di Federico Niasi
Presidente Ranalli, Il Polo Innovazione Automotive è stato a Milano, il 2 e il 16 luglio, per due eventi nell’ambito del palinsesto di Casa Abruzzo-Expo 2015. Perché questa scelta?
«Dopo aver lavorato per sei anni in silenzio, cercando di creare in Abruzzo le condizioni, le occasioni e le opportunità per lo sviluppo del settore automotive e meccatronica, abbiamo voluto far ulteriormente conoscere il nostro modello a livello nazionale e internazionale, perché crediamo che le sfide del futuro siano globali».
Quali sono le funzioni del Polo?
«Penso che il Polo sia un facilitatore tra aziende che condividono un percorso comune per la ricerca e l’innovazione. Siamo una rete di operatori indipendenti e innovatori (grande industria, Pmi, università e centri di ricerca). Ci piace dire che siamo in Abruzzo, ma guardiamo in tutto il mondo, anche perché tra i nostri aderenti non ci sono solo aziende locali. La nostra mission è incoraggiare le interazioni tra i soggetti economici e le istituzioni per contribuire allo sviluppo della ricerca-innovazione, delle nuove tecnologie, alla disseminazione della conoscenza, alla messa in rete e alla diffusione delle informazioni».
Il settore automotive è estremamente strategico per l’Europa e l’Italia, ma ancor di più per l’Abruzzo…
«L’industria automobilistica è un settore chiave per l’economia europea, che offre oltre 12 milioni di posti di lavoro e risulta essenziale per il sistema produttivo. In Italia le imprese sono 2.700, con circa un milione di addetti. Nella nostra regione, la filiera è costituita da un gruppo di imprese globalizzate, di diverse dimensioni, impegnate oltre che nella produzione di veicoli, nella componentistica e nell’engineerign. Siamo quella che mi piace definire l’Automotive&Mechatronic Valley d’Italia, capace di concentrare in sé competenze uniche, avanguardia, ricerca e in grado di realizzare costante innovazione in tecnologia e prodotti. In termini economici, il sistema delle imprese automotive occupa circa 30mila addetti, di cui 25mila solo nella provincia di Chieti. Il fatturato è di 7 miliardi di euro e rappresenta oltre il 50% dell’export regionale, oltre al 15% del Pil dell’industria. La sfida futura risiede nella capacità di realizzare prodotti a più alto valore aggiunto, che riducono gli spazi per i competitor, che non dispongono di competenze e tecnologie adeguate».
Quali le armi vincenti per l’Abruzzo?
«L’incremento sostanziale delle conoscenze/competenze e la smart specialization. La scommessa sulle conoscenze è la strada maestra, perché la ricerca di base genera quella applicata (competenza). Per l’automotive regionale è determinante specializzarsi nei veicoli commerciali e professionali (due/quattro, trasporto persone e merci), per realizzare un sistema di trasporto merci, prevalentemente orientata all’ultimo miglio, intelligente, integrato ed ecologico, capace di rafforzare e consolidare la filiera, per migliorare la competitività e favorire il radicamento delle grandi imprese».
Intanto i risultati concreti ci sono…
«Con il Polo di Innovazione abbiamo messo insieme circa 70 soggetti, tra cui Fiat Chrysler Automobiles, Honda, Denso, Bonfiglioli, Isringhausen, Tecnomatic e Imm Hydraulics. Quasi la metà ha partecipato a otto progetti di ricerca sull’avviso Por Fesr Abruzzo, con la costante presenza dell’Università dell’Aquila. Abbiamo preso parte anche ad altri quattro progetti in ambito nazionale e quattro a livello comunitario. Sono stati attivati oltre 20 progetti di trasferimento tecnologico, di breve durata, con risultati concreti e immediati, che coinvolgono aziende partner che chiedono l’ausilio di nuove tecnologie e metodologie per ammodernare processi e prodotti. Siamo partner del cluster nazionale “Trasporti Italia 2020” e tra i promotori di un istituto tecnico superiore specializzato nella meccanica/automotive, che nei primi due corsi già conclusi ha dato occupazione rispettivamente al 50% e al 63% dei frequentanti. Impieghi presso il sistema industriale che orbita attorno al Polo».