di Andrea Beato
SerVe, spin off nato all’interno dell’ateneo d’Annunzio, propone soluzioni di ultima generazione per l’ambito biomedicale e altri settori.
IL TEAM DI SERVE: PIERO CHIACCHIARETTA, MAURO GIANNI PERRUCCI, RICCARDO NAVARRA E MASSIMO CAULO
Nell’ultimo ventennio gli scienziati hanno sviluppato tecniche di indagine sempre più potenti, in grado di conoscere nel dettaglio la struttura e il funzionamento della mente umana. Il cervello è qualcosa di estremamente complesso: 100 miliardi di neuroni per un chilogrammo e mezzo di peso, la capacità di immagazzinare una quantità infinita di informazioni e interagire con ciò che ci circonda. Lo studio delle neuroscienze suscita profondo interesse nella comunità scientifica, tra gli addetti ai lavori e nell’opinione pubblica anche perché connesso con il mondo pratico. Lo sanno bene Piero Chiacchiaretta, Mauro Gianni Perrucci, Riccardo Navarra e Massimo Caulo, rispettivamente un fisico, un ingegnere, un ulteriore fisico e un neuroradiologo che insieme rappresentano i fondatori di SerVe, Service Viewing Engineering. Si tratta di uno spin-off accademico partecipato dall’Università degli Studi Gabriele d’Annunzio Chieti – Pescara, nato nel 2015 all’interno di Itab, l’Istituto di Tecnologie Avanzate Biomediche.
SISTEMI PACS, RIS E PIATTAFORME PER L’ELABORAZIONE DI DATI DI NEUROIMAGING CON SERVE
I quattro protagonisti, tutti abruzzesi, si sono conosciuti al Dipartimento di Neuroscienze, Imaging e Scienze Cliniche conseguendo il PhD, il dottorato di ricerca, e arrivando a produrre un totale di oltre 200 pubblicazioni su riviste di carattere internazionale. Dalle loro volontà e dall’unione dei loro know how è poi scaturito il percorso imprenditoriale in grado di tradurre aspetti teorici in soluzioni tangibili e dal grande valore aggiunto. Di cosa stiamo parlando? In primis della creazione e dello sviluppo di applicazioni/interfacce per l’analisi, l’archiviazione, la visualizzazione e refertazione di immagini digitali provenienti da qualsiasi tipo di strumentazione utilizzata per la diagnostica in ambito sanitario. Nel linguaggio specifico sistemi Pacs (Picture Archiving and Communication System), Ris (Radiological Information System) e piattaforme per l’elaborazione di dati di neuroimaging. Tra gli obiettivi migliorare la qualità e il workflow dei servizi, aumentare la condivisione delle informazioni cliniche, ottenere una riduzione dei costi e dei materiali impiegati grazie a una completa conversione, con l’abbandono del formato cartaceo e di altri supporti ormai ritenuti obsoleti. Ma non è tutto.
LA PALINA INTELLIGENTE DI SERVE PER MIGLIORARE LA QUALITÀ DELLE UVE
L’attenzione del team di SerVe si estende, inoltre, all’intelligenza artificiale legata al settore agricolo. L’innovazione, in questo caso, è sintetizzata in una palina dotata di sensori capaci di rilevare variabili chimiche, fisiche e ambientali. Idea volata perfino in Oriente per il China-Italy Science, technology & innovation week 2017, dove la startup che ha sede nel campus di Chieti Scalo (Chieti) è risultata la migliore tra più di 30 realtà simili, sia italiane che locali. Facendo ritorno tra i confini regionali, Cantina Tollo, storica cooperativa vitivinicola, ha scelto di avviare una sperimentazione su un suo ettaro di Montepulciano. Sulla superficie verranno installati alcuni hub tecnolgici (paline dotate di sensoristica), come fossero nodi di una rete cerebrale, che dialogano tra loro e con l’ecosistema limitrofo. Le misure monitorate e raccolte verranno inviate a una base software, elaborate con algoritmi e supporto dell’intelligenza artificiale per formulare previsioni sull’insorgenza di fenomeni rischiosi. Un vero abito sartoriale cucito su misura, sulla tipologia di piante e sul microclima. Agronomi e tecnici potranno così intervenire tempestivamente, in maniera mirata, mettendo al centro la salute delle colture, combattendo le patologie e riducendo al massimo l’uso di fitofarmaci. Un’ottima notizia per i consumatori, che troveranno sugli scaffali prodotti più naturali, autentici. Intanto SerVe guarda ancora al suo core: è recentemente risultata tra i vincitori del bando Attract con un progetto olografico sul mapping neurochirurgico, finanziato con fondi europei e coordinato dal Cern di Ginevra. La capacità di portare l’olografia all’interno delle bioimmagini, rappresenta una preziosa risorsa per lo specialista nella fase pre-operatoria e in quelle in situ del paziente.