STEFANO SPINOSI: «A DUBAI CON GENERAL ELECTRIC»

di Andrea Beato

Negli Emirati Arabi dal 2012, l’abruzzese Stefano Spinosi è “general manager, channel sales director” per Ge Oil & Gas.

DOPO GLI STUDI ALLA BOCCONI, STEFANO SPINOSI È ENTRATO IN GENERAL ELECTRIC E OGGI SI TROVA A DUBAI

I primi droni-taxi sfrecceranno tra i grattacieli dalla prossima estate: il passeggero salirà a bordo, allaccerà le cinture e, premendo un semplice tasto su un tablet, potrà raggiungere, senza la presenza fisica di un pilota, la destinazione prescelta. È sufficiente questa recente news per capire che il futuro è realtà a Dubai. E nella città che più di tutte rappresenta la modernità, il cambiamento e il benessere, abbiamo conosciuto un nostro corregionale. È Stefano Spinosi, 33 anni, “general manager, channel sales director” per la divisione Oil & gas del colosso General Electric (Ge) (http://www.ge.com/it/). Ruolo che ricopre per tutta l’area Menat (“Middle East, North Africa and Turkey”), con la responsabilità di definire strategie, guidare le diverse operazioni commerciali e la crescita delle vendite; gestire un portfolio di circa 100 partner, capaci di generare un volume d’affari di un miliardo di dollari l’anno, e un network di oltre 70 tra direttori e “sales manager”. Ma chi è e come è arrivato Spinosi negli Emirati Arabi? Teramano, «metà di Bellante Stazione e metà di Giulianova – come tiene a precisare -. Fin da piccolo andavo in edicola per acquistare Il Sole 24 Ore e leggere gli inserti di economia… Economia spiegata dai celebri personaggi Disney. Già da adolescente avevo visitato ben quattro continenti, merito di papà e mamma, che mi hanno trasmesso la passione per i viaggi». Figlio di un colonnello dell’esercito e di un’insegnante, dopo il liceo scientifico si trasferisce a Milano per frequentare la Bocconi. Ancor prima della laurea in “Amministrazione, finanza aziendale e controllo”, un periodo di stage lo proietta in Ge, nella sede meneghina della multinazionale attiva nel campo della tecnologia e dei servizi. Da qui partecipa al “Financial management program (Fmp)” interno, primo passo per la selezione e formazione di prossime figure di leadership, attraverso lo sviluppo di competenze analitiche e di business da applicare in un contesto di “world-class operations”.

STEFANO SPINOSI: «PER UN NEOLAUREATO ITALIANO AMBIENTARSI A DUBAI PUÒ NON ESSERE FACILE»

«Un ciclo di due anni – sottolinea Spinosi – con rotazioni ogni sei mesi e prove intermedie da superare tassativamente, che mi hanno portato dallo Stivale alla Germania, dal Regno Unito all’Ungheria. Tanti i sacrifici. Di giorno lavoravo e la sera studiavo!». Accede allo step successivo, il “Corporate audit staff (Cas)”, occupandosi, a un livello più profondo, di aspetti finanziari, acquisizioni e joint venture, scelte globali, risk management… «Poi tra la possibilità di tornare nel nostro Paese e volare nel Golfo Persico non ho avuto dubbi. Il primo impatto, ad agosto 2012, non è stato dei migliori. In piena estate, la temperatura sfiora i 50 gradi!». Lo shock iniziale è presto superato. «Dubai offre davvero moltissimo. In questa monarchia islamica illuminata e ben organizzata, con una criminalità prossima allo zero, si rimpiange poco la democrazia tricolore. Certo, l’Abruzzo manca, ma in un centro cosmopolita così puoi permetterti di andare al mare la mattina, sciare il pomeriggio nella famosa stazione artificiale e organizzare, insieme agli amici, un camping tra le dune al tramonto». La diversificazione rappresenta l’obiettivo strategico su cui punta il governo, volendo essere sempre più snodo turistico, finanziario, commerciale e immobiliare. «Il modello economico da seguire è un po’ quello di altre nazioni: investimenti esteri diretti, forte imprenditorialità unita a risorse umane capaci. Per un neolaureato italiano ambientarsi può non essere una passeggiata». Il visto di sponsorizzazione lo ottiene, molto più facilmente, chi si dimostra un talento, chi possiede un curriculum importante e competenze fuori dal comune.