PAOLO MAZZESCHI RINASCERE DAI FRAMMENTI DI TITANIO

di Elena Gramenzi – Foto Francesco Paolucci

L’artigiano aquilano Mazzeschi è l’unico in Abruzzo a lavorare il titanio ed è il primo ad applicare questa lavorazione nel mondo dell’oreficeria.

IL TITANIO ELEMENTO FONDAMENTALE NELL’ARTE DI PAOLO MAZZESCHI

Paolo Mazzeschi, celebre artista e orafo aquilano, non ha mai smesso di giocare con la fantasia. Fin da bambino, con profetici mattoncini, ha sempre composto e ricostruito al fianco del padre, Saverio, che gli ha insegnato la propensione all’arte e all’immaginazione. Paolo Mazzeschi con la sua creatività vuole oggi trasmettere ciò che la vita gli ha insegnato: l’arte della rinascita. Proprio come la sua città, Mazzeschi ha trovato la forza di ricostruire la sua anima creativa ripartendo proprio da cocci di luce colorata, leggeri ma resistenti, frammenti che sprigionano gioia e bellezza alla ricerca di suggestioni visive. Elemento cardine: il titanio. Ma facciamo un passo indietro. Da giovanissimo frequenta l’accademia d’arte (indirizzo oreficeria e metalli) e, in parallelo, avvia una bottega domestica personale. Sperimenta e ricerca ogni materia e ogni tecnica. Intravede negli elementi mille potenzialità imprigionate, che solo la mano dell’abile artigiano-artista può tirar fuori. Si immerge nel mondo perfetto della natura, inseguendo una passione e non solo una professione. All’età di 23 anni, nel 1989, apre il suo primo laboratorio e comincia a partecipare a diversi eventi e mostre, dove viene ammirato per la sua visione d’avanguardia. Il suo successo riconosciuto e apprezzato in tutto il mondo e importanti personaggi (come il presidente della repubblica e le first lady durante il G8 aquilano del 2009) ricevono sue creazioni come riconoscimenti.

PAOLO MAZZESCHI: DAL SOGNO SOSPESO AI NUOVI PROGETTI CREATIVI

Dal gioiello al complemento d’arredo, Mazzeschi esplora diversi mondi dall’architettura al design di interni, senza porre mai limiti segue la strada della sperimentazione. Alla ricerca delle svariate tecniche da percorrere per poter realizzare al meglio forme e idee. «La materia ha già una sua espressione intrinseca che solo la mano dell’artigiano sa sprigionare, attraverso la ricerca e il rispetto della tradizione – racconta spiegando come solo l’abilità manuale dell’artista può fornire originalità, unicità e qualità al prodotto, superando i limiti necessariamente imposti dell’ausilio tecnologico -». Proprio il 2009 è purtroppo l’anno dei “sogni decostruiti”: presso il palazzo settecentesco Benedetti di via Sassa all’Aquila sarebbe dovuto sorgere un polo artistico, dotato di una galleria d’arte contemporanea, un laboratorio e una scuola di formazione. Il fatale terremoto ne impedisce l’inaugurazione, tramutando il concreto progetto in un sogno sospeso. Tante le difficoltà e le sofferenze, ma proprio i frammenti di quell’entusiasmo tornano a ricomporsi come i pezzi di un puzzle grazie a un incontro, nel natale del 2017, che gli cambia la vita. Questa volta sotto l’albero natalizio c’è un finissimo pezzo di titanio, metallo dotato di proprietà uniche e particolari. Mazzeschi acquista una nuova saldatrice, decidendo come sempre di investire nella sperimentazione, e inizia le sue ricerche. Si imbatte così negli studi del maestro Pietro Pedeferri, padre della titanio-cromia, dal quale eredita il fascino della magia dei veli di ossido che in base al loro spessore catturano e memorizzano una tinta. Conduce una ricerca sistematica sui colori, che si formano sulla superficie del titanio per ossidazione, affascinato dall’apparenza di un colore inesistente che si imprigiona su una semplice superficie di metallo.

L’ARTIGIANO-ARTISTA E LA NATURA BINOMIO INDISSOLUBILE NELL’ATTIVITÀ DI PAOLO MAZZESCHI

L’orafo concentra la sua creatività tutta sul titanio e, grazie allo studio e alla tecnica, riesce a ottenere la scala cromatica naturale semplicemente partendo dal metallo stesso. Nell’inverno del 2019 prende vita nel capoluogo abruzzese la mostra “Cocci: interferenze di luce”, articolata in un percorso guidato-formativo alla scoperta del titanio. In circa 160 metri quadrati, lo spettatore diventa partecipe dell’esposizione ammirando e toccando con mano i leggerissimi e colorati gioielli che, come sogni sospesi e frammentati in mille cocci, all’apparenza sembrano fragili, ma nascondono nei loro legami la resistenza della rinascita e della novità proposta. Paolo Mazzeschi è l’unico in Abruzzo a lavorare il titanio ed è il primo ad applicare questa lavorazione nel mondo dell’oreficeria sugellando una comunanza creativa tra l’artigiano-artista e la natura. Inoltre, il titanio è un metallo perfetto per la creazione di gioielli in quanto è anallergico, antibatterico e antiossidante. «Il titanio oggi potrebbe avere uno sbocco straordinario nel campo dell’architettura e dell’arte, attraverso la titanio-cromia – sottolinea Mazzeschi -. Sono aperto a collaborazioni per continuare a sperimentare all’interno di questo nuovo mondo». Durante il periodo di quarantena imposto dal Covid-19, ha realizzato un copri-mascherina con dei frammenti di titanio dai preziosi colori, carichi di forza ancestrale e leggerezza, per provare a ridonare personalità ai volti umani che sembrano aver smarrito la propria identità dietro un mare di maschere uguali.

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