Panama

PANAMA, IL PETROLIO E CASALEGGIO

di Maurizio O. Delfino 

Tre argomenti troppo ampi e ricchi ciascuno di nessi e conseguenze, per farne un tema unico. A meno che si proponga una riflessione emotiva, istintiva. E dunque tutto il tempo e il clamore della vicenda di Panama diventano insopportabili, in quanto notizia noiosa, banale, scontata. Una non notizia. I ricchi cercano protezione e riservatezza. Novità?! Il vero argomento è: perché non gli viene in mente di investire in qualcosa invece di nascondere i soldi ma, soprattutto, perché sono così ricchi? Il tema della distribuzione della ricchezza. O viene posto con urgenza, soprattutto da quelli che ci stanno dentro, che riescono ancora a incidere sulle cose concrete o è un bel problemone. Perché la storia dimostra senza possibilità di equivoco, dai tempi dei romani, agli anni recenti dal Dopoguerra a oggi, che crescita e sviluppo si hanno quando si allargano le platee – le coorti dicono gli economisti – anagrafiche, geografiche e censuarie di accesso a crescita, consumi e opportunità.

In America, Paese contraddittorio, croce e passione per molti termini di paragone, qualcuno ha cominciato a riproporre il tema della “re-distribution” nella nuova e più efficace accezione, che è la “pre-distribution”. La crescita delle diseguaglianze, nelle opportunità di partenza e nella disponibilità effettiva di mezzi, nonché nella valorizzazione dei ruoli, del contributo che essi danno al sistema, è la prova che qualcosa non sta proprio funzionando e la preoccupazione per primi dovrebbero averla proprio i ricchi e chi li gestisce. Continuiamo a cadere nella trappola che ci facciamo da soli, per cui siamo lì a cercare il modo di raggiungere quei soldi, di tassarli… Distribuzione della ricchezza che si produce, welfare e quindi anche tasse e rapporto col potere statuale costituito. Ci vorrebbe una legge che condona, a livello mondiale, tutti i possessori di capitali occultati alla sola condizione che rivelino come li hanno fatti. Scopriremmo cose tremende, cioè che solo una parte deriva da attività illecite. Molte sono attività lecite, lecitissime, magari contratti firmati con la televisione o con grandi compagnie, ma fuori qualunque barlume di ragionevolezza. La stessa che manca nella vicenda trivelle, petrolio, referendum e ministri dimissionari. Intanto la polemica contro il ministro Guidi è ridicola. Come si fa a chiedere a un ministro di tagliare i ponti con una vita intera fatta di relazioni, di conoscenze, di famiglia che sta dentro i gangli del settore industriale. Renzi è un tipo energico e coraggioso, che fa scelte in base al ritorno di sostegno che gliene viene, per il suo programma ovviamente, di riforme mondiali, profondissime, che stanno stravolgendo l’immagine e la sostanza del Paese. Comincia a esserci simpatico, lo confessiamo pubblicamente.

Non fermiamoci a queste cosette, la Guidi a quel ministero, o Poletti a quell’altro. Andiamo vanti. Il Paese piuttosto, lamentoso e chiacchierone, perché invece di sollevare polveroni su queste sciocchezze, non prende sul serio le tesi e le proposte, per esempio del libro del giornalista abruzzese Lorenzo Salvia, che avanza l’ipotesi che col patrimonio ambientale e culturale che abbiamo, potremmo riprenderci il futuro?! E a proposito di futuro, ecco Casaleggio. Che tristezza. S’è capito che era un bel personaggio, complesso, intelligente, forse con le sue contraddizioni, ma molto molto più che degno di essere considerato una grande figura per questo tempo, uno di quelli con la merce e le doti più formidabili e rare di questa epoca, cioè il coraggio di guardare in faccia a testa alta verso il futuro. Però, per concludere la riflessione emotiva e spiegare la tristezza, questa deriva dal fatto che perché esistano questi personaggi c’è voluto un matto come Grillo! Per accorgerci del valore della cultura e della complessità di Casaleggio, per muovere qualcosa in questa nazione, non bastava una delle più straordinarie crisi economiche, sociali, morali che la storia del mondo ricordi. Ci voleva un matto, volubile, egocentrico come il comico ligure.

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