CRESCE IL TURISMO NATURALISTICO… ANCHE IN ABRUZZO?

di Elena Gramenzi

E-Data, spin off dell’Università di Teramo, ha analizzato la qualità delle strutture ricettive e la spesa turistica nei parchi nazionali italiani.

FORTE CRESCITA PER IL TURISMO NEI 25 PARCHI NAZIONALI ITALIANI

Il capitale naturale e culturale, esistente nelle aree protette del territorio italiano, rappresenta un giacimento inesauribile che può essere valorizzato da un punto di vista economico, sviluppandone le grandi potenzialità di attrattività turistica. Il turismo naturalistico si è ormai affermato come un vero e proprio segmento di mercato e lo si evince andando a verificare la presenza e il livello di qualificazione delle strutture turistiche esistenti su territorio. L’Italia ha una capacità attrattiva notevole rispetto agli altri Paesi esteri e questo suo fascino è esercitato in particolar modo dai suoi 25 parchi nazionali. Analizzando proprio queste grandi aree protette del Paese è emersa la presenza di oltre 9.700 strutture, che corrispondono al 7,7% del totale dei posti letto della ricettività nazionale. A confermare la vocazione turistica dei parchi c’è l’incremento del 18,3%, rispetto al 16,4% delle altre aree del Paese. Un’analisi approfondita di questo fenomeno può aiutare a orientare in modo strategico i futuri investimenti privati e le politiche pubbliche. Tutto ciò è emerso dalla presentazione della nota di indagine mensile di E-Data, spin off dell’Università di Teramo. Nel corso dell’incontro, presso il centro visita del Parco nazionale d’Abruzzo a Pescasseroli (L’Aquila), sono intervenuti Andrea Ciccarelli, fondatore di E-Data, Antonio Carrara, presidente del Parco, e Antonio Di Santo, presidente della Comunità del parco, organo che riunisce i sindaci dei comuni interessati.

L’OFFERTA RICETTIVA DEI PARCHI NAZIONALI ITALIANI

Analizzando i dati per singolo parco, a livello italiano, emerge una gerarchia per numero di posti letto e confronto con i dati di superficie: il Parco nazionale del Gargano, destinazione particolarmente rinomata di flussi turistici, è l’area in testa ai 25 parchi per concentrazione di offerta di posti letto in esercizi ricettivi. A seguire, in seconda posizione, troviamo il Parco nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni; mentre il Parco nazionale dell’Arcipelago Toscano si classifica al terzo posto. Il Parco nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, insieme al Parco nazionale dell’Alta Murgia, vedono il maggiore scostamento tra dimensione di offerta turistica e dimensione dell’area (il primo concentra l’1,8% dei posti letto e il 8,0% di superficie). Invece, il Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, occupa il diciottesimo posto nella relativa classifica.

LA QUALITÀ DELLE STRUTTURE ALBERGHIERE E LA SPESA TURISTICA NEI 25 PARCHI NAZIONALI

A livello italiano, nella classifica per numero medio di stelle delle strutture alberghiere nei 25 parchi nazionali, svetta al primo posto l’Alta Murgia con 3,6 stelle di media, seguono Aspromonte e Gennargentu. In Abruzzo, cuore verde d’Europa e regione con la maggior percentuale di superficie protetta in Italia, rimane invariato il numero medio di stelle del Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, che vede però in termini assoluti un peggioramento di undici posizioni, attestandosi al diciottesimo posto, stante la crescita di qualità misurata in numero medio di stelle delle strutture delle altre grandi aree protette del Paese. Arretra di due posizioni anche il Parco della Majella, al quattordicesimo posto. Una posizione in meno anche per il Parco nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, che scende al diciassettesimo posto. In quattordici anni tutti i parchi nazionali hanno registrato miglioramenti nella qualità (numero medio di stelle), tranne il Parco Nazionale d’Abruzzo che è fermo ai livelli del 2002. Affiancando i dati sulla qualità delle strutture alla spesa turistica registrata sui territori, la nota evidenzia come a una maggiore qualificazione dell’offerta si associno livelli mediamente più elevati di spesa. I valori maggiori di spesa non si manifestano solamente in relazione all’alloggio, ma anche in altre voci come il viaggio, la ristorazione, i servizi... Questo è testimoniato anche dal livello medio di stelle delle strutture ricettive dei parchi di 3,2, leggermente inferiore a al 3,3 della media italiana, cui corrisponde infatti una quota di spesa turistica intercettata, pari al 6,2% del totale, a fronte del 7,7% dei posti letto disponibili a livello nazionale.