AL MANAGER VITTORIO COLAO IL PREMIO PARETE 2018

di Andrea Beato – Foto Paolo Bona

Il past ceo di Vodafone Group insignito del riconoscimento che ricorda Ermando Parete, sottufficiale della Guardia di finanza sopravvissuto del campo di sterminio nazista di Dachau. Nella cerimonia 2018, svolta lo scorso ottobre in Bocconi a Milano, assegnata anche la Borsa di studio Premio Parete alla giovane pescarese Chiara D’Ignazio.

IL PREMIO PARETE 2018 ASSEGNATO AL PAST CEO DI VODAFONE, VITTORIO COLAO

Edizione numero due per il Premio Parete, lo scorso 9 Ottobre, quest’anno ospitato nella prestigiosa location dell’Università commerciale Luigi Bocconi a Milano. A fare gli onori di casa il rettore Gianmario Verona: «Un’occasione importante almeno per tre ragioni. Il Premio Parete rappresenta l’inclusione, la valorizzazione della diversità, l’altruismo, la voglia di guardare lontano, con positività. Tutti temi che portiamo avanti, ogni giorno, all’interno del nostro ateneo. In più il Premio Parete ha voluto mettere a disposizione una borsa di studio per uno studente particolarmente meritevole, sostenendolo nel suo percorso triennale qui in Bocconi. Infine la scelta di premiare Vittorio Colao, che si è formato in queste aule ed è considerato uno dei manager più stimati e validi, con grandi doti di leadership». Sul palco, di fronte al pubblico composto da docenti, allievi, professionisti, imprenditori, manager, più una folta rappresentanza della Guardia di finanza, sale anche Donato Parete. Il figlio di Ermando Parete, fondatore e presidente del comitato scientifico del Premio Parete, lega nel suo intervento ricordo e speranza per il futuro: «Mio padre Ermando, portando la sua testimonianza diretta in molte scuole italiane nel Giorno della Memoria e ricordando la terribile esperienza vissuta in giovane età, spronava i ragazzi a studiare, a darsi da fare, a farcela con le proprie forze, crearsi un personale senso critico per giudicare le cose. Il Premio Parete vuole continuare a portare avanti questo messaggio».

COLAO RITIRA IL PREMIO PARETE 2018 IN BOCCONI A MILANO

In un momento storico così delicato, dove vecchi fantasmi sembrano comparire nuovamente all’orizzonte, dove si assiste a un crescente rigetto nei confronti di ogni forma di competenza, c’è invece decisamente bisogno di un’élite che sia punto di riferimento, mossa da principi oggettivi, allo stesso tempo guida e anima analitica dei complessi fenomeni che ci circondano. Ne è convinto anche Vittorio Colao nel suo “speech” centrale, dove riconosce alla Bocconi, e in più in generale all’università, un ruolo fondamentale nel modellare persone in grado di avere un impatto giusto nel mondo di oggi. Mondo sempre più interconnesso, in cui la complessità è aumentata notevolmente e raggiungere l’eccellenza sembra essere l’unico modo per cogliere le sfumature più impercettibili. Il past ceo di Vodafone approva la scelta di unire al Premio la Borsa di studio, conferita per il 2018 alla giovane pescarese Chiara D’Ignazio. Perché oltre al riconoscimento c’è una generosità concreta, una solidarietà pura, un “give forward”, un dare in avanti, in una sorta di patto intergenerazionale con effetto moltiplicatore. Proprio generosità e solidarietà devono essere due pilastri da rafforzare nella quotidianità attuale, per puntare su una società aperta, ricca di opportunità, solidale, allontanando chiusure, arroccamenti ed egoismi.

IL RICORDO DI ERMANDO PARETE

Ermando Parete nasce ad Abbateggio, montagne abruzzesi, il 15 Febbraio 1923. All’età di vent’anni si arruola nel Corpo della Guardia di finanza, diventando sottufficiale. Durante la Seconda guerra mondiale combatte in Jugoslavia e, dopo l’Armistizio dell’8 settembre del ’43, cerca di tornare in Italia con i gruppi partigiani. Catturato dalle Ss a Cimadolmo (Treviso), viene incarcerato e torturato a Udine. Subito dopo deportato nel campo di sterminio nazista di Dachau in Germania. Nonostante le condizioni disumane, sopravvive fino all’arrivo delle Forze alleate Usa e alla liberazione avvenuta il 29 aprile del 1945. Scampato alla tragedia della Shoah, dagli anni Novanta e fino alla scomparsa nel 2016, Parete si impegna a raccontare l’orrore vissuto, come monito perché non accada mai più e unendo sempre lo sprone positivo di incoraggiare le giovani generazioni, visitando le scuole italiane e le università, incontrando i ragazzi, partecipando a convegni, seminari e dibattiti. La nuova grande caserma della Guardia di finanza di Pescara, inaugurata nel maggio 2017, è intitolata proprio a Ermando Parete.