MKS ARCHITETTI DA PESCARA PER COSTRUIRE IN EUROPA

di Luciana Mastrolonardo

Silvia Kliti e Fabio Mancini, Mks Architetti, dopo essere tornati in Abruzzo sono pronti per ridisegnare un pezzo della città austriaca di Salisburgo.

MKS ARCHITETTI TRA GLI STUDIO UNDER 36 PIÙ PROMETTENTI D’ITALIA

Vincere un concorso di architettura e ricostruire un pezzo di città è il sogno di qualunque architetto. Ed è quello che sta succedendo a due giovanissimi architetti abruzzesi, che credono fortemente nel loro lavoro e che hanno fondato a Pescara lo studio Mks: uno tra gli studi under 36 più promettenti di Italia, secondo New Italian Blood. I due professionisti trentenni hanno un forte legame con l’Abruzzo, nel quale hanno creduto e nel quale hanno deciso di tornare e investire. Silvia Kliti di Roseto (Teramo) e Fabio Mancini di Manoppello (Pescara) sono due fra i tanti architetti che, dopo la laurea, hanno deciso di andare all’estero per lavorare. Lì si sono costruiti una vita, un impiego (a tempo indeterminato), degli amici, e a soli 27 anni hanno potuto sentirsi realizzati. Ma dopo un anno e mezzo e il forte il richiamo delle proprie origini hanno deciso che potevano e dovevano rischiare per un progetto di vita nella loro terra. Quando sei fuori dal tuo Paese sei sempre straniero e devi sempre adattarti a una cultura che non ti ha cresciuto. E si scopre che la qualità della vita non è solo legata alla realizzazione economica, ma ad affetti, compagnie, cibo, clima, territorio e a quel sogno di aprire uno studio che potesse essere radicato in patria, ma aperto al mondo. Quindi la scelta di tornare in Abruzzo, consapevoli che se non ce l’avessero fatta c’era la possibilità, dopo un tempo stabilito, di tornare all’estero. In un momento storico che permette la collaborazione a distanza, l’idea era di investire localmente, mantenendo un respiro internazionale.

TORNARE IN ABRUZZO E RIDISEGNARE SALISBURGO: IL PROGETTO DI MKS ARCHITETTI

«Rientrati in Italia, i primi due anni lavoravamo comunque per alcuni studi con sede ad Amburgo, facendo la spola tra Italia e Germania per poterci mantenere – racconta Silvia Kliti -. Inoltre abbiamo mantenuto contatti e collaborazioni anche con molti colleghi, partecipando insieme a diversi concorsi. Per fare questo tipo di contest è necessario avere qualcuno sul posto, sia per la lingua che per la normativa e per la gestione del processo. Abbiamo avuto diverse gratificazioni tra cui una menzione in un concorso molto importante». «A luglio di quest’anno abbiamo partecipato in tempi record a un concorso per ridisegnare un pezzo di Salisburgo – aggiunge Fabio Mancini -, in una zona molto discussa della città austriaca, per cui la committenza non riusciva a trovare una soluzione che restituisse spazi interessanti per la comunità. L’area ha edifici fatiscenti, anche se relativamente recenti (alcuni risalenti a non più di 30 anni fa), che risultano però decisamente obsoleti, e spazi esterni inadeguati. Nel progetto presentato il quartiere viene quasi interamente demolito e ricostruito. La sfida è stata rispondere al bando in due settimane, elaborando una strategia che è stata sposata del tutto dall’ente banditore. Infatti erano previsti due concorsi, ma noi abbiamo centrato il tema e realizzeremo interamente il progetto!».

MKS ARCHITETTI: LAVORARE IN EUROPA STANDO NELLA TERRA DI ORIGINE

«La differenza con l’Italia è che lì i concorsi funzionano davvero – sottolinea ancora la Kliti -. Nel 2016, invece, avevamo partecipato a un concorso italiano per costruire un biocampus a Cepagatti (Pescara): nel 2017 sono usciti i risultati e nel 2018 siamo stati premiati, ma ad oggi, nonostante ci siano i fondi stanziati per la realizzazione, ancora non si sa se e quando verrà realizzato. La tempistica per quanto riguarda Salisburgo è stata decisamente diversa. Il concorso scadeva a luglio, i risultati sono usciti ad agosto e a settembre è prevista la firma per l’avvio dei lavori che cominceranno il prossimo anno: in soli tre mesi si è concluso un iter che riguarda le scelte per un’area di cinque ettari!». In questi cinque anni in Abruzzo questi due giovani architetti hanno realizzato molti progetti, tra cui il loro piano di vita andando a creare la loro personale famiglia. Hanno anche fatto piccole opere pubbliche, molte collaborazioni e diversi interventi. «Contribuire alla crescita del proprio territorio è una grande soddisfazione, come nella soprelevazione del Comune di Picciano (Pescara), dove la pensilina a sbalzo è stata una nostra intuizione e ad oggi è un tratto distintivo. L’elemento più bello di questo mestiere – conclude Mancini – è incontrare persone illuminate, che si affidano a te anche se stai costruendo la tua esperienza e, come te, hanno voglia di fare cose belle. Un importante traguardo è quello di poter vivere nella nostra terra e di poter lavorare ovunque in Europa, con la soddisfazione di stare costruendo a piccoli passi, un grande sogno».