Conoscendo sempre più nuove realtà che operano nel nostro Abruzzo, possiamo affermare che qualcosa sta veramente cambiando nella classe imprenditoriale. Una maggiore consapevolezza, la volontà di incidere non solo sul tessuto economico, di dare un apporto decisivo e costante allo sviluppo della società. Approccio che ritroviamo pienamente nella “Cover story” di questo numero, tutta dedicata ad Abba Luxury Estate. I quattro soci, Ruggero Balducci, Guido Abbondanza, Graziano Abbondanza e Francesco Marcacci, dimostrano una sensibilità fuori dal comune: «La nostra storia – dicono – è legata alla regione adriatica in modo indissolubile. Siamo consapevoli che il percorso iniziato qui si sia sviluppato grazie al territorio che ci ospita, ricco di tradizioni e persone straordinarie. Questa connessione è al centro del nostro operato, con la ferma volontà di tutelare e restituire un Abruzzo migliore agli acquirenti dei nostri immobili e, allo stesso modo, alla popolazione. La mission è offrire, attraverso il brand Abba che racchiude il core business ormai di livello indiscusso, un’esperienza di vita “superiore”, cercando luoghi che possano essere magnifici sotto l’aspetto turistico e ricettivo. Una nuova via per “esportare”, rendere maggiormente riconoscibili e apprezzati i tanti gioielli delle nostre aree, in un’ulteriore e incisiva azione di promozione senza confini della terra più verde d’Europa. Crediamo in un mondo migliore da lasciare alle nuove generazioni – sottolineano ancora Balducci, i fratelli Abbondanza e Marcacci -. Le opere che pensiamo e creiamo trovano perfetta armonia nel contesto che le circonda. Con presupposti del genere, la famiglia è il primo soggetto da tutelare. Qualsiasi iniziativa di Abba mira a salvaguardare le persone: lavoratori, adulti e bambini. Non può esserci domani senza l’attenzione nei confronti di individui e origini». E questo si manifesta in azione reali, in primis nel mondo dello sport con la società del Pineto Volley, con la squadra che milita nel campionato A3 maschile e il settore giovanile, nel sostegno ad associazioni no profit, a enti finalizzati al mantenimento di capolavori storici, a manifestazioni che tramandano e condividono antichi usi e costumi. Quello di Abba non è un caso isolato. Solo a pochi chilometri di distanza, l’origine certificata della materia prima e la sua qualità sono tra i punti di forza dell’Antico pastificio rosetano Verrigni: «Quest’anno, per noi, ricorre un anniversario importante ed è quello dei dieci anni di collaborazione con Francesco ed Elena Valentini, proprietari dell’omonima azienda agricola a Loreto Aprutino (Pescara) – afferma Francesca Petrei Castelli, volto e anima del pastificio -. Nel 2011, con Gaetano Verrigni, abbiamo iniziato questa felice collaborazione con l’intento di dare una tracciabilità precisa, una filiera chiara a difesa del Made in Italy. In più, a breve, ci sarà un’ulteriore evoluzione con l’inserimento di un’altra tracciabilità, che è quella del grano proveniente dai 112 ettari di terreno della mia azienda agricola di famiglia “Solagnone”, a Pineto (Teramo)». Anche Francesca Petrei Castelli non nasconde l’amore per il territorio e fa della tracciabilità non solo un discorso qualitativo, ma anche un argomento di sensibilizzazione sul valore della materia prima italiana, sul chilometro zero e la conoscenza del grano che si lavora prima nel mulino e poi nel pastificio. «Con Gaetano e Francesco Paolo Valentini c’è stato il desiderio di difendere la nostra agricoltura. Posso dire, con certezza, che siamo stati tra i primi, anni fa, a lottare per il Made in Italy». Due storie, molti protagonisti che vogliono cambiare in meglio l’Abruzzo. E sfogliando le pagine se ne trovano altri: il Gruppo Sitem, Utterson, il Forno Zulli, il Consorzio di tutela dello zafferano dell’Aquila…

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