Bimestrale di informazione economica abruzzese

di Maurizio O. Delfino

«Le banche sono ormai le sole grandi imprese fatte di persone conosciute e riconoscibili e questo, oltre che strumento e spazio per i ricavi, in fondo è il territorio che lo domanda». Incuriositi dal comunicato stampa sul nuovo piano di UniCredit abbiamo voluto un commento da Giovanni Forestiero, responsabile dell’Area a cui fa capo l’Abruzzo, e ne abbiamo ricavato la sensazione di una bella  sfida, quella dell’equilibrio consapevole fra il futuro che incalza e il passato che non molla. Forestiero ci ricorda che il piano industriale ha un valore pluriennale, un raggio europeo e alcune precise direttrici strategiche.

Così da una parte è palese l’impegno in direzione degli impieghi a imprese e famiglie, dall’altra il cruciale filone della digitalizzazione e della multicanalità. Il manager sul primo punto ci ricorda che «in tema di impieghi occorre attenzione a non guardare il dato dello stock, che è fuorviante se non si verifica il nuovo concesso». Potrebbe infatti accadere persino che a fronte di un saldo complessivo inferiore, fra rapporti terminati e nuove concessioni si segni comunque l’incremento del nuovo, che è ciò che conta. «Per quanto l’intensità dei fenomeni è ancora molto misurata, ma almeno l’annosa riduzione degli impieghi si è arrestata – sottolinea Forestiero, che scorre i dati di un costo del denaro bassissimo, guarda con curiosità alla prossima Tltro (i prestiti finalizzati della Bce) e segnala la grande opportunità offerta dalla nuova norma fiscale che concede un ammortamento fino al 140%».

UniCredit però, oltre un’attenta percezione del presente può giocare una partita importante in termini di prospettiva e di cambiamento. «Non siamo gelosi del cliente – scherza il manager, per spiegare che l’assetto bancocentrico per cui la banca è la prevalente e spesso la sola fonte di approvvigionamento per l’impresa, deve cambiare -. È un motivo di debolezza per l’impresa e di difficoltà per la banca – commenta – perciò a costo di perdere un po’ di ricavi da impieghi cerchiamo di favorire la ricapitalizzazione e di offrire consulenza anche ai piccoli, per cercare e creare diversificazione, con gli strumenti delle obbligazioni aziendali e dei minibond, con cui l’impresa troverebbe respiro e risponderebbe anche al grande appetito di rendita che il mercato della liquidità privata e istituzionale domanda sempre più».

Innovazione e tradizione, un binomio abusato da molti ma che sembra la matrice di una proposta industriale che vuole arrivare alla meta senza affanno. «Alla fine in Italia, il regno della fierezza e delle specificità, la banca di riferimento è ancora quella che ha un’agenzia fisica – precisa Forestiero -. E noi abbiamo deciso di continuare a esserci, pur consapevoli che mai come in questo momento può essere così ampia la distanza tra un tipo e un altro di cliente e di buon cliente». Scopriamo, così, che vi sono clienti di primissimo livello che praticano solo la banca fisica e clienti ormai solo autonomi su piattaforma digitale. «Perciò abbiamo abbandonato gli schemi della segmentazione della clientela: oggi il cliente si segmenta da solo! – afferma il manager scalpitando un po’, sin dall’inizio, per raccontare almeno qualcosa delle avanzatissime caratteristiche e dei “features” direbbero gli americani, della proposta digitale/multicanale di UniCredit».