di Federico Niasi
Ogni impresa deve essere luogo di cultura economica e sociale. Lo sanno bene i fratelli Di Rienzo, Anna Maria e Loreto, che a fine ottobre hanno aperto le porte della loro azienda. Bond Factory è leader nella manifattura tessile basata sul connubio tra tecnologia e artigianalità. Nel 2014, in controtendenza rispetto alla congiuntura economica, la realtà abruzzese ha inaugurato la nuova e moderna sede, localizzata nella zona industriale di Chieti Scalo (Chieti), investito in macchinari innovativi, varato un piano assunzioni per arrivare a toccare quota 60 unità, età media 33 anni. Scuole, università, fornitori, collaboratori, clienti e giornalisti hanno affollato il primo giorno dell’open day. Alcuni brand del lusso sono perfino giunti dall’estero per conoscere da vicino il metodo e le tecnologie sviluppate, incontrare le persone che, ogni stagione, realizzano le loro creazioni. All’interno dello stabilimento è allestita un’area dedicata, dove i designer possono seguire tutte le varie fasi dei progetti. La seconda giornata è stata invece dedicata ai dipendenti e alle loro famiglie, elementi fondamentali. Con emozione e orgoglio, i fondatori hanno accolto i presenti, ringraziandoli per il supporto quotidiano che permette di rendere il prodotto finale eccellente e riconosciuto nel mondo. L’intera iniziativa rientra in un percorso che mira a creare un legame costruttivo con il territorio e i suoi attori, oltre a sensibilizzare le giovani generazioni nel riconsiderare la strada dell’artigianalità e della manualità, interpretate con le più avanzate tecnologie, fierezza e autentica passione.
I risultati parlano da soli: piú di 3 milioni di euro i ricavi 2013, forecast per quest’anno intorno ai 4, Ebitda a due cifre superiore al 22% (dati Studio D’Incecco di Pescara, advisor della società). E poi clienti del calibro di Valentino, Christian Dior, Chanel, Gucci, Brunello Cucinelli, Roberto Cavalli, Cerruti, Givenchy, Balenciaga, Burberry… Come si spiega il successo di Bond Factory? È una formula esatta, costruita nel tempo. Intanto, per fugare ogni dubbio, Anna Maria e Loreto Di Rienzo non sono fasonisti, altrimenti avrebbero faticato non poco a reggere la concorrenza asiatica e quella dei Paesi dell’Est Europa. Il loro è un modello basato su un know-how di competenza e passione, su un posizionamento preciso, il mercato del luxury che sembra non conoscere crisi. Sono i partner ideali di stilisti e creativi che, venendo in Abruzzo, trovano la sponda per concretizzare idee, sviluppare progetti complessi e trovare le soluzioni migliori. L’investimento in ricerca e sviluppo rappresenta una costante. Accanto all’artigianalità, alla cura dei dettagli, l’aspetto complementare è infatti la tecnologia. Termosaldatura, laser, stampa digitale, ultrasuono, alta frequenza, agugliatura, anche mixate tra loro, vengono applicate senza limiti d’interpretazione. La sostenibilità è un ulteriore principio fondamentale, alla base dell’azienda. Questo si traduce nella riduzione dell’impatto ambientale e nel rispetto delle risorse, per una sana crescita economica. Qualche esempio? La presenza interna del csr (corporate social responsability) manager, la stretta collaborazione con la Planet Life Economy Foundation, il riciclo e riutilizzo degli scarti di lavorazione, la creazione della rete “Made in locally”, formata da imprese manifatturiere regionali, il risparmio energetico con l’installazione di luci al led nella nuova sede, la collaborazione con molte scuole per la specializzazione di profili professionali nel tessile… Questo e molto altro è Bond Factory.