dai nostri inviati a Verona Andrea Beato, Daniele Marsili e Silvio Diodato
Un’edizione di Vinitaly a Verona che ha battuto ogni record e mostrato un settore nazionale e regionale in buona salute.
I VINI D’ABRUZZO CONQUISTANO VINITALY 2019
Un’area di oltre 1.500 metri quadrati per presentare una delle maggiori realtà vitivinicole italiane: 50 produttori nello spazio comune, più di mille aziende rappresentate dall’Enoteca regionale con 400 etichette in assaggio, un ricco calendario di eventi e una sala ristorante per scoprire le delizie di un luogo unico. L’Abruzzo si è imposto come tappa obbligata per i visitatori di questo Vinitaly. Un assetto compatto sotto la guida del Consorzio tutela vini d’Abruzzo, una squadra competitiva e con tutti i numeri per vincere la sfida, quella di comunicare ancor di più al mondo che «i vini abruzzesi non temono confronto alcuno sul piano della qualità e possono ben dirsi nel novero delle eccellenze globali – come ha tenuto a sottolineare Valentino Di Campli, presidente del Consorzio tutela vini d’Abruzzo, nei giorni della kermesse -». Tantissimi gli appuntamenti in programma, dalla presentazione della nuova app del progetto “Percorsi” alla degustazione “Montepulciano d’Abruzzo: diverse interpretazioni, un’unica identità” condotta dal giornalista Aldo Fiordelli, dal volume “Montepulciano d’Abruzzo, i primi 50 anni Doc di un grande vino italiano” scritto da Giorgio D’Orazio a “Cerasuolo d’Abruzzo, un rosato senza tempo”, verticale capace di esaltare la longevità di questo grande rosato italiano, fino a svelare una nuova edizione di Spumatitalia e apprezzare le bollicine autoctone abruzzesi. E poi abbinamenti gastronomici, ideati e realizzati con la collaborazione del Consorzio Qualità Abruzzo e da chef stellati del calibro di Marcello Spadone del ristorante La Bandiera, Peppino Tinari di Villa Maiella, Davide Pezzuto di D.one e molti altri. Ma al centro sono rimaste le performance di un settore che continua il suo trend positivo e si conferma trainante per l’economia abruzzese. I dati Istat hanno infatti assegnato, nel 2018, un valore di +6,4% all’export del vino regionale (al di sopra della media nazionale ferma al 3,3%), con un fatturato complessivo passato da 171 a 182 milioni di euro. Vocazione internazionale trainata, soprattutto, dal Montepulciano d’Abruzzo, che rappresenta oltre il 70% del totale dei vini a denominazione prodotti localmente e figura pure sul podio della classifica di vendita nella grande distribuzione tricolore: la denominazione abruzzese, secondo la ricerca effettuata dall’istituto Iri, risulta l’unica tra le prime dieci presenti in gdo ad aver aumentato il volume delle vendite, +1%, con una crescita in termini di valore che si è invece attestata sul +2,9%. Il grande lavoro dei produttori in vigna e cantina, l’importante azione promozionale a livello di sistema sta sicuramente dando ottimi risultati. L’Abruzzo è oggi la quinta regione in termini di produzione di vino, con oltre 3,2 milioni di ettolitri l’anno, e il territorio di Chieti si piazza sul podio delle migliori province italiane.
MASCIARELLI LE NUOVE ANNATE E LE NEW ENTRY GIANNI’S SELECTION
Presso il suo spazio, quest’anno rinnovato e più orientato a un’ottica “green”, Masciarelli ha presentato la sua vasta gamma di vini: Villa Gemma, Castello di Semivicoli, Marina Cvetic, Gianni Masciarelli, Linea Classica… Diverse le anteprime, tra cui, in primis, il vini principe della produzione, il Montepulciano d’Abruzzo Doc Villa Gemma 2013, cru proveniente dal vigneto Cave a San Martino sulla Marrucina (Chieti), in uscita a settembre. E poi il Cabernet Sauvignon Terre Aquilane Igt Marina Cvetic 2013 in versione “petit”. Un’edizione limitata a poche centinaia di bottiglie venduta esclusivamente presso il Castello di Semivicoli, wine resort di proprietà della famiglia Masciarelli, e presso lo store aziendale. Da tenere in forte considerazione il Cabernet Sauvignon, vino in purezza, vinificato in acciaio e affinato in barrique per 12/18 mesi, cui seguono ulteriori 12 mesi in bottiglia. L’uva è prodotta nell’appezzamento di Ofena (L’Aquila) a 600 metri sul livello del mare, alle pendici del Gran Sasso, su terreni caratterizzati da un medio impasto calcareo e ricchi di scheletro. Un regalo speciale per i cultori del mondo del vino, che possono apprezzare una lettura inedita, più gioiosa e accessibile del grande vitigno internazionale. A catturare l’attenzione dei tanti operatori del settore e “wine lovers”, anche le nuove annate del Trebbiano d’Abruzzo Doc Riserva e dello Chardonnay Colline Teatine Igt, entrambi etichetta Marina Cvetic. Il Trebbiano Riserva, in particolare, nel gotha dei bianchi italiani con un rapporto qualità/prezzo eccezionale, è caratterizzato da uno stile molto vicini ai vini di Borgogna, con però la forza e il carattere del vitigno da cui proviene. Sempre d’ispirazione borgognona lo Chardonnay, con radici che rimandano agli anni Ottanta, quando proprio Gianni Masciarelli decise di piantare questo vitigno internazionale, a dimostrazione che l’Abruzzo avrebbe potuto competere con i grandi cugini francesi. Presso lo stand, infine, la possibilità di incontrare direttamente alcuni dei produttori delle aziende distribuite in Italia dalla Gianni’s Selection: da Luigi Valori con i suoi Chiamami quando piove a new entry molto interessanti come i vini autentici di Manni Nössing dall’Alto Adige, l’elegante Chateau Imperial Tokaj dalla regione ungherese del Tokaj, e la francese Domain des Baumard della Valle della Loira.
CANTINA FRENTANA, OLTRE IL VINO CONTA ANCHE L’ETICHETTA
Nel 2018 Verona aveva rappresentato l’incantevole cornice per celebrare, formalmente, i 60 anni di attività della società cooperativa Cantina Frentana di Rocca San Giovanni (Chieti). Quest’anno i successi sono continuati nelle giornate di Vinitaly, grazie ai riconoscimenti ottenuti dagli eccellenti prodotti. E a vincere non è stato solo ciò che è dentro la bottiglia, ma anche l’involucro esterno, sempre più elemento distintivo: 5StarWines – the Book ha assegnato 92 punti, su 100, all’Abruzzo Pecorino Doc Costa del Mulino 2018; la stessa coloratissima linea ha poi trionfato all’edizione numero ventitré di Int’l Packaging Competition, con il Montepulciano d’Abruzzo Doc, che ha portato a casa il Premio speciale etichetta gdo 2019, e il Cerasuolo d’Abruzzo Doc, risultato Etichetta d’argento tra le migliori confezioni di rosati tranquilli a denominazione di origine e a indicazione geografica. Affermazioni condivise con Dispenser Studio, l’agenzia pubblicitaria guidata da Franco Radoccia che ha sede a Vasto (Chieti) e si propone come un’avventura sensoriale nel mondo del branding.
FORTE LEGAME CON IL TERRITORIO PER CODICE CITRA
Per Codice Citra, la più importante realtà vitivinicola d’Abruzzo, Vinitaly 2019 è partito con un esclusivo seminario di degustazione condotto dagli enologi Davide Dias e Lino Olivastri, con la partecipazione di Riccardo Cotarella, consulente e presidente dell’Union Internationale des Oenologues. L’attenzione su tante novità: a partire da Ferzo Montepulciano d’Abruzzo Teate 2016, prima esperienza in termini di indicazione dell’area Teate. E poi il nuovo packaging della linea Palio, ideato da Spazio Di Paolo, che ricalca la tradizione della “Tenzone” legata ai giochi medievali tra i rioni di Lanciano (Chieti). Battesimo anche per Silene Bio, vini naturali, “green” pure nelle bottiglie e nelle chiusure utilizzate, destinati al canale gdo e che prendono il nome da un meraviglioso fiore selvatico autoctono. Un’etichetta innovativa alla quale fanno capo il Pecorino e il Montepulciano d’Abruzzo. Infine i premi, grazie a 5StarWines – the Book, con 91 punti al Pecorino Vino Spumante di Qualità Brut Millesimato Fenaroli 2014 e 90 punti al Montepulciano d’Abruzzo Dop Riserva Laus Vitae 2014.
IL RINNOVAMENTO DELLA TRADIZIONE PER CERULLI SPINOZZI
Enrico Cerulli Spinozzi, a Verona nella duplice veste di rappresentante della Tenuta Cerulli Spinozzi e presidente del Consorzio di Tutela Vini Colline Teramane Docg, sembra uomo di altri tempi, per cultura e modi di fare, parole ponderate e gesti sapienti. In mente un progetto ben preciso, già in attuazione, quello di valorizzare l’azienda storica di Canzano (Teramo) con il reimpianto di vigneti orientati alla produzione di grande pregio, la manutenzione di alcune vigne di oltre trent’anni, dalle basse rese ma qualitativamente ottimali, limitando l’uso di sostante chimiche e privilegiando lo sforzo e l’impegno umano nella cura delle piante e dei loro nobili frutti. Presso lo stand presente a Vinitaly, abbiamo scelto di degustare il Colline Teramane Montepulciano d’Abruzzo Docg della linea Torre Migliori: il nome deriva dall’omonimo antico casale localizzato nelle vicinanze della proprietà centrale e il vino si presenta di colore rosso rubino, tendente al granato con l’invecchiamento, profumo intenso, etereo, fruttato, con vaghi sentori di rosmarino, fresco, sapido e di buona struttura.
I 50 ANNI DI MONTI TRA RICONOSCIMENTI E DEGUSTAZIONI
E dopo la “Gold medal” conquistata al ventiquattresimo Gran premio internazionale Mundus Vini, Monti ha bissato il successo anche a Verona, sempre con il Montepulciano d’Abruzzo Colline Teramane Docg Riserva Pignotto 2010. Il riconoscimento è venuto, in questo caso, da 5StarWines – the Book, che ha attribuito all’etichetta in questione un totale di 90 punti su 100, grazie al suo suadente coloro rosso rubino intenso, ai sentori che vanno dai piccoli frutti neri al finale balsamico, con un ingresso al palato avvolgente, bilanciato da un tannino opulento di promettente evoluzione e un finale intenso di spezie, vaniglia, liquirizia e tabacco. E l’edizione 2019 di Vinitaly (lo scorso anno la realtà aveva invece portato a casa il Premio Angelo Betti – Medaglia di Cangrande, benemerito della viticoltura) è stata anche l’occasione per celebrare i 50 anni dell’azienda di Controguerra (Teramo). Un traguardo importante, celebrato con una simbolica bottiglia, datata proprio 1969, e una degustazione, programmata nello spazio regionale, in cui Emilia Monti ha ripercorso questo mezzo secolo di attività, fatto di ricordi e visione verso il futuro, affiancata dall’enologo della cantina, Massimo Bartolini, e dal giornalista e docente Fisar Fabio Ciarla. Una storia fatta di tanta passione, qualità e tradizione, tradotta in dieci ettari di vigneti posizionati su morbide colline, con lavorazioni tutte rigorosamente eseguite a mano, circa 70mila bottiglie prodotte ogni anno e un mercato, nel canale horeca, sviluppato soprattutto all’estero: negli Stati Uniti, in Danimarca, Francia e Germania.
CASIMIRRI, PER I 10 ANNI UN VINITALY DA “SUPEREROI”
Se il tuo stand non è in posizione ottimale e, soprattutto, questo è l’esordio ufficiale a Vinitaly con uno spazio autonomo, allora devi trovare l’idea giusta per farti notare, per avvicinare operatori e “wine lovers”. L’intuizione l’ha trovata il fondatore e ceo Manuel Casimirri, affidando la grafica in stile “fumetti” ad Alex Massacci e la progettazione a Matteo Pieroni e Cristina Miseo. E l’obiettivo è stato largamente raggiunto, tanto che anche il premier Giuseppe Conte, in visita al padiglione Abruzzo, è rimasto catturato dalla particolare immagine e dai prodotti di Cantine Casimirri, azienda di Corropoli (Teramo). Su tutti Personalmente, con la chicca della capsula tricolore, Montepulciano d’Abruzzo Dop, fiore all’occhiello, che dopo il recente Oro a Mundus Vini ha conquistato anche i 91 punti da parte di 5StarWines – the Book. Bottiglia arricchita dall’innovativo sistema di chiusura “made in Italy” ArdeaSeal, che mantiene le proprietà del vino nel tempo. A completamento della proposta, Concetto, Montepulciano dedicato al nonno, elegante, potente e dalla ricca trama tannica, la fresca linea Lu Giò, le bollicine, in tre declinazioni rosè extra dry, moscato dolce ed extra dry, i bag in box “Pop”, sempre ponti da sorseggiare e perfino da collezionare, e uno sconfinamento nell’olio extravergine d’oliva. In forte crescita l’export (Balcani, Europa Centrale e Cina). In più, inaugurato da pochissimo, il primo Cantine Casimirri Shop, elegante punto vendita che si trova a San Benedetto del Tronto (Ascoli Piceno), dove poter degustare e acquistare tutte le etichette dell’azienda abruzzese.
VINI DAL LEGAME SPECIALE. QUELLI DI TENUTA TRE GEMME
Una tradizione enologica che risale a due secoli fa e che da tre anni si è tradotta anche in un brand di vini d’autore. Ma dietro Tenuta Tre Gemme c’è un legame speciale. Un legame che unisce le sorelle Carla e Anna Perrucci. Competenze diverse e complementari, dall’aspetto produttivo a quello amministrativo, dal marketing all’ambito commerciale, con la voglia di costruire qualcosa di importante, riscoprire il piacere di stare insieme e assaporare i sani piaceri della vita. Valori autentici sommati a un approccio moderno, riflesso nel successo ottenuto sui canali social: 15mila “Like” sulla pagina ufficiale Facebook e video che registrano migliaia di visualizzazioni. E dopo la prima partecipazione a ProWein, nel corso di Vinitaly 2019 la realtà di Catignano (Pescara) ha presentato il restyling delle etichette della linea che porta il nome aziendale, pensata per enoteche e ristoranti. Una proposta che si declina in Montepulciano d’Abruzzo, speciale nella versione Riserva, Cerasuolo, Passerina, Pecorino e Pecorino Spumante. In cantiere l’interessante progetto di cantina diffusa.
DI CAMILLO, VITICOLTORI DA SEI GENERAZIONI
Un Gruppo, con origini che risalgono al 1887, e che oggi, con la quinta e sesta generazione alla guida, è in grado di seguire l’intero processo, dalla produzione all’imbottigliamento. A Verona abbiamo incontrato Paolo Di Camillo, coadiuvato allo stand dalla figlia Sara e da Federica Iannone, che ci hanno presentato l’azienda che sorge a Poggiofiorito (Chieti). Dai 20 ettari di proprietà, con vitigni autoctoni coltivati con sistema biologico, provengono vini di qualità che si affermano sui mercati nazionali e internazionali, Europa e Asia. Tante sfaccettature, a cominciare dal Di Camillo Montepulciano d’Abruzzo Dop Riserva per passare alla linea Contessa Camilla (Montepulciano Barrique e Chardonnay), La Tosca (Montepulciano Barrique e Pinot Grigio), Tenute del Pojo (Montepulciano Riserva, Montepulciano Barrique e Passerina), Poderj (Montepulciano Riserva, Montepulciano Barrique e Merlot), Sidhuri (Montepulciano Riserva, Montepulciano Barrique e Cococciola) e Rocca Antica (Montepulciano Riserva, Pecorino Ammine e Cerasuolo). La chicca della cantina è la bottaia, che ospita circa 700 barrique.
BIAGI E LA NUOVA NICCHIA DEDICATA AI VINI D’ALTURA
Ogni edizione di Vinitaly è fatta di novità, intuizioni, prodotti frutto di ricerca e sviluppo. Lo sanno bene i fratelli Luca e Fabrizio Biagi, che con la loro azienda agricola di Colonnella (Teramo) hanno saputo stupire ancora una volta, conquistare i tantissimi buyer e appassionati giunti a Verona per la manifestazione. Lo hanno fatto grazie alla collaborazione nata con Bruno Carpitella, amministratore della società Pendeche, che rappresenta l’iniziativa e il brand Vini d’Altura. Il frutto della partnership si è tradotta, per il momento, in un Pecorino Igt Colli Aprutini 2016 e in uno Spumante Brut. La grande particolarità di queste produzioni di nicchia va ricercata nell’invecchiamento in quota: bottiglie “seminate” in autunno nelle vicinanze dei rifugi Franchetti, Duca degli Abruzzi e Fioretti, tra i 1.500 e gli oltre 2.400 metri di altitudine, lasciate l’intero inverno, sotto il freddo gelido e il manto nevoso, stappate in estate. E il sapore e gli odori che si ritrovano poi nel calice e in bocca sono straordinari, con un ricco perlage, un’impressionante mineralità e sapidità.
EXPORT D’ECCELLENZA NATURALE PER I VINI LA QUERCIA
Quattro amici, diventati sul finire degli ’80 anche colleghi di lavoro per poi, nei primi anni del 2000, decidere di rilevare l’azienda agricola. Loro sono Elisabetta Di Berardino, nel ruolo di amministratore, l’enologo Antonio Lamona, il responsabile commerciale Luca Moretti e l’enotecnico Fabio Pedicone. Dal loro sincero rapporto nascono i Vini La Quercia, proprio come il bellissimo albero, solido, longevo che hanno scelto per rappresentare la realtà che portano avanti, partendo da Morro d’Oro (Teramo). Circa 50 ettari, alcuni in affitto in zone limitrofe, quasi 450mila bottiglie ogni anno e un export che rappresenta un buon 75% del business totale, con gli Stati Uniti al primo posto tra i mercati esteri. Sei linee principali di prodotto, che comprendono i classici La Quercia, i banqueting wines Peladi, gli autoctoni Santapupa, tra cui svetta l’Abruzzo Doc Montonico Superiore, l’alta qualità di Primamadre, l’eccellenza Mastrobono, con il Montepulciano d’Abruzzo Colline Teramane Riserva e il Vino Bianco Platino, infine le bollicine in tre declinazioni. In aggiunta l’olio extravergine d’oliva.
LA PRIMA PER TENUTA ODERISIO E LA FAMIGLIA DI CANDILO
Si va a Vinitaly non solo per scoprire e degustare prodotti eccellenti, ma anche per conoscere storie uniche legate al territorio e apprezzare chi c’è davvero dietro una bottiglia. Come nel caso della famiglia Di Candilo e della loro realtà, Tenuta Oderisio. Un battesimo avvenuto a Verona, per la prima partecipazione diretta alla manifestazione, grazie al prezioso supporto del Consorzio Tutela Vini d’Abruzzo. E tanti apprezzamenti, contatti interessanti sono arrivati per questa cantina di Monteodorisio (Chieti), che affonda le sue radici negli anni ’70 per arrivare alla prima vinificazione datata 2004. La proposta comprende la linea Colle delle Querce, composta da Montepulciano d’Abruzzo Doc, Cerasuolo d’Abruzzo Doc, Pecorino Igt Terre di Chieti Sordello, Trebbiano d’Abruzzo Doc, Passerina Igt Terre di Chieti e Syrah Igt Terre di Chieti, con la punta di diamante rappresentata dal celebrativo Montepulciano d’Abruzzo Doc Gran Riserva Don Panfilo, invecchiato per 24 mesi nei tonneau e frutto dell’accurata selezione delle uve aziendali secondo determinate caratteristiche chimiche e organolettiche.
D’ALESSANDRO… QUALITÀ NON SOLO NELLE CONFETTURE
Nelle stesse giornate e negli stessi spazi di Vinitaly si tiene l’appuntamento Sol&Agrifood. Quest’anno, tra le presenze provenienti dalla nostra regione, per la prima volta, anche D’Alessandro Confetture. La realtà di Giuliano Teatino (Chieti) è stata fondata esattamente 30 anni fa da Orazio D’Alessandro e sua moglie Lina, che dall’uva in eccesso, cioè quella non impiegata per diventare vino, davano vita a confetture artigianali. L’artigianalità abbinata a una giusta visione imprenditoriale è riuscita a creare qualcosa di unico. Al timone ci sono oggi i figli Cinzia (direttore commerciale), Maurizio (responsabile produzione e qualità) e Sandra (responsabile risorse umane, ricerca e sviluppo). Più di 30 gusti differenti che si distinguono per la percentuale di frutta maggiore, l’assenza di coloranti e conservanti, la costante attenzione alle materie prime. La società abruzzese ha portato in bella mostra a Verona gli innovativi dispenser in acciaio, che permettono di ottenere sempre la giusta dose, evitando sprechi, rispettando l’igiene, mantenendo inalterati sapore e colore dell’alimento contenuto; in più Idillio, salse gourmet preparate con ortaggi e frutta perfette come condimenti e intingoli, e i succhi bio, vegani, senza glutine e senza conservanti, naturalmente ricchi di vitamine, antiossidanti, polifenoli e sali minerali. Attenzione anche al sociale con il progetto sviluppato con il Laboratorio Incontro di Montesilvano (Pescara), che si traduce in oggetti in legno realizzati da ragazzi diversamente abili, speciale completamento di design per i prodotti D’Alessandro.