di Chiara Patitucci
Con oltre 400 soci, 500 ettari vitati, 4 milioni di euro di fatturato e una storia lunga quasi cinquant’anni, Sincarpa è una delle realtà più interessanti nel panorama enologico regionale. Nata nel 1969 come cantina sociale, l’azienda mantiene ancora oggi un forte legame con il territorio, riscontrabile sia nel sentire comune che nelle strategie commerciali: in controtendenza rispetto alla media delle aziende vitivinicole, con quote di export che arrivano anche all’80%, Sincarpa vende quasi il 70% della produzione sul mercato locale. Domenica 28 luglio nello stabilimento a Torrevecchia Teatina (Chieti) si è inaugurato il nuovo punto vendita e il terrazzo dehors, è stata presentata la nuova linea Gazzaladra: un Montepulciano d’Abruzzo doc e un Pecorino Igp Terre di Chieti, contenuti in una accattivante bottiglia nera serigrafata, involucro di un vino che ben rappresenta la filosofia di sviluppo aziendale e il senso dell’ambizioso progetto architettonico in fieri. Si tratta di un progetto “territoriale”, nel senso che ha l’obiettivo di valorizzare la presenza di Sincarpa attraverso, con e dentro il territorio. «Il vino da solo non basta più: bisogna legarci il territorio, che va promosso»: Pino Adamo Candeloro, presidente di Sincarpa, racconta così l’esigenza della cantina di ripensare il proprio ruolo in maniera diversa. Dopo l’apertura del primo lotto, che ha voluto migliorare e ampliare funzioni in parte già attive con il punto vendita, la terrazza dehors e lo spazio intermedio tra l’impianto e l’esterno dove i vettori commerciali si riforniscono, la seconda parte del progetto sarà invece dedicata alla creazione di volumi integralmente nuovi e alla ristrutturazione della torre vinaria, configurando definitivamente la cantina come spazio di integrazione sociale.
Lo studio Borrone Architetto di Francavilla al Mare (Chieti), responsabile del progetto insieme agli ingegneri di Piquadro Ingegneri Associati di Spoltore (Pescara), prima ancora che dell’architettura si è occupato di individuare quali fossero i bisogni dell’area urbana circostante Torrevecchia Teatina, attraverso valutazioni di tipo ambientale, sociale, culturale, di accessibilità e mobilità all’interno dell’area di riferimento. Per un finanziamento complessivo di 500mila euro, coperto grazie alla misura 1.2.3 del Piano di Sviluppo Rurale 2007/2013, gli interventi finora realizzati hanno avuto un costo di circa 300mila, mentre la restante parte è stata investita in impianti e macchinari tra cui l’impianto fotovoltaico, che assicura la copertura energetica totale della struttura. E se l’intento è di rendere la cantina sociale un punto di aggregazione e valorizzazione attraverso il vino, la produzione ben si adegua a questa linea progettuale: il vino deve rappresentare l’area di provenienza e promuoverla, perché è qui che risiede l’identità e il valore differenziale tra un luogo e l’altro. Questo sostengono Riccardo Brighina e Antonio Di Saverio, gli enologi che dal 2008 lavorano alle due linee di prodotto (Torrevecchia e Natio), da oggi tre con Gazzaladra, secondo un semplice ma importantissimo assunto: il vino deve essere lo specchio del territorio. Il lavoro in vigna prima, e in cantina poi, deve essere orientato alla trasposizione, quanto più fedele possibile, delle caratteristiche peculiari della zona per riportarle nel vino, rendendolo così un prodotto davvero unico.
La caratterizzazione dei prodotti in questo senso è una strada lunga, ma è l’unica da percorrere per attribuire valore ail’Abruzzo e stimolare le economie locali. Una festa per celebrare il passato e il futuro dell’azienda, in compagnia di Gianluca Marchesani di Wine Channel e del presidente Pino Adamo Candeloro, sfilano sul palco i soci fondatori della cantina sociale, il sindaco di Torrevecchia Teatina Katja Baboro, il vicepresidente del consiglio regionale Lucrezio Paolini, Valentino Di Campli, presidente di Citra e partner di Sincarpa, l’architetto Marcello Borrone. Dopo le inaugurazioni, la serata è proseguita con la cena a buffet e la degustazione dei vini Sincarpa, con un grande afflusso di pubblico composto da esperti del settore, ma soprattutto da cittadini locali, venuti a celebrare la cantina di tutti, come ricorda il professor Giovanni D’Aurelio, socio numero uno di Sincarpa. Nella sua etimologia, infatti, il nome Sincarpa si traduce in “condivisione dei frutti”: il prefisso greco “sin” significa unione, condivisione, comunanza di idee, di braccia, di persone; mentre “carpos” significa frutto. Condivisione dei frutti quindi, frutti della vite e frutti dell’attività commerciale. E soprattutto condivisione della passione per il vino.