di Andrea Beato
Vangatrici, fresatrici, trinciatutto, tosaerba, cippatrici e interfilari sono al centro della produzione di Sicma. Un vero “made in Italy” che parte dalla progettazione ed è fulcro di un grande Gruppo, ancora oggi guidato dalla famiglia Aurora.
IL PROGRESSO DI SICMA: DAGLI ANNI ’50 FINO ALLA SPECIALIZZAZIONE NEGLI “IMPLEMENTS”
Operare in un ambito in cui l’industria italiana è considerata, da sempre, una vera e propria eccellenza. Farlo partendo da zero e restando, dopo più 60 anni di storia, con cuore e mente in Abruzzo che, per caratteristiche e dati alla mano, certo non può competere con Emilia Romagna, Veneto o Lombardia. Eppure riuscire ad affermarsi in contesti del genere, per abbracciare perfino una dimensione internazionale. L’evoluzione di Sicma ha davvero dell’incredibile e affonda le sue radici nel secondo dopoguerra. Protagonisti Igino Aurora e la volontà di contribuire a ridurre le fatiche di chi quotidianamente impegnato nei campi con a disposizione solo mezzi artigianali. Da qui la realizzazione, nell’officina sotto casa, della prima pompa da irrigazione con motore a scoppio e, visti i positivi riscontri, anche dei motocoltivatori. Nel 1956 la gamma si arricchisce con i cingolati. A metà degli anni ’70 si sceglie di fermare la produzione di trattori per concentrarsi esclusivamente sugli “implements”, attrezzature come vangatrici e fresatrici. A supporto arriva la seconda generazione, i figli Mario, Franco e Lorenzo capaci di imprimere un’ulteriore spinta. Strutturarsi significa impegnarsi, progressivamente e con la stessa qualità, nei trinciatutto, nei tosaerba, nelle cippatrici, negli interfilari…
SICMA COMPONENTE FONDAMENTALE DEL GRUPPO AURORA
La crescita passa per un approccio strategico al mercato, per l’ascolto delle vere esigenze degli interlocutori, per un business che assume contorni globali. E l’impresa diviene fulcro di un vero e proprio Gruppo, il Gruppo Aurora completato dalle società Eurocardan (trasmissioni cardaniche), Alfametal (lavorazione lamiere per conto terzi) e Aurora Energy (energie rinnovabili). L’unione fa la forza facendo diventare l’organizzazione integrata, efficiente e flessibile. A parlare per Sicma sono i numeri e le recenti performance registrate: cinque stabilimenti per una superficie di circa 30mila metri quadrati, 120 dipendenti, un fatturato di 13 milioni di euro (23 se si considera il giro d’affari dell’intera compagine) e una quota export che supera la soglia del 70%. Nord America, Europa, Oceania, Paesi dell’area mediterranea rappresentato gli sbocchi privilegiati, con importatori e dealer pronti a fornire, in ultimo, le attività agricole e il settore hobbistica, quelli che in gergo vengono definiti i “weekend farmers”. Entrambi elementi di una fetta importantissima a cui vanno aggiunte le “private label” eseguite per top player del comparto, come John Deere e Kubota.
LA RICETTA VINCENTE DI SICMA PER UN VERO “MADE IN ITALY”
«Il nostro valore aggiunto – sottolineano i vertici dell’azienda – è legato a una serie di fattori. In primis una guida ancora familiare, costituita da figure “senior” e dalla terza generazione, che ha saputo aprirsi, accogliere al suo interno professionalità di elevato livello. Senza dimenticare la costante attenzione rivolta alla ricerca e all’innovazione. Tutto nasce dalla progettazione, un team dedicato di tecnici e ingegneri che analizzano, studiano e realizzano componenti e soluzioni tecnologiche, grazie a un know-how unico e all’impiego di software 3d complessi. Una squadra che non fa mancare il suo apporto nelle fasi successive, quando entrano in gioco risorse umane in grado di impiegare e gestire macchine utensili, saldatrici robotizzate, linee di verniciatura e montaggio. Un autentico “Made in Italy” che si traduce in un controllo preciso della filiera, con oltre il 90% dei pezzi creati direttamente in fabbrica. In caso dovessero sorgere problematiche di varia natura, sappiamo esattamente in che punto intervenire e come, nel minor tempo possibile!». Il domani è scritto su un duplice binario: da un lato il consolidamento della leadership in Italia, con la nostra regione che continuerà ad avere un ruolo fondamentale; dall’altro il rafforzamento della presenza in America Latina e Asia, dove si assiste all’incremento di una domanda specializzata, attenzionando le economie emergenti, nazioni come il Bangladesh, l’Indonesia, il Vietnam, il Myanmar, che ormai si stanno convertendo molto rapidamente alla meccanica agricola.
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