MASSIMILIANO IOCCO: L’INDUSTRIA 4.0 È REALTÀ CON IOCCO

di Andrea Beato – Foto di Mattia Astolfi

Da Cupello (Chieti), l’azienda ha raggiunto un’operatività mondiale: nella progettazione e realizzazione di impianti e macchinari dagli altissimi contenuti tecnologici per il settore del vetro (automotive, architettura e home appliance) e nel comparto general industry.

DA CUPELLO (CHIETI) AL MONDO PER MASSIMILIANO IOCCO

Portare il nome di famiglia nel mondo, partendo dalle competenze trasmesse dal papà Luigi. Obiettivo ambizioso, oggi centrato da Massimiliano Iocco, fondatore e managing director di Iocco, e dalla moglie Alessandra Petrucci, amministratore. Passione, forte determinazione ed esperienza hanno reso l’azienda, in meno di quattro anni, tra i primi cinque player del settore a livello globale, leader in fondamentali processi tecnologici definite nicchie di mercato e con un fatturato maturato, per la quasi totalità, all’estero. E la base, il quartier generale dove il sogno diventa concretezza, si trova a Cupello: paese sulle colline teatine, che conta meno di 5mila abitanti! Nella sede che accoglie 20 dipendenti, il core business è incentrato nella progettazione e realizzazione di impianti tecnologici per la produzione e movimentazione del vetro per auto (lunotti e laterali, laminati parabrezza), oltre a impianti e macchinari destinati alla “general industry”. «L’impostazione dell’organizzazione è di tipo anglosassone, con una forte ingegneria – afferma Massimiliano Iocco in apertura di intervista -. Tutto ruota attorno al nostro know-how per passare ai reparti di assemblaggio, impiantizzazione e service. Grazie al rapporto con fornitori certificati, pre-collaudiamo qui le macchine e gli impianti in assetto produttivo, per poi trasferirli e collocarli negli stabilimenti dei nostri clienti a livello internazionale, dove ci viene richiesto». Internazionalizzazione vera e propria, dagli Stati Uniti al Sud America, dall’Europa all’Asia fino in Africa, curata in ogni dettaglio, con particolare attenzione alle diverse culture e usanze, analizzando i contesti economico-politici delle aree di interesse. Abbiamo acquisito e consolidato nel nostro parco clienti la quasi totalità dei principali “glass maker” presenti sul mercato e, grazie a loro, abbiamo partecipato allo sviluppo e fornitura di importanti impianti per la produzione di vetro automotive dedicati a marchi di primo livello come Tesla, Audi, Bmw, Mercedes, Volkswagen, Ford

SVILUPPO INGEGNERISTICO E AUTOMAZIONE INDUSTRIALE IL CUORE DI IOCCO GROUP

Ma come è riuscito Iocco a diventare un “player worldwide”? «Dopo il percorso scolastico e di umile “gavetta” nell’attività di mio padre (venuto poi a mancare due anni fa, ndr), nel 2007, non condividendo più la diffusa e generalizzata vision provinciale, tendenzialmente regressiva per il nostro territorio, dopo un intenso periodo formativo teso a completare la mia formazione personale in termini manageriali, ho maturato la volontà di uscire dalla mia zona di comfort e attuare un percorso autonomo, fondando Iocco. Un quadro nuovo e diversificato fondato sullo sviluppo ingegneristico, l’automazione industriale e la formazione tecnica avanzata. Quest’ultimo un ramo in grado di darci molte soddisfazioni, gestendo corsi tecnici rivolti a futuri ed innovativi manutentori. Figure che, una volta uscite dalle aule, condensavano una serie di conoscenze multidisciplinari e sapevano svolgere al meglio le loro mansioni nelle principali realtà del territorio. Parallelamente e autofinanziandoci, ci occupavamo della promozione delle altre “skill” d’impresa». La sfida più importante arriva nel 2013, dalla Russia: «La creazione, da zero e chiavi in mano, di un magazzino totalmente automatizzato per la gestione dei “pack” di vetro provenienti da una linea “float”, con una capacità produttiva giornaliera di 600 tonnellate. Qualcosa di mai visto prima!». L’ulteriore svolta avviene da lì a qualche mese, con la partecipazione alla fiera Glasstec di Düsseldorf, «una decisione dell’ultimo istante, acquistando i biglietti per l’aereo e stampando in fretta e furia il materiale da portare all’evento. In Germania siamo “esplosi”. Quasi non riuscivamo a stare dietro agli appuntamenti fissati e alle richieste che giungevano allo stand. Da lì abbiamo cominciato a lavorare esclusivamente con le più autorevoli multinazionali, che hanno riconosciuto, di fatto, le abilità e l’affidabilità di Iocco. Viaggiavamo tantissimo e cercavamo, di volta in volta, di stabilire delle relazioni professionali con figure locali idonee a rappresentarci nei vari territori. Questo ci ha permesso di accrescere la nostra presenza in maniera davvero capillare». La struttura interna viene potenziata e i ricavi, progressivamente, raddoppiano. «Ma non è stato facile – ricorda l’amministratore Alessandra Petrucci -. Nel cuore della provincia abruzzese, abbiamo avuto molte difficoltà, trovandoci davanti a operatori non pronti a supportarci in modo concreto. Istituzioni, sistema bancario, consulenti, infrastrutture non riuscivano a tenere il passo di una start-up innovativa, proiettata fuori dai confini regionali e nazionali, con l’inglese usato quotidianamente per interagire a ogni livello». «Per essere competitivi – riprende la parola Iocco – anche noi abbiamo dovuto aggiornarci, soprattutto dal punto di vista della comunicazione, delle vendite, della leadership, dell’approccio allo scenario mondiale». Insegnamenti utili per farsi trovare pronti e rispondere a ogni esigenza.

MASSIMILIANO IOCCO: «CON IOCCO SIAMO I NUMERI UNO NELLE SOLUZIONI MODULARI DI “DEARING”»

«Attualmente siamo i numeri uno nelle soluzioni modulari di “dearing”. Termine che identifica il processo fondamentale nella fabbricazione del parabrezza auto. Puntando costantemente su R&D, abbiamo esteso tale tecnologia ugualmente ai laterali auto, dotando di un primo e innovativo allestimento in tal senso una primaria compagnia multinazionale effettuando l’installazione in Usa. Un sistema che interessa e piace a molti “car makers”». L’azione di Iocco si estende, inoltre, nell’ambito “Value added operations (Avo)”. In “Avo” rientrano le operazioni che trasferiscono valore aggiunto ai vetri automotive, quali ad esempio l’installazione di accessori come sensori pioggia, guarnizioni, supporti per telecamere e svariati dispositivi per la guida assistita. «Procedure dall’altissima precisione, rese possibili dai nostri impianti. Il “glass” ci ha consentito di diventare competenti e competitivi, in egual misura, nella “general industry”». La centralità del cliente, il dialogo, la condivisione, il miglioramento continuo, questa l’unica strada che merita di essere seguita: «È il nostro pensiero, come dimostra la partnership sancita, a fine 2016, con Cugher, pioniere nella stampa serigrafica su vetro piano e allargata a Triulzi e Mappi nel 2017, sotto il brand comune 4X4.0 Project. La cooperazione, azione congiunta a tutti gli effetti, garantisce vantaggi consistenti. L’equipaggiamento delle linee con componenti comuni ottimizza il magazzino ricambi del cliente. Gli identici sistemi di automazione permettono di uniformare le interfacce utente, semplificando l’utilizzo, rendendo più brevi i tempi di apprendimento, assicurando un risparmio sui costi di manutenzione e formazione del personale, promuovendo un flusso di interscambio dati più funzionale all’ottimizzazione dei cicli produttivi abbracciando la filosofia industry 4.0». Con presupposti del genere, il futuro appare pronto ad accogliere sfide ancor più stimolanti. «L’ambizione di crescita c’è, senza perdere di vista la qualità e cercando di stabilizzare il giro d’affari che adesso tocca quota 4,1 milioni di euro. L’ipotesi di inaugurare delle filiali estere non troppo lontana. La nostra forza è però il gruppo, l’insieme di competenze fa la differenza. Attualmente il raggio d’azione si focalizza sui mercati più evoluti, ma un domani Paesi come India e Cina avranno necessità di approdare a una maggiore automazione. Ogni cosa a suo tempo». Intanto, dopo la breve pausa estiva, il calendario degli impegni è già fitto. Dubai, Shanghai, Usa e Milano attendono Massimiliano Iocco e il suo team.