di Chiara Patitucci
Nel linguaggio comune si chiamano droni, ma il nome esatto è sistemi aeromobili a pilotaggio remoto (sapr). Per utilizzarli a scopo professionale occorre essere riconosciuti o autorizzati dall’Enac, l’Ente nazionale per l’aviazione civile. E sono molto più che un giocattolo per semplici amatori. Le applicazioni vanno dalle riprese aeree ai rilevamenti topografici, geomatici e ambientali, all’utilizzo in ambito di protezione civile per il soccorso in casi di emergenza o il monitoraggio di eventi calamitosi. Nel campo dei beni culturali, ad esempio, si utilizzano sensori termografici per restituire analisi sullo stato di conservazione delle opere d’arte o individuare aree archeologiche sommerse o sepolte, mentre in edilizia sono utili per controllare i lavori di costruzione o lo stato di manutenzione di ponti, dighe… Ma anche individuare abusi edilizi e ambientali (discariche abusive, sversamenti inquinanti in fiumi, laghi, mari) o per il monitoraggio della qualità dell’aria. In alcuni settori i droni hanno ormai sostituito integralmente gli aeromobili tradizionali, come nel campo dei rilievi topografici, mentre in agricoltura e in ingegneria ambientale rappresentano la nuova frontiera dell’innovazione.
Air Abruzzo nasce nel 2014 quando Antonello Di Matteo, ingegnere ambientale per formazione e pilota dal 1991, decide di trasformare la sua passione in lavoro. Le sue competenze non abbracciano solo la tecnologia in senso stretto, ma si fondano soprattutto sull’aeronautica e il volo civile: intravede nei droni una grande opportunità e apre la prima sede a Pescara, cui oggi si affiancano un ulteriore riferimento operativo ad Avezzano (L’Aquila) e un network di professionisti attivi in tutto il Centro Italia, coordinati in linea con le regolamentazioni Enac. Air Abruzzo è stato il primo operatore abruzzese a ottenere il riconoscimento per effettuare operazioni professionali con droni ed è attualmente l’unico abilitato a svolgere operazioni “critiche”. Fa assemblaggio e manutenzione macchine per sé e conto terzi, effettua consulenze e corsi di formazione ai professionisti del settore.
Oltre alle classiche video riprese, molti sono i progetti sperimentali in corso, come quello in collaborazione con il dipartimento di Bioscienze e tecnologie agro-alimentari e ambientali dell’Università di Teramo per la viticoltura di precisione. Grazie ai sensori a infrarossi e alle camere multi spettrali montate sui droni è possibile individuare lo stato vegetativo delle piante (indice Ndvi) e le caratteristiche idrologiche dei terreni, consentendo la regolazione della concimazione e determinando gli esemplari in difficoltà, ottimizzando notevolmente il lavoro agricolo e le spese per la fertilizzazione dei campi. «Sui nostri droni stiamo adesso testando videocamere sferiche – spiega Antonello Di Matteo – Queste sono in grado di fare riprese aeree con campo ottico a 360 gradi, fruibili con occhiali Vr (per la virtual reality), con un’esperienza 3d incredibile. Stiamo rinnovando completamente il parco macchine, per essere sempre all’avanguardia, – continua -. In più vogliamo aprirci anche ad altri tipi di vettori. L’evoluzione tecnologica in questo settore è spaventosamente veloce e già stiamo pensando a sistemi di nuova generazione, capaci di integrare l’autonomia di volo con l’intelligenza artificiale». Quindi riceveremo la posta via drone? Per il momento la normativa vieta il volo non a vista da parte del pilota, ma nulla esclude che forse presto ci arriveremo.