A MARCO CARRAI LA PRIMA EDIZIONE DEL PREMIO PARETE

di Elena Gramenzi – Foto Paolo Bona

Si è tenuta al Circolo della Pallacorda di Milano la prima edizione del Premio Parete, in ricordo di Ermando Parete. Premiato l’imprenditore Marco Carrai per l’amicizia italiana con il popolo di Israele.

PREMIATO MARCO CARRAI NELLA PRIMA EDIZIONE DEL PREMIO PARETE

Nella vigilia del 25 aprile, al Circolo della Pallacorda di Milano, si è tenuta la prima edizione del Premio Parete in ricordo di Ermando Parete, abruzzese custode della Memoria, sopravvissuto al campo di concertamento di Dachau e venuto a mancare lo scorso anno. Evento che vuole premiare personalità di spicco in grado di migliorare i rapporti tra Italia e Israele. Il comitato scientifico, presieduto da Donato Parete (figlio di Ermando), ha deciso di insignire quest’anno Marco Carrai. Carrai, imprenditore e manager fiorentino, è presidente di Toscana Aeroporti SpA e vicino all’ex premier Matteo Renzi, di cui è amico di vecchia data. Fortemente legato a Israele, tanto da poterla definire, con orgoglio, la sua seconda patria: «La forza di vita di cui si nutre Israele è l’energia che mi dà la grinta nel lavoro e nella mia vita personale. Israele è modernità, vivacità e innovazione. Gran parte del mio lavoro passa da legami con aziende e società israeliane. Molte volte sono proprio questi legami a garantire la qualità dei servizi e dei prodotti che io pretendo che le mie società offrano ai clienti». Marco Carrai è risultato tra gli imprenditori italiani che ha investito di più in rapporti e reciprocità, andando così a legare il suo nome a quello di Ermando Parete, uomo straordinario, sopravvissuto alle persecuzioni, all’insensata e folle violenza dell’uomo, che ha dedicato l’intera sua vita a raccontare l’inferno al quale ha assistito. «Una vita dedicata alla memoria come missione, un antidoto contro la possibile ripetizione di tragici eventi già commessi – così ha sottolineato Marco Carrai ritirando il premio consegnato da Donato Parete -».

PREMIO PARETE: IL CORAGGIO DI ERMANDO PARETE RICORDATO DAL FIGLIO DONATO E RICONOSCIUTO IN MARCO CARRAI

Nel corso dell’appuntamento, svolto alla vigilia dell’anniversario della Liberazione, storia, cultura, Memoria, coraggio e volontà hanno fatto da filo conduttore. Ermando Parete, nato ad Abbateggio (Pescara) nel 1923, era sottufficiale della Guardia di Finanza. Da giovanissimo, durante la Seconda guerra mondiale, aveva combattuto in territorio jugoslavo. Dopo l’Armistizio dell’8 settembre 1943, catturato dalle Ss, torturato e deportato in Germania, nel campo di concertamento di Dachau. Incredibilmente sopravvissuto alla tragedia dell’Olocausto, Parete aveva voluto dedicare il resto della personale esistenza a raccontare la sua storia, visitando le scuole italiane, incontrando le nuove generazioni, partecipando a convegni, seminari e dibattiti. Testimonianza portata adesso avanti dal figlio, Donato Parete: «Il messaggio di mio padre non era mai né di dolore né di odio o risentimento verso qualcuno o qualcosa, ma voleva soltanto comunicare la positività del vivere e del fare. Un uomo con il coraggio di andare controcorrente, che cercava, ad esempio, di incoraggiare sempre i giovani a intraprendere un percorso di studi tecnico-scientifico, in un Paese che ha un po’ accantonato quest’area del sapere. Lo spirito della prima edizione del premio Parete è proprio quello di incitare a trovare la volontà di andare verso territori inconsueti ed è per questo che abbiamo scelto Marco Carrai come personalità a cui attribuire l’importante riconoscimento».

IL PREMIO PARETE A MARCO CARRAI E UNA RIFLESSIONE SULLA BRIGATA ISRAELIANA

Nel corso dell’incontro meneghino, coordinato da Davide Romano, editorialista del quotidiano La Repubblica, sono stati affrontati anche temi importanti collegati alla storia e alla Memoria. La riflessione sul valore della Brigata ebraica nel contesto del secondo conflitto mondiale è stata portava avanti dallo studioso Carlo Saletti. Presente anche il segretario del Circolo milanese Pd della Pallacorda, Achille Saletti, che ha raccontato come il Centro sia stato, storicamente, sempre vicino alla comunità ebraica. Intervenuta l’onorevole Lia Quartapelle Procopio, che ha confermato come sia stata presentata una proposta di legge con l’obiettivo di riaprire i termini per la concessione di una medaglia d’oro alla Brigata ebraica, per onorare la memoria dello straordinario coraggio che fu mostrato dai giovani combattenti volontari israeliani; per il loro desiderio di ricostruzione e aver contribuito alla liberazione del nostro Paese, con audacia ed eroismo. Superando ogni pregiudizio e stereotipo, l’incontro ha condotto a delle importanti considerazioni sul presente e sul passato, su come la storia e il ricordo debbano dare un’educazione al modo di guardare verso il futuro.