di Roberto Angelini
Marco Ferrante e Carlo Capretta sono i fondatori di Trace Technologies. Alla base una piattaforma tecnologica che può raccogliere e integrare una serie di dati innovativi su prodotti di diversi settori.
TRACE TECHNOLOGIES PER LA SALVAGUARDIA DEI CICLI DI COLTURA DELLE ATTIVITÀ AGRIFOOD
Quando talento, conoscenze teoriche e innovazione si fondono assieme e trovano materiale espressione nelle sfere dell’agire economico il risultato, neanche a dirlo, può essere sorprendente. È su queste basi che nasce Trace Technologies, giovane start up vibratiana la cui mission è quella di configurare ecosistemi scientifici di tracciabilità. Tradotto: raccogliere dati attraverso l’impiego di tecnologie all’avanguardia, elaborarli e produrre informazioni utili agli operatori del settore primario. Lo scopo, dunque, sta nel recare beneficio alle attività dell’agrifood, attraverso la restituzione di dati previsionali fondati su elementi analitico-scientifici, permettendo la salvaguardia in chiave predittiva dei cicli di coltura. I produttori agricoli sono edotti per tempo riguardo ai rischi cui possono incorrere le proprie coltivazioni, tanto da poter intervenire in anticipo per fronteggiare, a titolo di ipotesi, lo stimato insorgere di malattie. “Misura ciò che è misurabile e rendi misurabile ciò che non lo è”. Sono queste le parole d’ordine di galileiana memoria che, declinate in un’ottica di sostenibilità – tengono a sottolinearlo dalle parti di Trace Tech -, ispirano il progetto di Marco Ferrante e Carlo Capretta.
MARCO FERRANTE E CARLO CAPRETTA, DUE STORIE E UN’UNICA PASSIONE
Dalla comune passione per il rock dei Negrita, quello suonato, per intenderci, nei garage di provincia, alla scelta di dare corso a una pionieristica iniziativa imprenditoriale, i co-founder di Trace Technologies oltre a trasmetterci, sin da subito, note di sinergia, mostrano di avere passione ed entusiasmo per ciò che fanno. L’amicizia e l’attaccamento per il territorio sembrano avere attivato quelle “convergenze parallele” (si sarebbe detto un tempo!) necessarie a chi, almeno sulla carta, presenta background di partenza così distanti. Il primo, di Nereto (Teramo), con esperienza pluriennale nel settore della data analysis, un PhD in Chimica all’Università dell’Aquila e una specializzazione su tecniche analitiche innovative applicate al mondo della tracciabilità alimentare e dell’agritech. Il secondo, di Corropoli (Teramo), con una formazione decisamente più umanistica (laurea in Lettere e filosofia all’Università di Macerata), un trascorso professionale milanese, votato, per inclinazione, alla comunicazione e alla vendita customer oriented. Profili in apparenza incompatibili, rispetto ai quali, tuttavia, l’integrazione e la complementarità dei saperi hanno fatto da retroterra ideale per l’avvio di Trace Technologies e l’ideazione, a stretto giro, di un prodotto altamente innovativo pensato ad hoc per la filiera del vitivinicolo. Quest’ultimo, in particolare, li ha condotti, in un battibaleno, a conseguire numerosi premi in start up competition: diversi naming prizes a “StartCup Abruzzo 2021”, migliore start up abruzzese a “Visionaria 2022”, finalista nazionale di “Premio Cambiamenti Cna 2022”, della prima edizione di “Encubator” e di “Basilicata Pitch to Pitch”.
TRACE TECHNOLOGIES SVILUPPA “WINE TECH”, LA WEB APP PER MANTENERE SICURI I VIGNETI E LIMITARE LE PERDITE
L’affermazione sul mercato arriva, dunque, con lo sviluppo di Wine Tech, web app con la quale il viticoltore è supportato nell’azione di prevenzione dalle infestazioni della vite. L’obiettivo è profilare in via preventiva il bersaglio biologico, con conseguente rovesciamento di prospettiva nella definizione di una strategia di difesa dei vigneti. Un dispositivo capace di tradursi, sul piano effettuale, in vantaggi ad ampio spettro. Da un punto di vista aziendale, oltre a limitare le perdite sulla vendemmia, il sistema, denominato “Vigneto Sicuro”, garantisce un risparmio di costi in quanto ad uso irrazionale di trattamenti fitosanitari resi non più indispensabili da una esatta diagnosi circa lo stato di salute della pianta. Sul versante ambientale, invece, il fatto di operare sulla scorta di un approccio data driven, favorisce l’oggettiva riduzione delle esternalità negative (ad esempio la produzione di anidride carbonica, la resistenza genetica nei parassiti, l’alterazione dell’ambiente circostante, la scomparsa di organismi utili, l’affioramento di nuove specie parassitarie…), che originano, di consueto, dal massivo svolgimento di attività antropiche imperniate sul ricorso ai più tradizionali mezzi meccanici (trattori) e chimico-farmaceutici (somministrazione di fitofarmaci). «Dopo aver studiato il settore e le sue problematiche – racconta Marco Ferrante -, abbiamo deciso di installare le prime stazioni IoT (Internet of Things) in campo, cominciando dai terreni coltivati a vite dall’azienda vitivinicola Strappelli di Torano Nuovo (Teramo), guidata con sapienza e lungimiranza da Guido».
LA START UP TRACE TECHNOLOGIES OFFRE SOLUZIONI ACCESSIBILI ADATTE A VITICOLTORI DI TUTTO IL MONDO
«È qui che nasce Wine Tech – ricorda con orgoglio il data scientist neretese -. Ad oggi l’unica tecnologia in grado di acquisire dati climatici in tempo reale dai vigneti e, tramite un algoritmo, calcolare l’indice di esposizione a malattie quali Peronospora e Oidio, tanto da prevedere l’avvento nei dieci giorni antecedenti alla effettiva comparsa». «Trattasi di una soluzione tecnologica facilmente accessibile, tarata sui problemi reali dei viticoltori di ogni luogo e latitudine del globo, per la quale – aggiunge Carlo Capretta – non occorrono strumentazioni fisiche. Sono i dati frutto dell’interrelazione tra fattori biotici e abiotici a orientare con semplicità e consapevolezza le decisioni degli addetti ai lavori. Come dimostrato – conclude il communication strategist corropolese – dagli oltre mille utilizzatori di Vigneto Sicuro». Ma la storia di Trace Technologies è ancora tutta da scrivere. In questo placido e lussureggiante angolo d’Abruzzo, dove la sperimentazione è di casa, il formicaio sembra proprio in piena efficienza. E anche grazie all’apporto di una sempre più estesa rete di collaboratori, Marco e Carlo già guardano al domani. Prossima fermata olivicoltura e poi, magari, pomodoro e zafferano. Nella ferma convinzione che il pregio del proprio lavoro verrà sì misurato dal tasso di diffusione dei singoli prodotti ma, soprattutto, dalla capacità di incidere, in positivo, sulla maggiore sostenibilità ambientale, economica e sociale dei processi produttivi applicati al campo dell’agricoltura. Ciò, e fa loro onore, a garanzia dell’equilibrio dell’ecosistema e, ça va sans dire, a tutela delle generazioni future.
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