di Elena Gramenzi
Nella nuova edizione di Meet in Cucina, accanto a Romito, Genovese e Marcattilii, si mette in luce la nuova generazione di chef che contribuiscono allo sviluppo della gastronomia abruzzese.
LE NUOVE GENERAZIONI DI CHEF ALLA RIBALTA CON MEET IN CUCINA 2018
A Meet in Cucina quest’anno si respira, ancor di più, aria di giovinezza. Sul palco non soltanto chef dai nomi altisonanti, ma talenti emergenti, tra promesse e chi già sta facendo parlare di sé. Tutti, però, ricchi di coraggio e voglia di emergere. Piatti strabordanti di emozioni e speranze. Ragazzi che creano e conquistano il loro spazio tra i grandi nomi della cucina, come il giovane Matteo Crisanti con la sua storia simile a quella di tanti colleghi, ma pur sempre unica: dalla scuola alberghiera ai primi tentativi ai fornelli, girando il mondo, per arrivare in Australia, superando difficoltà e ostacoli fino a inaugurare il suo ristorante Zì Albina a Vasto (Chieti), in un autentico ritorno alle origini. Anche il percorso di Enzo De Pasquale è intriso di passione, inizialmente avversata dalla famiglia, e che adesso interpreta e reinventa con personalità nei grandi classici della tradizione del suo Bistrot 900 a Giulianova (Teramo). C’è chi invece ha deciso di seguire, da subito, le orme familiari. Stiamo parlando di Mattia Spadone, a quattro mani insieme al padre Marcello, anima dello stellato La Bandiera di Civitella Casanova (Pescara).
MEET IN CUCINA FA CRESCERE L’INTERA GASTRONOMIA ABRUZZESE
E proprio in passaggi come questo, o in quelli portati alla kermesse da Nicola Fossaceca (Al Metrò di San Salvo Marina, Chieti) e Davide Pezzuto (D.One a Montepano, Teramo) si rispecchia il pubblico di Meet in Cucina: una platea fatta da addetti ai lavori, da adolescenti provenienti dagli istituti alberghieri e dalle scuole di formazione. Uno sciame color bianco di divise da apprendisti che collabora in prima persona e segue l’intera giornata con occhi sognati. Per chi non se ne fosse ancora accorto, nell’ambito della gastronomia abruzzese è in atto una spinta generazionale carica di nuove energie, con chef che escono timidamente da dietro le quinte dei loro fornelli per portare in scena pietanze creative e gustose, che rivisitano, rivoluzionano, recuperano in un’ottica moderna e innovativa. Meet in Cucina si riconferma come evento che permette di approfondire e sviluppare un confronto tra esperienze, in primis, prodotti e ingredienti tipici, accendendo i riflettori sulla cucina e sulle eccellenze regionali. Un qualcosa in grado di fare bene al movimento complessivo, al sistema e portare una crescita condivisa per l’intero territorio.
ROMITO NELLO SPAZIO A MEET IN CUCINA 2018
A Meet in Cucina 2018 lo chef tristellato abruzzese Niko Romito racconta la nascita del suo progetto Spazio Zero, partito nel 2013 da Rivisondoli (L’Aquila), nei locali del vecchio Reale, per poi espandersi a Milano e da poco anche a Roma. «Bisogna sentirsi a casa quando si viene da Spazio – dice Romito spiegando come l’idea di questo progetto sia la naturale estensione della Scuola Niko Romito Formazione, dove i ragazzi approcciano con una cucina intelligente, studiando e interagendo con il mondo del lavoro». La nuova apertura capitolina di Spazio prevede un luogo dove protagonista principale è proprio il pane: Spazio Pane-Caffè, una zona informale, da vivere tutto il giorno sfogliando un giornale e degustando ottimo cibo. Romito ha deciso di mettersi in gioco, svolgendo un lavoro di studio e ricerca sui grani antichi: il pane, con il suo profumo e la sua storia, rappresenta un territorio. «Quando il pane cadeva per terra mio nonno lo prendeva e lo baciava – in un gesto quasi di sacralità verso questo prodotto millenario, al quale si sente particolarmente legato proprio perché ha vissuto la sua infanzia circondato da lieviti e farine nell’attività di famiglia». Lo chef sta portando avanti anche un nuovo progetto sulla panificazione a Castel di Sangro (L’Aquila), in quel che sarà uno stabilimento di oltre 500 metri quadrati, dove alcuni ragazzi della scuola si dedicheranno alla creazione di una linea di produzione con grani locali, utilizzando la tecnica dell’abbattimento che permette di migliorare le croste, bloccare i profumi e portare ovunque nei menu questo prodotto innovativo e gustoso. «Spazio è una galassia a parte, che ha l’idea della ripetitività – spiega Romito raccontando il processo di “standardizzazione positiva”, che permette di riprodurre in diverse parti del mondo gli stessi piatti attenti alla leggerezza e a un gusto pulito, mantenendo intatti qualità e sapori -». Grazie proprio a questo principio è riuscito, infine, a portare la tradizione italiana nei Bulgari Hotels & Resorts.