UNIREST PER IL NUOVO PONTE BELVEDERE ALL’AQUILA

di Federico Niasi

La società Unirest ha proposto al Comune il piano per ridefinire la porta ovest della città. Un’idea dal forte carattere identitario, per diventare simbolo del capoluogo. Tra ricordo e modernità.

AMBIZIONE, BELLEZZA E INNOVAZIONE PER IL PROGETTO UNIREST CON AL CENTRO IL PONTE BELVEDERE

La grande “L’A” stilizzata ripropone, già nel logo, le iniziali della città. Componenti grafiche che trovano piena corrispondenza con quelle fondamentali dal punto di vista strutturale e architettonico: il viadotto che congiunge le due sponde, l’arco proiettato verso il cielo, la morbida curva della catenaria. Si presenta così il progetto firmato da Unirest, società aquilana con esperienza trentennale nell’edilizia. Un progetto ambizioso focalizzato sulla sostituzione del Ponte Belvedere, in piedi da più di 50 anni e lesionato dal terribile terremoto del 6 aprile 2009. Con lo sguardo che però va oltre, fino ad abbracciare un’intera area per conferirle una forte connotazione identitaria. La zona è quella ovest del capoluogo abruzzese, Via XX Settembre a cui si innesta Via Fontesecco, da un lato porta di ingresso per il centro storico e dall’altro apertura in direzione della vallata che raccoglie, a breve distanza tra loro, il Parco delle Acque, la Fontana delle 99 cannelle e il MunDa, il Museo nazionale d’Abruzzo. In un contesto dove confluiscono storia e natura, origine di un “ring” virtuale che conduce dalla parte superiore del Ponte, attraverso Viale Duca degli Abruzzi, al polo universitario, al Castello medievale, alla Fontana luminosa e sfocia in Piazza Duomo. «L’idea – sottolinea l’ingegnere Francesco Laurini, co-fondatore e presidente del cda di Unirest – nasce dallo specifico avviso del Comune finalizzato a valutare proposte in project financing da parte di soggetti economici interessati. Abbiamo risposto sulla base delle caratteristiche fornite dall’amministrazione, realizzando un disegno approfondito dal valore totale di circa 33 milioni di euro. Cifra importante, ma che include tutto: l’elaborazione del concept e i vari aspetti tecnici, la direzione lavori, l’esecuzione, la sicurezza, i collaudi… Il 70% circa è la somma stanziata dall’azienda, il resto la quota che mette a disposizione la municipalità, in una logica di recupero grazie al flusso di risorse generato dall’attività di gestione o esercizio dell’infrastruttura stessa. Avremmo potuto richiedere la collaborazione di qualche celebrità nazionale o internazionale del nostro settore, invece la scelta è stata quella di impegnarci in prima persona, sfruttando il know-how maturato, dimostrando amore e convinzione per la terra da cui veniamo, che ci ospita e conosciamo. Ci siamo messi nei panni di abitanti/fruitori per immaginare uno scenario fatto di bellezza, innovazione, coraggio e speranza».

I DETTAGLI DEL PROGETTO FIRMATO DALLA SOCIETÀ AQUILANA UNIREST

Nero su bianco, lo spaccato assonometrico svela i diversi livelli dell’intervento e le destinazioni d’uso. «Ai piani inferiori gli spazi dedicati ai box per la custodia dei veicoli, l’autorimessa a rotazione, parcheggi idonei per bus e caravan – spiega l’architetto Diego Scoccia -. Risalendo, tramite ascensori e rampe pedonali, si alternano ampie superfici di condivisione con estensioni dalle funzioni direzionali, culturali, commerciali, uffici e un cinema multisala. La piazza principale funge da vera e propria agorà, ambiente di incontro vissuto e unione tra gli elementi costruttivi. Primario il ponte, connessione moderna pensata su una doppia viabilità: la carreggiata per i mezzi dotati di autorizzazione per raggiungere il cuore urbano in linea con una politica “green” di accesso limitato e la corsia per persone e biciclette, andando a installare un servizio di “bike sharing” dove noleggiare le due ruote elettriche e da lì spostarsi comodamente in sella». «Non mancano terrazze panoramiche per fermarsi a godere di una vista privilegiata, bar e ristoranti per una pausa ricreativa – afferma l’ingegnere Eleonora Laurini -. E un continuo respiro verticale dato dall’imponente arco pronto a diffondere un suggestivo accento luminoso al calare del sole. Attraverso un mix di materiali e soluzioni come l’acciaio, il vetro, l’utilizzo di coperture verdi a mo’ di giardini pensili o il legno protagonista del cassettonato posto nella sezione sottostante del collegamento, l’effetto complessivo è un perfetto bilanciamento di coerenza e contrasto». Connubio tra tradizione e progresso, perché il disegno studiato da Unirest mira a ottenere un’opera per la collettività e non fine a se stessa. Un simbolo con la capacità di ricucire fratture civiche e sociali, corpo distintivo che rinnova gli schemi esistenti e assume un ruolo attrattivo visto pure da un’ottica puramente turistica. È tempo di legare al passato, al ricordo, un’azione proiettata al futuro… Con ottimismo e voglia di eccellere!

L’ITER PER ARRIVARE ALLA REALIZZAZIONE DEL PROGETTO UNIREST

A luglio 2019 il Comune dell’Aquila emana l’avviso per valutare l’interesse, da parte di soggetti economici, nel realizzare una proposta in project financing finalizzata ai lavori per la sostituzione del Ponte Belvedere, alla riqualificazione strutturale e architettonica del Ponte Sant’Apollonia e alla costruzione di un parcheggio interrato su Via XX Settembre. Sono otto le imprese, da tutta Italia, che entro la scadenza fissata del 12 agosto 2019 rispondono all’indagine di mercato. Tra queste l’aquilana Unirest. Il suo disegno, frutto del lavoro dello Studio tecnico associato Paoloni-Scoccia-Laurini, parte fondamentale del Gruppo aziendale, e curato in particolare dall’architetto Diego Scoccia, dagli ingegneri Pietro Paoloni, Francesco Laurini ed Eleonora Laurini, resta l’unico alla presentazione ufficiale degli elaborati. Successivamente, sotto forma di donazione alla città, arriva la proposta dello studio tedesco Gmp di Amburgo. Sulla base di queste due idee, a inizio febbraio 2020, l’amministrazione locale promuove degli incontri partecipativi, aperti alla cittadinanza, per stabilire un sano confronto e aggiungere al dibattito validi spunti e riflessioni. A breve è ora attesa la decisione finale della municipalità. «Tutti i documenti sono stati consegnati. Il nostro è un quadro proiettato in una visione innovativa – sostiene l’ingegnere Francesco Laurini -, che lancia un messaggio importante e tiene in considerazione ogni dettaglio anche dal punto di vista economico-finanziario. Le risorse in campo sono di natura interna, in grado di generare sviluppo sul e per il territorio. Un intervento che è sistema di inclusione, connessione di opere scollegate tra loro e valorizzazione degli immobili già esistenti. Se approvato, procederemo a una condivisione pubblica del cronoprogramma, dando sicuramente priorità all’abbattimento del ponte attuale e al suo rifacimento per garantire al più presto la viabilità. Poi l’attenzione si sposterà sugli elementi necessari e, infine, su quelli secondari. In un arco temporale stimato di circa 4 anni per procedere al completamento dell’opera», anche alla luce di tutte le modificazioni progettuali esecutive e necessarie a seguito della diffusione della pandemia Covid-19: l’opera pubblica progettata sarebbe la prima messa in cantiere con le nuove logiche anti contagio.

UNIREST: DUE ANIME, UN GRUPPO UNICO

Prima ancora di essere costruttori, il valore di uno studio tecnico di ingegneria e architettura interno, dove i protagonisti sono gli stessi: Pietro Paoloni, Diego Scoccia, Francesco Laurini, uniti professionalmente dalla fine degli anni ’80. È questo il valore aggiunto di Unirest, una doppia anima che rappresenta un vantaggio competitivo rispetto ad altri player presenti sul mercato e contributo fondamentale nel miglioramento costante del know-how aziendale. L’impresa, all’inizio del suo percorso, si concentra nelle ristrutturazioni di immobili di interesse storico e artistico, palazzi monumentali e opere di valore culturale. Progressivamente la specializzazione abbraccia anche la costruzione di edifici di tipo turistico-residenziale, privilegiando località di montagna e aree interessanti dal punto di vista ambientale. A connotare l’attività la scelta, da subito e con un approccio pionieristico, di impiegare tecnologie informatiche, adottare soluzioni domotiche e sistemi biocompatibili di ultima generazione. Variabili che contribuiscono a raggiungere un’alta qualità progettuale ed edile. Tra i lavori portati a termine i complessi Borgo degli elfi all’Aquila e Le Loggiate a Rocca di Mezzo (L’Aquila), il prestigioso Palazzo Visconti, Palazzo Napoleone, Palazzo Bruni-Riga, Villa Morante, Palazzo Laudomia Bonanni, sempre nel capoluogo abruzzese, riportati a nuovo splendore dopo i danni subiti dal sisma del 2009, e il recente impegno nella frazione di Onna (L’Aquila) con diversi lavori di demolizione e ricostruzione, con tecniche strutturali innovative, eseguiti per clienti privati. La forza di un gruppo con una squadra di risorse umane che può raggiungere le oltre 70 unità.

Per leggere la versione integrale dell’articolo, passa in edicola e acquista Abruzzo Magazine.