che fluttuano sulle pareti. Idea recente e innovativa di Luigi D’Alimonte è stata quella di creare la “Country house gallery”, ovvero di trasformare la propria dimora in un piccolo gioiello artistico che è possibile visitare previo appuntamento. Stanze dai diversi colori e pareti ricche di arte, dettagli e particolarità realizzati “handmade” dallo scultore caratterizzano la casa-galleria di Luigi D’Alimonte. Caratteristica immutabile nelle opere di D’Alimonte è l’utilizzo dell’elemento naturale, estratto dalla catena montuosa appenninica con la quale realizza non solo sculture eleganti e raffinate ma anche oggetti di design e monumenti urbani.